La Scommessa e l'Affare

Apprendimento Basi Nen per _gin

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    Notando la reazione di Blaze alla sua semplice richiesta, il misterioso uomo con il basco si girò nuovamente verso il ragazzo in modo da essere faccia a faccia. Durante quegli attimi si silenzio sembrava guardagli dentro con lo sguardo, come se lo stesso studiando ed allo stesso tempo fosse in qualche modo interessato a lui. Un piccolo sorriso si stampò sul volto di quell'uomo, prima che Blaze gli rivelasse le sue vere intenzioni la questione Nen. Una volta che poi il giovane si presentò a questi porgendogli la mano lui, di tutta risposta, egli posò una mano sulla spalla del ragazzo dicendogli.
    -Piacere mio, signorino Albaran. Io sono Alexander Joys ma, vede, purtroppo non è questo il luogo adatto per parlare di simili cose, dunque, prego, mi segua-
    Come sempre l'impulsività del ragazzo si dimostrava alquanto seccante. Bè aveva compreso che questo Nen fosse una cosa molto misteriosa, potente e pericolosa al tempo stesso; ed effettivamente il parlarne liberamente in una piazza frequentata all'ora di cena non era una cosa molto saggia. Limitandosi ad annuire alle sue parole, conscio della stronzata che aveva appena fatto, seguì a ruota Alexander che iniziò ad addentrarsi all'interno delle strade di Padokia.
    Durante il viaggio nessuno dei due era interessato a proferire parola: Alexander sembrava assorto nei suoi pensieri, mentre invece Blaze, conscio del fatto che forse non respingendolo immediatamente ma invitandolo da qualche il "Sensei" aveva tutte le intenzioni di insegnargli il Nen, se ne stette zitto zitto a seguire la sua giuda in modo da non disturbarlo più del dovuto. Dopo circa una mezz'ora abbondante giunsero dinnanzi ad un enorme hotel lussuosissimo di colore bianco. Blaze non aveva mai visto da così vicino un edificio talmente imponente e lussuoso, di conseguenza rimase ammaliato per qualche secondo.
    Questo vive qui dentro?? Ma quando diamine è ricco??
    Penso a bocca aperta, per poi ricomporsi e, notando che stava entrando, dirigersi rapidamente verso l'entrata.
    Una volta dentro passarono per la reception a prendere le chiavi della camera, per poi dirigersi verso un ascensore che sembrava fatto interamente d'oro. Durante il tragitto tutte le persone che incontravano, gente sicuramente altolocata e piena di quattrini con la puzza sotto il naso, guardavano il giovane dai capelli celesti e dall'abbigliamento per niente adatto a tale contesto, come se avessero visto un appestato. Daltro canto Blaze non fece nemmeno caso a ciò in quanto era completamente rapido dall'eleganza e dal lusso del posto in cui si trovava. Meglio così in quanto se si fosse reso conto di cosa stava accadendo intorno a lui poteva dar vita anche ad una rissa e quello non era decisamente ne il luogo ne il momento per essere impulsivi.
    Dentro l'ascensore Alexander sembrò commentare con disgusto l'atteggiamento che le persone avevano riservato verso il suo ospite e questo, come in precedenza, si limitò ad annuire quasi senza ascoltare ciò che gli era stato detto mentre era rapito dal tabellone luccicante dei pulsanti dell'ascensore.
    Raggiunta la stanza del Sensei entrarono rapidamente in modo da non dare il tempo di entrare ad i fastidiosi dipendenti dell'hotel che sembravano sbucare come funghi. Come un bambino davanti ad una coppa di gelato, Blaze si diresse immediatamente verso l'immensa porta a vetri che affacciava su quasi tutta Padokia. Quella visione lo aveva stregato: in quel momento invece di avere davanti a se un esperto nell'arte del combattimento ravvicinato con anni ed anni di allenamento alle spalle, Alexander poteva pensare di avere un bambinetto che per la prima volta fa visita ad un parco dei divertimenti.
    Furono le parole di questo a portare alla realtà il ragazzo, dicendosi di mettersi comodo ed indicandogli una sedia rovesciata; senza fare caso alla confusione presente. Un pò imbarazzato Blaze si diresse verso la sedia in modo da sistemarla e mettersi seduto, dicendo.
    Mi scusi... è che è la prima volta che metto piede in un posto del genere e ne sono rimasto completamente stregato...
    Successivamente Alexander spiegò che l'uomo che gli aveva parlato del Nen era sicuramente un incosciente e che se lo voleva apprendere e continuare la discussione doveva scegliere due modi: quello lento e sicuro, ovvero la meditazione, o quello rapido e pericoloso detto il "Battesimo". Bella domanda, sicuramente un qualcosa che richiese parecchio tempo di meditazione da parte del ragazzo. Chinando la testa verso il basso e mettendo le braccia incrociate sul petto si chiuse in se stesso a pensare.
    La sua voglia di apprendere questo potere era alta, voleva riuscire ad usarlo nel minor tempo possibile. Non molto per poter andare a pavoneggiarsi in quella lurida bisca clandestina o per vendicarsi verso Amish, che comunque poteva farlo anche a cose normali, ma più che altro perchè da lottatore sfegatato quale era, il desiderio di apprendere un potere che potesse andare al di là delle umani comprensioni era alto, altissimo. Sicuramente, come tutte le cose potenti e pericolose, se avesse optato per la meditazione, sarebbe necessitato un lungo e noioso periodo di studio.
    Ci ho messo una vita per apprendere le basi del Muay Thai...
    Pensò facendo un piccolo sospiro ripensando agli allenamenti che aveva fatto da piccolo. Daltro canto da quello che aveva sentito dire questo "Battesimo" era decisamente pericoloso e di rischiare la pellaccia non se ne parlava; anche se per un breve momento l'idea lo allettava.
    Molto perplesso sul da farsi continuò a ragionare su quelle poche informazioni di cui era a conoscenza e, sollevando lo sguardo in modo da fissare dritto negli occhi Alexander gli chiese con fare serio.
    Mi dica una cosa: questo Battesimo viene eseguito se un utilizzatore di Nen colpisce un non utilizzatore sfruttando questo potere, ma colui che lo trasferisce non è costretto a fare male al non utilizzatore per risvegliare il Nen sopito al suo interno... o sì?
    Concluse aspettando una risposta. Ormai era palese che il ragazzo, di questo Nen, conosceva solo 2 o 3 informazioni buttate lì, come anche che la sua voglia di apprenderlo era tale da tentare il "Battesimo" se la sua ipotesi fosse fondata: ovvero che non è necessario fare del male a colui che si deve risvegliare il Nen. Se poi c'erano anche altre controindicazioni non poteva saperlo, tuttavia se ciò era fattibile sicuramente era quello il modo in cui avrebbe voluto aprire gli occhi.
     
