Il punto di Svolta

Addestramento Nen per Vice

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    //Un bel personaggio problematico il tuo xD Solitamente lascio il primo post completamente libero al mio masterato, dunque sono orientato a fare altrettanto anche questa volta. Ipotizzo, tuttavia, che il tuo pg svolgerà una giornata simile a quella già descritta nel post di presentazione, ecco perché ti lascio uno spunto:

    Le strade di Padokia non sono affollate come nei normali giorni, anzi, sono del tutto assenti anche le persone che solitamente decidono di attaccar briga o creare scompiglio al prossimo. Il sospetto vi sia qualcosa di diverso è pesante, quasi concreto. E' risaputo che la città è governata sottobanco dalla famiglia Shon, e proprio questo garantisce una diffusa delinquenza, eppure niente è dove deve essere in quel giorno.

    Per qualsiasi problema contattami pure per mp, o su Skype se ce l'hai (in contatto nel caso te lo mando per mp). Buon divertimento//
     
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  2. Vice™
     
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    Erano passati pochi giorni da quando Hamano aveva sistemato i due delinquenti e la sua guancia si era sgonfiata da tempo. Come sua abitudine il ragazzo si alzò presto e una volta in pieni per prima cosa si mise davanti alla finestra della sua cameretta e aprendola sentì una leggera brezza che entrava nella stanza, avvertendola Hamano chiuse gli occhi lasciandosi cullare dal venticello che gli rinfrescava la pelle, mentre i raggi solari gli illuminavano la giornata.

    Sembra che sarà una giornata tranquilla.

    Pensò Hamano mentre apriva gli occhi per osservare la strada che confinava con la sua casa, le strade sembravano deserte e la cosa sorprese il ragazzo, essendo che normalmente a quell'ora la gente iniziava già a girovagare per i quartieri.

    Staranno ancora dormendo tutti.

    Dopo aver pensato questa frase, Hamano si incamminò verso il bagno per farsi prima una bella doccia e poi vedere di fare qualcosa di divertente per passare il tempo che gli rimaneva prima di finire la giornata, sperando di trovare qualcosa di veramente divertente da fare per non annoiarsi tutto il giorno. Il giovane ragazzo rimase sotto la doccia per una decina di minuti, più che lavarsi si stava rilassando, provava una certa tranquillità quando l'acqua gli cadeva sopra il corpo e molte volte la utilizzava come calmante o tranquillante per non farsi prendere dai suoi istinti e fare la stessa fine di qualche giorno prima. Dopo essere uscito dalla doccia e vestito, Hamano fece un'abbondante colazione, dopotutto era il pasto più importante della giornata, rimase seduto a tavolo per un quarto d'ora e quando si sentì saziò si alzò per lavare tutti gli oggetti che aveva utilizzato per mangiare e una volta fatto si stiracchiò per bene gli arti.

    Bene, adesso che ho fatto il pieno delle energie posso andare!

    Mentre pensava quelle parole un sorriso si manifestò sul volto di Hamano, il quale era pronto ad iniziare la sua giornata all'esterno della sua dimora e vedere se questa volta sarebbe riuscito a trovare qualcuno del suo stesso livello o addirittura superiore.
    Una volta fuori di casa il sorriso del ragazzo si trasformò in un broncio per quello che vedeva, le strade erano deserte non vi era un'anima in giro, quella vista per Hamano era il peggiore scenario possibile e si sentiva come a un bambino che gli avessero tolto i regali della festa di compleanno. Vedendo quella desolazione il ragazzo si depresse, la giornata era iniziata nel peggior modo possibile e la tranquillità che aveva prima di uscire era totalmente scomparsa.

    Non prendetemi in giro, ci deve essere qualcuno nei paraggi!

    Pensò mentre sul suo viso si faceva spazio un'aria quasi feroce, già era difficile trovare un'avversario forte quando la città era piena di persone, figuriamoci adesso che non vi era anima viva nel raggio di molti metri. Così Hamano decise di iniziare a camminare per girovagare negli altri quartieri e vedere se la situazione era identica a dove si trovava lui.
    Hamano più che camminare sembrava che stesse correndo da quanto andava veloce e mentre si muoveva spostava i suoi occhi da una direzione all'altra per vedere se sarebbe riuscito a trovare qualcuno, nello stato in cui era sarebbe saltato sulla prima persona che sarebbe riuscito a trovare. Dopo aver visitato qualche quartiere deserto, il ragazzo decise di sedersi per terra e appoggiarsi contro il muro mettendosi a guardare il cielo.

    Così almeno riuscirò a calmarmi.

    Pensò Hamano mentre si perdeva a osservare le nuvole che sembravano immobili in quell'azzurro incredibile e nel quale si perdeva ogni volta che lo guardava.
    Il ragazzo passò molto tempo ad osservare il cielo infatti perse la cognizione del tempo e quando la sua mente ritornò nel suo corpo, metaforicamente parlando, Hamano si accorse che le strade erano ancora completamente deserte e la cosa fece cadere in depressione il ragazzo, il quale si alzò da terra scrollandosi la polvere dai vestiti e mentre era pronto a tornare a casa qualcosa lo bloccò sul posto.

    Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?!

    Mentre pensava queste cose un sorriso apparve sul volto del ragazzo che, con la testa inclinata davanti di qualche centimetro, si mise la mano destra sul volto come a sorreggere la testa e i suoi occhi ripresero a brillare di gioia.

    La famiglia Shon deve saperne qualcosa...

    Fra un pensiero e l'altro Hamano fece una piccola pausa e separando la mano dal volto, prese la sua decisione.

    Credo che andrò a fargli visita, dopotutto dovrebbero esserci delle persone forti da quelle parti.

    Pensò entusiasmato il ragazzo mentre prese a camminare per poi dopo qualche passo fermarsi in mezzo alla strada.

    Ma come faccio a trovarli?

    Si domandò il ragazzo con impazienza mentre pensava alla forza dei suoi, possibili, prossimi avversari.

    Spero vada bene, ho dovuto dare degli sbalzi d'umore al mio PG per allungare il succo se no non sapevo cosa scrivere XD
     
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    La famiglia Shon, una potente organizzazione mafiosa conosciuta in tutto il mondo per governare il continente Africano, aveva la sua sede centrale proprio nella città di Padokia, e da li gestiva i traffici diretti all’intero nel continente stesso e all’estero. Proprio per via della presenza di tale famiglia mafiosa, la città era sempre piena di gente dai pessimi propositi pronta a guadagnare sulle altrui disgrazie. Fino al giorno prima le strade, i locali, i parchi erano tutti pieni di uomini di malaffare, eppure in quel giorno così differente la ruotine era cambiata. Nessuna faccia sfregiata, nessuno sguardo storto, solamente persone normali, cittadini per bene e onesti –nei limiti del possibile- e i classici bulli di quartiere. Vedere Padokia così pulita era davvero un evento più unico che raro, tant’è che ogni suo singolo abitante, non appena per strada, si era posto lo stesso identico quesito: “Che sia la calma prima della tempesta?”. Hamano, come altri, quel giorno si trovava a girare per vie tranquille, troppo tranquille per essere le stesse che aveva frequentato fino al giorno prima e, ricordandosi della famiglia Shon, convenne che una soluzione al mistero potesse esser legata proprio a loro. Come trovare però un luogo introvabile? Un ben grattacapo, niente da dire ma, per sua immensa fortuna, o sfortuna, proprio mentre continuava le sue ricerche finì dinanzi un locale apparentemente chiuso, ovvero un Night Club, lo si poteva vedere chiaramente dall’insegna osé posta sulla porta d’ingresso. Da dietro la grata metallica che separava il locale dalla strada, dei rumori si facevano man mano più forti. Sembrava un tamburellare ritmico e di intensità variabile il cui apice fu raggiunto quando il cemento sotto i suoi piedi incominciò a tremare.
    Non vi fu il tempo di dire o pensare qualcosa che la grata metallica saltò in aria, così come l’intera entrata. Un’esplosione vera e propria che fece volare in aria detriti di ogni genere. Hamano si trovava proprio li e difficilmente sarebbe riuscito a non finir anch’esso travolto dalla nube polverosa che nel giro di pochi secondi aveva già circondato l’isolato. Gli altri cittadini presenti si diedero alla fuga, cellulare in mano pronti a chiamare vigili del fuoco e ambulanze. Per il ventenne però le sorprese non erano finite; dalla nube si fece chiara la sagoma di una persona. Alta, completamente avvolta da una giubba grigia e brandente una pistola d’orata. Non riuscì a carpirne i lineamenti che questi, dimostrando una velocità incredibile, l’aveva già sorpassato. Stava scappando da un’altra persona che, nel giro di pochi attimi, si fece viva. Come la precedente fu impossibile da inquadrare e, neanche a dirlo, fu nuovamente sorpassato. Cosa stava succedendo? Chi erano dei due individui? Persone abili abbastanza da lasciarlo sul posto.
    Un singolo sparo. Hamano ebbe giusto il tempo di girarsi che sentì una fitta alla gamba destra. Si, era stato colpito in pieno. Il proiettile aveva attraversato di netto il quadricipite, conficcandosi poco più avanti nel cemento. Il foro nella carne non rispecchiava minimamente la grandezza del proiettile, anzi, ad occhio e croce dava l’impressione di trattarsi di un calibro ben maggiore. L'osso e le fasce muscolari erano state compromesse. Un esperienza poco piacevole, sgradevole e dolorosa, magari anche troppo dolorosa.


    -Ohi!... tutto ok?-

    Una voce sconosciuta provò un approccio, ma i sensi di Hamano si persero nel vuoto, consegnandolo al mondo di Morfeo ancor prima di poter elargire una risposta.


    //Spero di esser stato abbastanza chiaro xD Il tuo personaggio attualmente è svenuto. Quando si risveglia si ritrova disteso su di un letto nel ben mezzo di una stanza dal soffitto candido. Vicino alla porta d’ingresso può udire la voce di tre persone. Non comprende bene cosa esse stiano dicendo, il dolore alla gamba e forte e sembra essersi diffuso in quasi tutto il suo corpo che, improvvisamente, emana una strana nebbiolina trasparente (chissà cos’è). Sotto spoiler ti metto le immagini dei tre individui che vede:



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    Dopo aver trovato il suo obiettivo, Hamano aveva preso la decisione di continuare le sue ricerche anche se non sapeva come trovare il nascondiglio della famiglia Shon e sarebbe stata decisamente una cosa impossibile, ma questo non bastava a scoraggiare il ragazzo, anzì più tempo ci avrebbe impiegato a scovarli maggiore sarebbe stato il divertimento nell'affrontarli.
    Hamano camminò per vari minuti girovagando per le strade nella speranza di trovare qualche indizio sulla posizione del loro nascondiglio, naturalmente non poteva chiedere in giro con la città priva di qualsiasi malvivente e allora non gli rimaneva nient'altro da fare che ispezionare le strade per trovare un qualsiasi indizio per trovare la base della famiglia Shon.

    Sembra che sarà più difficile di quel che credevo.

    Pensò Hamano mentre rifletteva su cosa poteva fare per velocizzare le cose e trovare le persone che stava cercando. Mentre camminava per le strade all'improvviso il ragazzo sentì uno strano rumore provenire da un locale li vicino.

    Che cosa?

    Il ventenne si avvicinò alla grata che separava il locale chiuse dalla strade e diede un'occhiata veloce ad esso. L'edificio sembrava essere un Night Club dall'insegna che era posta sulla porta d'ingresso e vedendolo Hamano pensò che forse li dentro avrebbe trovato qualcuno per trovare gli Shon. Mentre si avvicinava sempre di più al locale, i rumori sembrava diventare sempre più forti e al ragazzo sembrava un tamburellare ritmico e all'improvviso il terreno sotto i piedi di Hamano iniziò a tremare come se ci fosse un terremoto, per un secondo il ragazzo perse l'equilibrio cadendo con il sedere per terra e in quel momento la grata metallica insieme all'entrata esplose facendo alzare immediatamente un polverono che investì Hamano, il quale si alzò subito da terra, mentre i detriti gli passavano di fianco non colpendolo quasi per miracolo.

    Ho trovato qualcosa.

    Pensò il ragazzo mentre sentiva delle persone urlare alle sue spalle dallo spavento, c'era un'incredibile agitazione e molto probabilmente molte persone erano scappate subito dopo aver sentito il rumore dell'esplosione e mentre osservava l'entrata attraverso il polverono, Hamano notò la sagoma di una persona alta ed era completamente avvolta da una giubba grigia, ma ciò che attirò veramente la sua attenzione era un luccichio che proveniva da una sua mano e sembrava essere una pistola d'orata. Vedendo la figura il ragazzo era già pronto a saltargli addosso, sentiva un incredibile eccitazione dentro il corpo e l'interno corpo gli tremava dall'emozione.

    Ecco! E' questa l'emozione che cerco!