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    Diede un piccolo calcio ad una lattina di birra posta proprio davanti la porta del bagno, facendola così scivolare sotto il letto. Aveva lasciato il giovane allo spettacolo che la stanza aveva da offrire e a una decisione che sarebbe stata assai importante per il proseguimento di quella chiacchierata. Ovviamente Joys dava già per scontato il coinvolgimento del ragazzo nell’arte del Nen, lui non attendeva altro che sapere con quale metodo dover procedere. Intanto si sfilò di dosso il gilet bicolore, posandolo sulle stropicciate coperte del materasso, e si alzò le maniche della verde camicia abbastanza da lasciar scoperti per interi gli avambracci. Con dimestichezza schivò un paio di ventiquattrore, portandosi verso il comodino, posto proprio di fianco alla testata letto. Aperto il cassetto ne tirò fuori una borsa marrone scuro. Non sembrava particolarmente costosa, ma l’artista la maneggiava con molta cura e dedizione, come se si trattasse di qualcosa di importante. Per un attimo la aprì, infilandoci dentro una mano. Capire cosa li dentro risiedeva sarebbe stato difficile, ma subito dopo l’uomo estrasse una matita e un taccuino, indizi che dicevano tutto e non dicevano niente. Alla fine sistemò la stessa sacca sopra il materasso, lasciandosi andare su di una rossa poltrona sistemata in maniera tale da poter usufruire della vista panoramica al meglio. Seduto a pochi metri di distanza v’era Blaze, dubbioso sulla strada da dover intraprendere in quella circostanza. Un sorriso solcò il volto dell’artista.

    (Opterà sicuramente per il Battesimo. Fosse stato più giovane di almeno cinque-sei anni, allora neanche gliene avrei parlato, limitandomi al più ad etichettare quel metodo come “mortale” e così indirizzandolo verso la meditazione, ma ad occhio è croce avrà tra i diciotto e i vent’anni. Se vuole davvero trarre il massimo dal Nen si renderà conto da solo che perdere altro tempo alla riscoperta di sé stessi potrebbe essere deleterio anziché costruttivo)

    Distorse lo sguardo dal giovane, socchiudendo gli occhi. Si concentrò proprio come aveva fatto nell’occasione in cui s’era accertato della posizione della giovane Akane, ma al contrario della volta precedente non riuscì a vedere e percepire nulla. Evidentemente alcune delle condizioni non erano più soddisfatte, il ché ora gli impediva persino di controllare il locale. Poco male, voleva dire che per quella giornata avevano chiuso bottega. Il tempo di tornare alla realtà ed ecco che il ragazzo incrociò il suo sguardo. Sembrava esser deciso, o per lo meno serio. Pronunziò parola poco dopo, rivelando così il suo pensiero sul Battesimo. Era evidente la sua scelta e tale domanda, seppur apparentemente innocua, non faceva che confermarne l’ipotesi. Comunque Blaze aveva avuto la giusta intuizione: se il maestro Nen fosse stato abbastanza bravo, allora non vi sarebbe stati danni per il non utilizzatore. Al canto suo Joys aveva svolto così tante volte quella pratica che poteva vantare s’esser più esperto d’un comune maestro. Ebbene, mentire non sarebbe stata la giusta soluzione. Rigirò la matita tra le dita della mano destra.

    -Se l’utilizzatore di Nen è abile a non perdere il controllo, allora non vi saranno effetti negativi sul non utilizzatore. Ciò ovviamente può variare da persona a persona, ci sono stati casi in cui anche un Battesimo ben eseguito sia risultato pericoloso, ma si parla di rarità. Se esaminiamo il tuo caso… non avresti ripercussione alcuna-

    Ciò sarebbe sicuramente bastato per convincere definitivamente Blaze, dunque non gli rimaneva che attendere una sua conferma… anzi no, forse sarebbe stato meglio anticiparlo leggermente, infondo difficilmente avrebbe avuto un cambiò repentino d’idee. Afferrò saldamente il pezzetto di legno con quale aveva giocherellato, usandolo finalmente per la funzione associata. La mina scivolò lungo il foglio bianco del taccuino, sorretto con la mano opposta, formando la parola “Determinazione”.

    -Rilassati intanto che io mi preparo a risvegliare i tuoi poteri e raccontami un po’ com’è che un ragazzo così giovane già possiede un tono muscolare d’un esperto marziale-

    Posò il blocco da disegno sul bracciolo della rossa poltrona, alzandosi.
     