    Pensò mentre la sagoma l'aveva già oltrepassato, senza che il ventenne era riuscito neanche a percepirlo era semplicemente scomparso dalla posizione in cui era prima, non trovando più nessuno davanti all'entrata del Night Club Hamano si guardò intorno e quando riportò gli occhi a quello che prima doveva essere l'entrata del locale vide che vi era un'altra persona e anch'essa scomparve senza che il ventenne riuscì ad identificarla.

    Accidenti!

    Mentre pensava questo, l'eccitazione che aveva pervaso il ragazzo si era trasformata in preoccupazione e sorpresa, non aveva mai trovato qualcuno tanto forte in vita sua e la cosa lo sorprese e per la prima volta in vita sua voleva affrontare quelle persone che si erano mostrate tanto abili da seminarlo, sapeva che non poteva sconfiggerli ma voleva almeno scoprire la differenza di abilità che li separava.
    All'improvviso il ventenne sentì uno sparo provenire dietro di lui e si girò immediatamente, una volta fatto sentì una fitta alla gamba destra e subito dopo, sempre in quella zona, sentì un'incredibile dolore e portando lo sguardo verso di essa vide che il proiettile l'aveva letteralmente trapassato il quadricipite, lasciandoli un buco nella gamba e inoltre la grandezza del foro era nettamente superiore rispetto all'arma che aveva visto impugnare dalla prima figura che era apparsa.
    Il dolore era troppo forte e Hamano cadde per terra, tenendosi la gamba con le mani, il ragazzo trattene le urla in gola non voleva urlare sarebbe sembrato un gesto di debolezza e questo non poteva permetterselo almeno non lui.
    La vista si iniziava ad appanare e i suoi diventavano sempre più impercettibili.

    Ohi!... tutto ok?

    Questa fu l'unica cosa che riuscì a sentire chiaramente e distintamente per poi perdere i sensi e svenire in mezzo alla strada.
    Quando Hamano riaprì gli occhi si ritrovava sdraiato su un letto nel mezzo di una stanza e riusciva a sentire delle voci parlare dalla porta d'ingresso, non riusciva a capire di cosa stessero parlando, sembravano essere due ragazzi e una ragazza anche se non ne era sicuro, in quel momento la sua mente era concentrata sul dolore che sentiva che ora si era sparso per tutto il corpo, non sapeva quanto tempo era passato da quando era stato ferito ma il dolore era ancora molto forte.

    Sono stato avvelenato?

    Si domandò Hamano per poi guardare il suo corpo e notare che era circondato da una strana nebbiolina trasparente, il ragazzo non capiva cosa stava succendendo e vedendo quella nebbiolina capì che molto probabilmente non era stato avvelenato a stava sicuramente succedendo qualcosa di strano.
     
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    //Se posso darti un consiglio: rileggi il post un paio di volte prima di inviare, così eviti qualche ripetizione e vedi quanto fluido è uscito il testo //

    La stanza nella quale il ventenne si era risvegliato era adornata con un mobilio piuttosto spartano, ovvero comprendente del minimo necessario per esser definita “stanza” e non “sgabuzzino”. Una mensola, un letto, un armadio e un paio di sedie, nulla di più nulla di meno. Priva di angoli cechi, qualunque fosse la propria posizione all’interno di quelle quattro mura era possibile osservare alla perfezione l’intero panorama, rendendola in qualche modo perfetta per accogliere ospiti ed ostaggi da sorvegliare. A pochi metri dal ragazzo, vicino alla porta in legno levigato, vi erano tre persone. Il primo aveva le spalle poggiate al muro, basco in capo, barba curata e volto maturo. I suoi occhi profondi raccontavano di una forte determinazione e di un grande esperienza; doveva trattarsi del più anziano del trio, infatti gli altri due, ovvero un ragazzo poco più alto dell’uomo, capelli scuri come la notte e occhi persi nel vuoto, e una ragazza dalla lunga chioma castana e dallo sguardo ammaliante, difficilmente avrebbero potuto avere più di venticinque o ventott’anni. I gruppetto parlava, a tratti anche animatamente, di questioni importanti e attinenti proprio a quel che era accaduto ormai un giorno e mezzo prima per le vie della città. Trentasei ore erano passate da quando Hamano aveva chiuso i suoi occhi in preda al dolore, ma gli eventi ancora non avevano trovato la propria naturale conclusione. L’uomo con il basco si staccò dalla fredda parete con un piccolo colpo di reni, facendosi verso l’unica finestra presente nella stanza e che affacciava proprio davanti in Night Club ormai distrutto e messo in vendita. Il suo sguardo era serio, seppur non privo di un primitivo cenno di sorriso. Il ragazzo lo raggiunse pochi secondi dopo alla nuova postazione, entrando meglio nel campo visivo di colui che si era appena svegliato dopo una lunga sessione di riposo. Così Hamano lo poté vedere: l’uomo dai capelli corvini girava a petto nudo, mostrando una quantità industriale di cicatrici di diversa natura e marcatura. Quante battaglie gli erano costate tale ammontare di ricordi? Le chiacchiere del gruppo furono interrotte successivamente proprio dal risveglio del ventenne, il quale, ancor prima di accertarsi del luogo in cui si trovava, sentì il proprio corpo in preda ad una forte sensazione dolorosa che lo portò inevitabilmente ad ipotizzare quella che, a conti fatti, era la più plausibile delle teorie. A pesare sulle proprie spalle si ritrovò lo sguardo di tutti e tre i presenti. Subito la ragazza dalla chioma castana si precipitò vicino al letto. Ella indossava un lungo vestito beige che copriva i suoi fianchi e i suoi lineamenti rasenti la perfezione, un paio di guanti e due stivali niente male. Nella mano destra stringeva un piccolo foglietto di pergamena stranamente illuminato. I chiari occhi della bella cercarono quelli del malato, trovandoli.

    Lisa: -Oh! Incredibile, ti sei svegliato! Che sollievo, pensavo non ci fosse più niente da fare-

    Joys: -Perché non sei mai così premurosa anche con me, Lisa?-

    A parlare era stato l’uomo dal pizzetto curato, mostrando un lato infantilmente geloso che cozzava alla perfezione con quello serio e duro scorto pocanzi. La ragazza si voltò e scosse il capo, demolendo qualsivoglia intento dell’uomo di continuare con la scenata fuori luogo che aveva iniziato. Comunque nessuno dei tre rispose alla domanda del ragazzo, anzi, Lisa sembrò averla completamente bypassata, facendo scivolare la sua attenzione proprio li ove Hamano era stato colpito dal proiettile. Lo stesso ventenne poté accorgersi della strana fasciatura che gli copriva la ferita, fasciatura del tutto simile al foglio di pergamena che la ragazza stringeva nella mano ma in una forma più allungata. Anche quella emanava un’intensa luce, proprio come il foglietto.