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    Mentre era assorto nei suoi pensieri, Alexander si stava mettendo comodo levandosi il gilet bicolore ed arricciandosi le maniche dell'elegante camicia. Aveva anche tirato fuori una strana borsa marrone dall'aspetto un pò trasandato che stonava con tutto il lusso circostante, ma pareva maneggiarla con cura come se fosse molto importante. Presa una matita ed un taccuino se ne tornò a sedere aspettando la fantomatica risposta di Blaze. D'altro canto il giovane ragazzo non aveva nemmeno fatto caso a tutto ciò, da quanto era assorto nei suoi pensieri.
    Tutto era così silenzioso ma allo stesso tempo molto calmo. Una volta udita la risposta che prendeva in esame il Battesimo, Alexander continuò a fissare il ragazzo con aria abbastanza interessata e, mentre stava giocherellando con il pezzetto di legno, confermò la sua ipotesi appena esposta sul Battesimo. Proprio come immaginava risvegliare il Nen in un individuo in maniera "forzata" non doveva necessariamente essere in maniera brusca o pericolosa per il non utilizzatore, poi si sa a questo mondo tutto può accadere, anche l'imprevisto più inaspettato, ma se ci si preoccupa di queste cose tanto vale starsene rinchiusi nella propria camera con le finestre tappate e porte sprangate; ed il ragazzo dai capelli celesti non era il tipo da preoccuparsi di queste cose.
    Un grande sorriso di contentezza si dipinse sul suo volto, i pugni si strinsero dall'eccitazione, conscio che di lì a poco la sua vita sarebbe completamente cambiata.
    Evvaiiii!!!
    Furono gli unici pensieri del ragazzo all'udire le ultime 4 parole del suo futuro maestro "non avresti ripercussione alcuna", mentre i suoi occhi brillavano mostrando l'eccitazione e la determinazione che lo stavano pervadendo. Notando la sua reazione questi scrisse qualcosa sul taccuino che teneva in mano e senza perdere altro tempo gli chiese come mai un ragazzo della sua età aveva già un corpo così tonico e muscoloso degno di un esperto marziale; inoltre aspettando la sua risposta si sarebbe preparato ad avviare la procedura del Battesimo.
    Anche se gli era stato detto di rilassarsi non fu poi così facile, gli ci vollero una quindicina di secondi abbondanti facendo dei profondi respiri prima che potesse calmare un pò i bollenti spiriti. Una volta più rilassato spostò il capo in direzione della grande porta a vetri, quasi come se stesse cercando di scavare nei suoi ricordi alla ricerca di una storia da raccontare, ma dopo alcuni secondi, invece di mostrare la tipica faccia di contentezza e malinconia di una persona che riporta alla luce piacevoli ricordi lontani, sul suo volto si palesò un'espressione di paura e brivido; per poi scoppiare in una piccola risata.
    Girandosi nuovamente verso Alexander gli disse con il suo solito fare socievole e solare.
    Mi scusi, mi era tornato alla mente un vecchio ricordo divertente ma terrificante al tempo stesso... bè fin da piccolo non avevo alcun interesse nelle arti marziali e nel combattimento in generale, ma preoccupati per il mio futuro i miei genitori mi hanno dato in tenera età a mio zio, un vecchio scorbuto all'antica e decisamente severo che nel suo fiore degli anni era un maestro marziale. Seguendo i suoi insegnamenti ed il suo rigoroso metodo di vita oggi sono diventato quel che vede...
    Si soffermò un attimo alzando il braccio destro piegandolo e mettendo in mostra il possente bicipite, quasi come se ne fosse orgoglioso.
    ... e nonostante abbi sputato sangue e condotto un'infanzia ed adolescenza decisamente tosta e fuori dai canoni normali, devo ringraziare mio zio perchè mi ha mostrato un nuovo modo di vedere il mondo, eheh
    Concluse chiudendo gli occhi e mostrando un grande sorriso a trentadue denti. Non voleva essere troppo logorroico andando a raccontare la sua storia di vita, tuttavia durante il suo breve discorso era palese quanto lo rendeva felice parlare di suo zio e del periodo vissuto con lui.
     
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    Dunque era stato lo Zio ad introdurlo così bene in un ramo delle arti marziali assai complicato e articolato. Beh, ad una prima occhiata sembrava proprio avesse fatto un ottimo lavoro, ma sicuramente la cosa più importante era un’altra: Blaze era veramente felice del suo stile di vita. In un attimo l’artista capì quanto il giovane tenesse al suo primo “maestro” e di quanto nel profondo lo ammirasse. Non c’era cosa migliore che udire una storia appagante e priva di rancori o vendette. Ora che conosceva un poco in più di lui e di quel che aveva vissuto nell’arco della sua giovane vita, era pronto per incominciare il trattamento. Non sarebbe stato particolarmente doloroso, né lungo, bensì quel poco che bastava per far fluire un po’ d’aura in quei punti di fuga ancora completamente sigillati. Alzatosi dalla poltrona si fece alle spalle del suo nuovo allievo. Sfruttando il riflesso del vetro, con un ampio gesto delle mani, lo invitò a respirare ancora più profondamente; agire prima del dovuto e senza un perfetto equilibrio mentale da parte del “paziente”, ecco cosa doveva evitare un maestro di Nen. Attese un paio di secondi, poi, accertatosi che il battito cardiaco di ello si fosse ormai assestato, vi posò entrambe le mani sulla schiena. I polpastrelli premettero contro l’unica protezione che staccava le due cuti con lieve intensità, percependo l’esatta posizione dei nodi più significativi. Uno, due, tre… Blaze ancora non poteva notarlo ma in quel preciso istante le mani dell’artista parvero infuocarsi d’un candido bagliore, lo stesso che successivamente trapassò le sue carni, circolando rigogliosamente in ogni vena o capillare. Un intenso calore e un lieve dolore per avere in cambio la propria vera forza vitale. Il procedimento trovò la sua fine subito dopo che l’uomo lasciò la presa dalla sua schiena.

    -Ecco fatto. Apri gli occhi ed osserva-

    Il corpo del giovane era come avvolto da un trasparente velo d’ardente energia che, poco alla volta, abbandonava il suo corpo innalzandosi al soffitto. Una persona qualsiasi avrebbe detto stesse andando a fuoco, ma in realtà non era così. I punti di fuga erano stati aperti e ora l’energia vitale di Blaze poteva liberamente uscire dal suo corpo, abbandonandolo. Sarebbero bastati un paio di minuti in quello stato per mandarlo k.o dalla svenimento, dunque, ora che poteva, era giunto il momento di dare una vera introduzione a quel potere. Rapidamente si avvicinò al letto, mettendo ancora una volta le mani nella borsa marrone. Questa volta furono un pennello e una tavolozza a fare la loro comparsa. L’artista tinse di nero la punta del sul magico strumento intingendolo nel colore presente sull’asse di legno, e incominciò ad imbrattare il muro di scritte varie. In alto v’era riportata la parola “Nen”, più in basso, una di seguito l’altra, le parole “Ten”, “Zetsu”, “Ren”, “Hatsu”. Con una mezza giravolta si fece verso il giovane, ancora in prossimità della sua sedia.

    -Ascolta, abbiamo solamente un paio di minuti prima che tu svenga, dunque, se vogliamo evitare ciò, è meglio tu comprenda subito il primo gradino del Nen. Posò gli attrezzi del mestiere sul pavimento. Il Nen altro non è che la tua forza vitale. Quel sudario che ora ti avvolge e sta volando poco alla volta via e composto dalle tue energie, quindi, se non riuscirai a tenerle presso il tuo corpo, si disperderanno e perderai i sensi. Lo so, a parole può sembrare semplice, ma ti assicuro che non lo è. Per prima cosa chiudi gli occhi e sgombera la mente da ogni nefasto pensiero… devi rimanere solamente te e la tua essenza, dimenticati di tutto il resto. Con la mano indicò la prima delle quattro parole riportate sul muro Il procedimento con il quale mantieni l’Aura nei pressi del tuo corpo si chiama Ten.-

    Le spiegazioni tecniche sulle restanti tre abilità Nen sarebbero giunte più avanti, ora quel che contava era riuscire a focalizzarsi nel Ten il giusto necessario, quindi l’artista si fece silente, attendendo pazientemente che Blaze riuscisse ad equilibrare, almeno grezzamente, la sua aura. Purtroppo l'abilità di un sensei non si poteva misurare fisicamente, bensì solo concettualmente. Apprendere e migliorarsi nel Nen infatti, dopo aver ricevuto un'infarinatura sulle diverse sfaccettature dello stesso, era un compito esclusivo dell'utilizzatore e la rapidità di crescita sarebbe dipesa da due unici fattori: la Determinazione e il Talento.
     