    Lisa: -Nessun veleno… invero non saprei proprio come dirtelo… mmm…-

    Shinta: - Ricevere il battesimo in questo modo, così all’improvviso.... non so se è una disgrazia per noi o per lui.-

    Il ragazzo dalle mille cicatrici si era pronunciato. Il suo tono era freddo, gelido e indifferente, proprio come se vedesse realmente in Hamano una semplice e pura seccatura. Doveva trattarsi di un ottimo combattente, di quelli che il ventenne desiderava sfidare con tanto ardore. La ragazza gli lanciò un’occhiata monitrice, difendendo ancora una volta lo sconosciuto come si trattasse di un tesoro da custodire gelosamente. A quel punto però si era giunti ad uno stallo e Hamano rimaneva ancora in attesa di una spiegazione su quel che era accaduto, seppur ormai era palese avesse notato un leggero velo di vapore abbandonare quasi costantemente il proprio corpo. A prender la parola fu nuovamente il più anziano.

    Joys: -Potevi anche bloccarlo quel proiettile anziché evitarlo, Shinta *Ribatté sferzante, lasciando spiazzato il compagno ora completamente silenzioso* vedi ragazzo, quel che ti è accaduto è difficile da spiegare, ma proverò a darti un quadro della situazione anche se probabilmente mi crederai pazzo: il proiettile che ti ha colpito aveva in sé un potere particolare, il Nen. Una volta incassato il danno, il Nen inserito nel proiettile ha sbloccato i tuoi punti di fuga e ora anche tu sei capace di utilizzare tale potere… sempre se riuscirai a dominarlo, in caso avverso esso lascerà completamente il tuo corpo portandolo a frequenti svenimenti se non alla morte. Effettivamente il Nen non è altro che l’energia vitale della persona e si, in questo momento il velo che vedi fuggire via è proprio la tua energia vitale.-

    Lisa: -Molti muoiono in preda ai dolori dovuti allo shock dell’apertura improvvisa dei punti di fuga. Ti ho curato la gamba, ma non pensavo ti saresti ripreso-

    Joys: -…mmm, capito più o meno?-
     
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    Dopo pochi istanti essersi svegliato, Hamano sentì lo sguardo di quelle tre persone posarsi su di lui e prima che il ragazzo riuscì a pensare a qualcosa, la ragazza si mosse rapidamente vicino al letto con una strana pergamena illuminata e guardandolo negli occhi disse:

    Oh! Incredibile, ti sei svegliato! Che sollievo, pensavo non ci fosse più niente da fare

    Dopo aver sentito queste parole l'uomo con lo strano pizzetto se ne uscì con una frase strana, sembrando un bambino geloso, e sentendo quelle parole la ragazza, dopo essersi voltata, scosse la testa come per non continuare la discussione, che avessero qualche conto in sospeso o forse quello che sembrava essere il capo si divertiva a stuzzicare le persone. Hamano questo non lo sapeva e non gli interessava per niente, come dire non erano problemi suoi.
    Lisa concentrò la sua attenzione sulla ferita del ventenne e lui, guardando la gamba, si accorse per la prima volta della strana fasciatura che la ricopriva emanando una strana luce, la quale era identica al foglietto che la ragazza teneva nella sua mano, l'unica differenza stava nel fatto che la pergamena era più corta della fascia posizionata sulla ferita.
    Lisa confermò l'assenza del veleno e che non sapeva come dirgli cosa gli stava succedendo. In quel momento Shinta il ragazzo pieno di cicatrici disse qualcosa riguardante a un battesimo e non sapeva se la disgrazia era capitata ad Hamano o a loro.
    Il ventenne osservò attentamente Shinta, era pieno di cicatrici e inoltre aveva uno sguardo freddo e indifferente, esattamente come il tono di voce che aveva utilizzato per dire quella frase, vedendolo, ad Hamano venne l'impulso di volerlo sfidare, sicuramente era forte e un combattimento con lui sarebbe stato divertente forse.

    Prima o poi ti prendo.

    Pensò il ventenne mentre cercava di non far trapelare le sue emozioni all'esterno del suo corpo e in quel momento, quello che sembrava essere il leader del gruppo, intervenne lasciando il suo subordinato ammutolito per poi cercare di dare una spiegazione a quello che stava accadendo nel corpo del giovane Hamano.

    Vedi ragazzo, quel che ti è accaduto è difficile da spiegare, ma proverò a darti un quadro della situazione anche se probabilmente mi crederai pazzo: il proiettile che ti ha colpito aveva in sé un potere particolare, il Nen. Una volta incassato il danno, il Nen inserito nel proiettile ha sbloccato i tuoi punti di fuga e ora anche tu sei capace di utilizzare tale potere… sempre se riuscirai a dominarlo, in caso avverso esso lascerà completamente il tuo corpo portandolo a frequenti svenimenti se non alla morte. Effettivamente il Nen non è altro che l’energia vitale della persona e si, in questo momento il velo che vedi fuggire via è proprio la tua energia vitale.

    Sentendo queste parole per un momento il ventenne si sentì elettrizzato, se fosse riuscito a controllare questo nuovo potere sarebbe potuto diventare più forte, mentre se non ci fosse riuscito sarebbe morto nell'impresa.

    In poche parole devo lottare per sopravvivere.

    Pensò il ragazzo senza neanche ascoltare cosa stesse dicendo Lisa, in quel momento era emozionato, quello che l'aspettava era proprio una vera sfida, doveva riuscire a dominare la sua energia vitale altrimenti sarebbe morto.

    …mmm, capito più o meno?

    Disse Joys e allora Hamano si mise ad osservarlo negli occhi per qualche secondo.

    Solo uno stupido non capirebbe...

    Fece una pausa di qualche secondo per poi continuare a parlare.

    In poche parole, devo solo imparare a controllare la mia energia vitale, altrimenti é la fine.

    Dopo aver finito la frase il ventenne tolse lo sguardo dagli occhi di quello che aveva definito come il capo degli altri due e non vi era nulla da dire su di lui, tranne che era molto probabilmente la persona più forte in quella stanza e anche se avesse voluto sfidarlo era ancora troppo presto, era decisamente di un'altro livello rispetto ad Hamano e quindi prima si sarebbe dovuto allenare duramente per affrontarlo un giorno ad armi pari.

    C'è una cosa che non capisco ancora, perché mi hanno salvato?

    Pensò il ventenne mentre si osservava il palmo della mano, dalla quale vedeva fuoriuscire quella nebbiolina che abbandonava costantemente il suo corpo senza volersi fermare un secondo.

    Pazienza! Lo scoprirò dopo.

    Mentre questo pensiero, si faceva largo nella mente di Hamano, lui chiuse gli occhi quasi come per mettersi a meditare e vedere di capire come funzionasse quello che loro avevano chiamato Nen.

    Questo l'ho riletto e non dovrebbe essere come il precedente, anche se non sarà ancora il massimo.
     
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    La risposta decisa e non preoccupata del ragazzo lasciò i tre in silenzio per qualche secondo. Ognuno di loro credeva che il li presente non avesse realmente capito i rischi ai quali era stato inconsciamente sottoposto, e forse realmente così era. Joys sorrise, chiamando vicino a sé Shinta. L’uomo e il compagno ebbero un breve e silenzioso scambio di opinioni, poi, mostrando un viso distorto dal nervosismo, lo sfregiato voltò le spalle al colloquiante, incamminandosi verso la porta della stanza e, una volta aperta, la varcò. Lisa guardò il corvino allontanarsi senza pronunciare una parola, anzi, cercò immediatamente lo sguardo di Joys per cercare di capire cosa fosse successo, anche se, in cuor suo, aveva più o meno compreso quel che l’uomo stava bramando. La condanna, la conferma, giunse immediatamente dopo.

    Joys: -Shinta è andato a fare un giro di perlustrazione, non ti preoccupare. Sarebbe meglio che anche tu andassi, non possiamo mica tralasciare tutti e tre il lavoro per stare a presso a questo ragazzo. Direi che qui basto io. L’uomo con la pistola, l’altro giorno, è fuggito verso sud, ma con l’En non riesco a trovarlo, quindi deve trovarsi ad una distanza superiore a quella che io riesco a coprire. Incomincia a chiedere qualcosa al Blue Shark: un tempo quel pub ospitava una bisca clandestina, quindi non fatico a credere siano ancora in contatto con qualche membro della famiglia Shon…oh, quanto distante puoi rimanere?… sai me lo sono scordato…ehehe-

    La ragazza, che intanto si era alzata dai piedi del letto, stanziava già al capezzale dell’uscio, ma all’udire l’ultima domanda non poté fare a meno di fermarsi. I suoi occhi traboccavano di rammarico e compassione, il che lasciava intendere che quella sarebbe stata almeno la centesima volta che veniva sottoposta al quesito. Avrebbe comunque risposto: quando Joys diceva di essersi dimenticato qualcosa era perché effettivamente non se lo ricordava più. Sospirò.

    Lisa: -Ti stai facendo troppo vecchio… tra qualche anno dovranno metterti in una villa di cura. Un chilometro e cinquecento metri è il massimo. Più sono lontana e meno saranno efficaci le cure, ma se non supero il limite la fascia non collasserà. *Alzò leggermente la manica sinistra della lunga veste, lasciando intravvedere un orologio argentato dall’ottima fattura* sono passate quasi quaranta ore dall’applicazione… direi che è quasi del tutto guarito, anche se non posso garantire per il dolore.-

    L’uomo con il basco annuì e la giovane poté finalmente congedarsi. La porta si chiuse. Hamano e Alexander erano rimasti gli unici due a calcare il pavimento della spoglia stanza. Un cacciatore di talenti, ovvero un Head Hunter, sicuramente sarebbe stato quello il ruolo di Joys all’interno dell’organizzazione se non ne fosse stato il presidente, e proprio in quel momento sotto i suoi occhi vi era un talento. Hamano si era messo a meditare prima ancora che qualcuno gli spiegasse come riuscire a controllare la propria aura, comportandosi proprio come un autodidatta, i più rari esempi di talenti naturali. Ovviamente i suoi erano semplicemente i primi tentativi di dominare quella che era la sua stessa energia vitale, avrebbe successivamente scoperto la complessità e la varietà di soluzioni che il suo utilizzo avrebbe portato. Il quarantenne lasciò la finestra, afferrando con la mano sinistra una delle due sedie riposte faccia al muro, mettendosi al dunque seduto. Il ragazzo dava tutta l’impressione d’esser assorto nel suo stato meditativo e sicuramente non sarebbe stato lui ad interromperlo. Poggiati i gomiti sulle ginocchia e il capo tra le mani, rimase in attesa per tutto il tempo necessario a vedere la flebile aura di Hamano rimanere, bene o male, vicino al suo corpo. Erano passate due o tre ore al massimo.

    -Apri gli occhi, ragazzo. *Proferì calmo* Piacere, il mio nome è Alexander Joys. Sarò il tuo maestro Nen. Prima però gradirei mi raccontassi un po’ di te e del motivo per il quale ti trovavi così vicino all’ingresso del Night quando è saltata l’entrata-

    Doveva essere proprio quello uno dei motivi per i quali avevano deciso di portarlo li e curarlo: ricevere informazioni, qualunque esse fossero.
     
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    Hamano liberò la mente concentrandosi solamente su se stesso, cercando di individuare l'energia vitale che lasciava costantemente il suo corpo. Dopo qualche secondo il ragazzo non faceva più caso a quello che gli succedeva attorno e non notò i sottoposti dell'uomo con il pizzetto lasciare la stanza lasciandoli soli.
    Il ragazzo era talmente concentrato che gli sembrava di riuscire a sentire la sua energia in modo chiaro e distinto, anzì sarebbe stato meglio dire che non percepiva nient'altro oltre a quello, era entrato decisamente in uno stato di profonda meditazione, come se il suo subconscio fosse rimasto prigioniero all'interno del suo corpo per percepire solamente le sue forze allontanarsi poco alla volta. Il ventenne, sentendo la sua energia allontanarsi provò a controllarla, bloccandola vicino al suo corpo, doveva cercare di fermare la fuoriuscita di quella energia, così da imparare a controllare il Nen.

    Sembra più difficile di quel che pensavo.

    Pensò il ventenne in un momento di distrazione e così il suo corpo risentì il dolore che precedentemente sembrava scomparso, però sta volta si presentava in un modo più accentuato rispetto a quando si era svegliato. Meditando si era concentrato talmente tanto che aveva totalmente ignorato il dolore che gli ricopriva tutto il corpo e in quell'attimo di distrazione esso era ritornato alla carica.
    Per via del dolore ci vollero qualche minuto prima che il ragazzo riuscì a tornare nel suo stato di meditazione assoluta e questa volta non ci impiegò molto per riuscisse a percepire la sua energia intorno al corpo, allora non gli rimaneva nient'altro da fare che provare a trattenerla intorno al suo corpo.
    Passò un sacco di tempo e per la prima volta il ragazzo era riuscito a trattenere quel vapore, vedendo il risultato si rilassò un momento e perse di nuovo la concentrazione, ritrovando il dolore anche se questa volta era decisamente meno forte rispetto alla volta precedente.

    Sto iniziando a capire.

    Mentre pensava questo al ragazzo, per un'istante, apparve un sorriso sul volto per poi scomparire subito e riprendere l'esercizio per controllare la sua aura.
    Passarono un paio d'ore e oramai il ventenne riusciva a controllare la sua energia anche se in modo grezzo e grossolano, ormai riusciva a tenerla vicino al proprio corpo anche se qualche volte gli era scappata via e tuttora faceva ancora un po' di fatica a controllarla, col tempo sicuramente ci sarebbe riuscito alla perfezione. La fase di concentrazione del ragazzo fu interrotta da Alexander, ormai rimasto da solo con Hamano nella stanza, quando gli disse di aprire gli occhi per poi presentarsi al giovane.

    Piacere, il mio nome è Alexander Joys. Sarò il tuo maestro Nen. Prima però gradirei mi raccontassi un po’ di te e del motivo per il quale ti trovavi così vicino all’ingresso del Night quando è saltata l’entrata.

    Sentendo quelle parole, il ventenne aprì gli occhi osservando quello che doveva essere il suo maestro Nen e notò immediatamente che nella stanza erano rimasti solamente loro due, non che gli importasse minimamente, così iniziò a rispondere alle curiosità del suo nuovo maestro.

    Mi chiamo Hamano Soujiro.

    Disse facendo una breve pausa per poi riprendere a parlare.

    A dire il vero, mi annoiavo e girovagando per le strade mi sono ritrovato davanti a quel Night.

    Hamano si fermò un momento a pensare con attenzione a cosa avrebbe dovuto dire all'uomo con il pizzetto, non sapeva se raccontargli tutta la verità oppure solo quello che gli conveniva dire.

    Sarebbe meglio dirgli tutto, sono stato un po troppo vacuo con la mia spiegazione.

    Così il ventenne decise di approfondire il motivo per cui si era trovato davanti proprio a quel locale.

    Oggi le strade erano decisamente deserte e non vi era nessuno d'affrontare, così ho pensato di cercare la famiglia Shon per vedere se c'erano dei guerrieri forti da quelle parti e poi mi sono ritrovato proprio lì davanti.

    Hamano aveva spiegato i motivi fondamentali che l'avevano portato davanti a quel Night Club, dove per puro caso aveva incontrato quelle persone.
     
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    Un persona alla ricerca di forti emozioni ed avversari pronti a donargliele, ecco chi era Hamano Soujiro. In un certo senso era simile a Joys, anche quest’ultimo infatti era sempre alla coda di persone dotate di grandi capacità, seppur per scopi completamente differenti da quelli che spingevano il giovane. Sorrise, comunque, subito dopo che quello finì di dare la sua spiegazione completa, trattenendo per un pelo una vera e propria risata. Vagare per la città alla ricerca della famiglia Shon proprio li a Padokia: un suicidio. Quel colpo di pistola era stato la fortuna di Hamano. Il vecchio staccò il capo della mani, incrociandole successivamente davanti al petto e distendendo la schiena lungo la sedia. I suoi occhi profondi si piantarono sul ragazzo.

    -Non conoscevi neanche il Nen… già immagino la fine che avresti fatto se per caso fossi entrato in un locale degli Shon. Padokia è il centro del loro potere, qui è stanziata la sede della famiglia. Diciamo che volevi fare il passo più lungo della gamba-

    Lo ammonì quasi come si trattasse di un figlio, ma le sue parole erano profondamente vere. Del ventenne, però, non riusciva bene a capire la mentalità: si era svegliato in un letto nel bel mezzo di una stanza che non aveva mai visto in vita sua e, per giunta, in compagnia di persone del tutto sconosciute, eppure non aveva proferito nessuna domanda, nessun dubbio anzi, si era fidato del trio e delle loro intenzioni non ostili. Il fatto di averlo salvato evidentemente l’aveva allontanato da ipotesi scomode, ma se tutta quella fosse stata solo una trappola per capire la qualità delle informazioni in suo possesso, rivelare di non sapere nulla non lo rendeva una pedina inutile e quindi sacrificabile? Ovviamente il giovane poteva pure aver mentito, ma Joys scartò subito l’evenienza, convinto di aver udito nient’altro che mera verità.

    -Vedo che non te la cavi male nella meditazione, ma in quello stato pensi solo alla tua aura. Allora incominciamo con il primo esercizio: rimanere concentrato sia sulla mia spiegazione che sul mantenimento del Nen! Potrebbe essere molto difficile… ti consiglio di metterti in una posizione tale da non cadere dal letto, sai, potresti anche svenire-

    Il quarantenne si alzò dalla sedia, estraendo dalla tasca destra del suo elegantissimo completo una matita. Giunto ad un passo dal muro allungò la mano brandente la scura mina, e incominciò ad imbrattare di scritte la bianca parete. Ten, Zetsu, Ren, Hatsu. Evidentemente soddisfatto del suo piccolo atto vandalico, Joys si voltò nuovamente verso lo studente, indicando proprio con la matita la scritta “Ten”.

    -Mantenere la propria aura in prossimità del corpo, questo procedimento si chiama Ten. Il Ten è il primo dei quattro principi base del Nen e, seppur non sembra, il più semplice. Facendo pratica giungerai al punto che riuscirai a tenerlo attivo senza neanche accorgertene. Il Ten è come una seconda pelle che ti protegge dalle avversità del mondo esterno, molto utile. *Passò la punta della mina sulla parola “Zetsu”* Lo Zetsu è lo stato in cui l’aura viene nuovamente soppressa nel proprio corpo.. esatto, proprio come eri tu non meno di due giorni fa. Noterai però una cosa straordinaria: entrando nello stato di Zetsu non ti stancherai, anzi, recupererai più facilmente le energie. Il più grande maratoneta dei giorni d’oggi è un esperto di quest’arte… eheheh. Inoltre lo Zetsu funge come una specie di impermeabile agli occhi, cioè sarà assai più difficile individuarti, un po’ come un piccolo insetto nella foresta amazonica. *Matita sul “Ren”* Il Ren invece è lo stato successivo al Ten. Se nel secondo trattieni l’aura al tuo corpo, nella prima la fai esplodere in un furore di forza e determinazione. In questo stato è possibile aumentare di molto le proprie capacità offensive, seppur risulteranno leggermente diminuite quelle difensive. Il Ren è il primo step per l’applicazione delle altre arti Nen… e dell’Hatsu, del quale ora non parleremo…-

    Fece una piccola pausa, riprendendo anche un po’ di fiato. Non era certamente il massimo parlare così tanto, ma erano tutte spiegazioni che dovevano essere assimilate dal ragazzo… a proposito… com’era messo?

    -come ti senti?-

    //Puoi migliorare nei post, ma c’è tempo xD comunque lascio alla tua lealtà quanto effettivamente Hamano si sia stancato nel mantenere la doppia concentrazione. Non forzare i post, preferisco la qualità che la quantità… ma non farmeli di quattro righe xD//
     
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    Joys sembrò quasi rimproverare Hamano per il suo comportamento irresponsabile ed effettivamente aveva ragione, sfidare una persona che sapeva utilizzare il Nen senza neanche conoscerlo, l'avrebbe portato a morte certa e il ragazzo aveva visto gli effetti di un'attacco con esso era incredibilmente più potente rispetto al normale.
    Sentendo quelle parole il ventenne abbassò un'attimo lo sguardo rialzarlo subito dopo mettendosi a guardare il vecchio in faccia, il ragazzo non si ricordava nemmeno più l'ultima volta che qualcuno gli aveva rinfacciato di aver commesso uno sbaglio, ascoltando le parole che seguirono la critica fatta.
    L'uomo elegiò, in un certo senso, Hamano essendo che sembrava cavarsela bene nella meditazione anche se non bastava e allora iniziarono il primo esercizio dell'allenamento per il controllo del Nen. La prima prova del ragazzo consisteva nel riuscire a tenere l'aura intorno al suo corpo mentre rimaneva concentrato ad ascoltare la spiegazione di Joys, il quale consigliò al ventenne di mettersi in una posizione così da non cadere dal letto perché poteva anche svenire durante l'esercizio.

    Bene.

    Pensò Hamano mentre l'uomo si alzava dalla sedia, estraendo una matita dalla tasca destra, dirigendosi verso il muro bianco per poi scrivere quattro parole sul muro e vedendo questo il ragazzo iniziò a circondare il suo corpo con la sua aura, prestando particolare attenzione alla spiegazione del suo maestro.
    Joys, dopo aver imbrattato la parete, indicò con la punta della matita la parola Ten. L'uomo iniziò la sua spiegazione alla quale il ventenne presto particolarmente attenzione mentre teneva stretta la sua aura, vicino al corpo, e iniziando a sentire la fatica.

    Quindi per ora direi che ho imparato solo il Ten.

    Subito dopo Joys spostò la matita sulla scritta Zetsu, durante la spiegazione di quest'ultima al ventenne iniziarono a cadere le prime goccie di sudore dalla fronte, rimanere concentrato sulla spiegazione e nello stesso tempo rimanere nello stato di Ten era più difficile di quel che sembrava ed era il principio più semplice per l'apprendimento del Nen. Dopo aver spiegato la funzione dello Zetsu passò al Ren, il quarantenne disse che questo era il passo successivo del Ten e al contrario di esso l'aura veniva fatta esplodere aumentando la forza d'attacco ma le capacità difensive invece scendevano un pochino, fermando la sua spiegazione e tralasciando l'Hatsu.
    Una volta finita la spiegazione Hamano aveva tutta la faccia sudata e si ritrovava con il fiatone era come se avesse partecipato a una maratona e ora si trovava senza energie, nonostante tutto decise di continuare a tenere la sua aura intorno al corpo rispondendo anche alla domanda di Joys.

    Un po stanco, ma posso continuare.

    Comunicò il ragazzo al suo maestro mentre si appoggiava con le mani sul letto per la stanchezza, Hamano era decisamente al limite della sua resistenza ma voleva lo stesso continuare, in un certo senso aveva fretta di finire quell'allenamento e mettersi ad affrontare un vero avversario.
     
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    Le goccioline di sudore che scendevano dal viso del giovane stonavano completamente con le parole da lui stesso pronunciate. Era un ragazzo che amava impegnarsi, seppur allo stremo delle forze, e ciò gli rendeva sicuramente onore, ma non per questo avrebbe dovuto affaticare più del dovuto il suo fisico. Joys squadrò il ragazzo affannato, mostrando un sorriso misto a divertimento e comprensione. Abbassò la matita facendola scorrere lungo la parete, sottolineando la parola “Ten” come ad eliminarla. Si era dimostrato piuttosto temprato il ventenne, ma per fare un passo avanti avrebbe dovuto impiegare almeno il doppio delle energie spese pocanzi. L’uomo attese un paio di secondi preziosi prima di riprendere a parlare, lasciando la possibilità al suo allievo di recuperare un po’ dell’agognata aria.

    -Per adesso basta così… sei indubbiamente bravo, ma come ti ho detto: il Nen non è uno scherzo, anzi, se utilizzi in maniera sconsiderata la tua aurea finirai per perdere coscienza nel bel mezzo di un duello. Non credo ti debba spiegare io cosa ciò comporterebbe. Fatti un riposino, vedrai che ti sentirai meglio… diciamo che ci rivediamo tra tre o quattro ore al massimo-

    Le repliche non sarebbero state ammesse, seppur Joys era ben conscio che la voglia dell’allievo difficilmente si sarebbe smorzata con tale facilità. Lasciò scivolare via lo sguardo, puntando il piccolo armadio che si trovava nei pressi della finestra. In legno finemente lavorato, lasciava intravvedere al suo interno una sacca color nocciola, la stessa che l’uomo afferrò e mise a tracolla. Le calzava a pennello, il che lasciava intuire fosse una sua proprietà. Sistemata giacca e basco, senza più dire una parola, fece un cenno di saluto con la mano al ragazzo, lasciandolo completamente di sasso. Si, stava proprio per abbandonare la stanza lasciandolo li solo. Aprì la porta e scomparse alle sue spalle. Ovviamente Alexander aveva i suoi motivi e i suoi perché, soprattutto dopo esser stato lui stesso ad offrirsi come maestro, ma tutto ciò ancora non era ancora dato saperlo.
    Rimasto solo in quelle quattro mura, Hamano si trovava davanti una vasta varietà di scelte: riposarsi, continuare da solo l’allenamento, provare a seguire il proprio maestro di nascosto oppure palesarsi a lui ed insistere affinché continuasse la spiegazione ecc… la mossa più saggia da fare? Nessuno poteva dirlo


    //Indipendentemente da quel che sceglierai di fare, da li a pochi minuti la stanza in cui ti troverai salterà in aria. Dunque, a conti fatti, puoi scegliere liberamente di esserne direttamente o meno coinvolto. Se scegli di rimane ti dovrai difendere dalla deflagrazione come meglio credi, e sarò successivamente io a decidere se subirai o meno qualche danno. L’esplosione non è fortissima, ma localizzata, proprio come se si trattasse di un attentato. Sei libero successivamente di fare e pensare quel che vuoi… //
     
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    Erano passati pochi secondi da quando Joys aveva lasciato la stanza e adesso il ragazzo stava iniziando a pensare a cosa avrebbe potuto fare nell'attesa di quelle tre o quattro ore di riposo concessogli dal suo maestro prima di continuare l'allenamento. Il vecchio si era allontanato in un modo decisamente strano e Hamano non aveva avuto neanche il tempo di dire qualcosa prima che lui sparisse dalla sua vista.

    Credo che andrò a fare un giro per la città, a rimanere fermo qui non ottengo niente.

    Così il ventenne si alzò dal letto perdendo l'equilibrio per un momento, ritrovandolo subito dopo e mettendosi in marcia per uscire da quella stanzetta. Il ragazzo a stare li dentro da solo si sentiva in trappola e poi non avrebbe avuto niente da fare al suo interno, mentre usciva dalla stanza il suo sguardo venne catturato dalle parole scritte da Joys sul muro.

    Ten, Zetsu, Ren e Hatsu.

    Rimase fermo qualche altro secondo ad osservare i principì del Nen ripensando alla spiegazione del quarantenne che era avvenuta qualche istante prima.
    L'allievo uscì fuori dalla stanza, lasciando anche l'edificio in cui si trovava e quando fece i primi passi all'esterno la camera nella quale si trovava prima esplose con un incredibile boato, allora Hamano si girò indietro guardando la finestra dalla quale iniziarono a divampare le fiamme e del fumo nero iniziò a uscire da essa.

    Sono stato fortunato.

    Pensò il ventenne con uno sguardo preoccupato mentre guardava il luogo nel quale fino a pochi minuti prima si stava allenando, il rumore era stato forte ma i danni non dovevano essere molti e comunque sicuramente qualcuno aveva già avvisato i vigili del fuoco. Le persone stavano iniziando a raggiungere il luogo dell'esplosione e si andava a formare un'enorme folla quindi Hamano decise di allontanarsi da lì, non gli piaceva rimanere bloccato in mezzo a troppe persone si sentiva come un topo in trappola.

    Adesso riposerò un po, poi continuerò ad esercitarmi nel Ten.

    Il ventenne prendendo la sua decisione si allontanò dal luogo dell'attentato e una volta che si trovava abbastanza lontano da quella mandria di gente cercò una panchina su cui sedersi per ritrovare un po di energie e riprendere la sua esercitazione sul Nen.

    Chi potrebbe essere stato?

    Mentre il ragazzo era seduto sulla panchina questa domanda si faceva spazio nella sua mente, era stato una di quelle quattro persone oppure un membro della famiglia Shon, Hamano non lo sapeva l'unica cosa di cui era convinto era il fatto che prima o poi l'avrebbe scoperto.

    Il vecchio è decisamente forte, credo che se fosse venuto qualcuno l'avrebbe scoperto.

    Pensò con lo sguardo perso nel vuoto.

    Almeno che non sia stato uno dei suoi subordinato o qualcuno forte come lui.

    Un sorriso si fece posto sul volto di Hamano, stava sicuramente succedendo qualcosa di strano e la cosa stuzzicava il ventenne.

    Per ora aspetterò qui, molto probabilmente ritornerà fra tre ore più o meno.

    Così rimase seduto sulla panchina per una trentina di minuti e quando sentiva la stanchezza passargli, decise di alzarsi e iniziare a camminare per le strade mentre teneva attivò il Ten così da riuscire ad abituarsi nell'utilizzare questa tecnica così da padroneggiarla meglio.
     
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    Una mano si posò improvvisamente sulla spalla destra del giovane, arrestandone così i passi. Una figura non definita sostava al suo fianco. Alto poco più di un metro e ottanta, un lungo soprabito grigio. La sensazione di aver già avuto l’occasione d’incrociare la strada di quell’individuo era forte, molto forte. Si levò il cappuccio da sopra la testa, rivelando così la propria identità. Un volto maturo, almeno trent’anni, dai lineamenti marcati e decisi. Portava un pizzetto d’orato, corti capelli color grano; i suoi occhi, verdi come le praterie nella periferia di Padokia, trasudavano freddezza e gelo. Lo sconosciuto incrociò lo sguardo del ventenne, parlando con fare solenne ed autoritario.

    -E’ la seconda volta nell’arco di tre giorni che le nostre strade si incrociano… ho pensato inizialmente si trattasse di una coincidenza, ma vedendo quella fascia ho capito tutto. Seguimi ora…-

    Un ordine che non ammetteva repliche fu quello impartito dallo straniero. Sarebbe stato meglio assecondare la sua richiesta senza opporre resistenza alcuna, oppure cercare in qualche modo di sfuggire dalle sue grinfie? I due si trovavano al momento proprio al centro della via più trafficata della città, tornata viva e prolifica come di consuetudine, dunque sarebbe stato abbastanza facile cercare di creare scompiglio e tentare la fuga. Himano doveva mettere però in conto che molto probabilmente quell’individuo era in possesso di doti e capacità straordinarie, infondo era riuscito a sorprenderlo alle spalle in maniera del tutto naturale.

    Se invece avesse deciso di seguire l’uomo, i due avrebbero lasciato la via chiassosa preferendo una ben più tranquilla traversa. Li, accurato di non esser stato visto e seguito da nessuno, l’uomo avrebbe lasciato la presa sulla spalla del ragazzo portando la mano all’interno della giubba e puntandogli contro, senza estrarla, una pistola. Le sue intenzioni, a quel punto, sarebbero state abbastanza chiare: informazioni. Esattamente come Joys, anche lo sconosciuto avrebbe posto delle domande al ragazzo, ma al contrario del primo, le intenzioni di questi non davano l’impressione dell’essere pacifiche.


    -Dove sono andati i tre Hunter? Sei uno di loro?-

    //Hai una bella scelta da dover compiere. Ovviamente questi sono i due scenari che ti propongo io nel casi in cui decidi di provare la fuga o seguire l’uomo, ma di opzioni ce ne sono molte… enjoy!//
     
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