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    Ascoltata la sua breve storia adesso finalmente poteva iniziare il tanto atteso apprendimento del Nen. Alzatosi dalla sua poltrona il nuovo sensei del giovane Blaze si posizionò alle sue spalle. Continuando a seguirne i movimenti girando la testa verso il suo riflesso nella grande porta vetri, Blaze notò che con dei gesti della mani volesse che si rilassasse ancora un pò.
    Seguendo le sue indicazioni annuì e chiudendo gli occhi cercò di liberare la mente da tutti quei frivoli pensieri che attualmente la stavano pervadendo. Rilassando ogni muscolo del corpo iniziò a respirare profondamente ed in breve tempo anche a rallentare il battito cardiaco, raggiungendo uno stato di meditazione. Nel corso degli anni aveva eseguito questo esercizio una miriade di volte con suo zio, quindi per lui era un gioco da ragazzi.
    Non appena fosse completamente rilassato Alexander iniziò a tastare la parte superiore della sua schiena come se fosse alla ricerca di alcuni punti specifici e poco dopo un intenso calore scaturì da questi per poi propagarsi ad ogni singola parte del suo corpo. Quel calore assomigliava molto a quello che aveva percepito qualche ora prima quando quel viscido di Amish lo aveva afferrato per un braccio, ma era decisamente più intenso ed anche accompagnato da un lieve dolore perfettamente sopportabile.
    Nonostante questo Blaze riusciva a mantenere in maniera accettabile la concentrazione acquisita, infatti il suo battito cardiaco accelerò ma non di molto. Furono le parole del sensei a destarlo da quello stato, dicendogli che adesso poteva pure aprire gli occhi. In quel momento egli aveva levato la mano dalla sua schiena, facendo cessare quel dolorino ed alleviare un pò la sensazione di calore.
    Ora che finalmente poteva fare affidamento sulla sua vista notò stupefatto quell'intenso strato di energia viva che ricopriva ogni singola parte del suo corpo, quasi come se fosse avvolto da una strana aura magica di colore rosso da super eroe dei fumetti. Con un sorriso in volto iniziò a scrutare attentamente mani, braccia, piedi, gambe, busto, tastandole a sua volta, come se non credesse a ciò che i suoi occhi gli mostravano. Tuttavia dopo alcuni secondi un senso di affaticamento sembrava attanagliarlo ed infatti osservando meglio il flusso di quella strana energia poteva chiaramente vedere che andava verso l'alto per poi scomparire nel nulla. Che fosse questo il motivo per cui la Battesimo poteva essere deleterio per il proprio fisico? il fatto che andasse a prosciugare forzatamente le sue energie?
    Non appena questa domanda gli passò per la testa portò nuovamente la sua attenzione verso il sensei che nel frattempo aveva preso una tavolozza ed un pennello e scarabocchiato il muro davanti a se scrivendo 5 parole, una sotto l'altra: Nen, Ten, Zetsu, Ren ed Hatsu.
    Ascolta, abbiamo solamente un paio di minuti prima che tu svenga, dunque, se vogliamo evitare ciò, è meglio tu comprenda subito il primo gradino del Nen
    Disse Alexander posando gli attrezzi per terra. Ancora una volta il ragazzo ci aveva visto giusto e conscio che la sua incolumità era in pericolo si fece molto più serio e drizzò le orecchie ascoltando attentamente ciò che gli veniva detto.
    Quella che sgorgava dal suo corpo era effettivamente la sua energia vitale e se non fosse riuscito a controllarla e stabilizzarla in breve tempo avrebbe rischiato di perdere i sensi prosciugato di energia. Questo procedimento veniva chiamato Ten e per farlo era necessario, come prima, raggiungere uno stato di meditazione e concentrazioe.
    Ancora una volta, semplicemente annuendo senza proferire alcuna parola, Blaze chiuse gli occhi ed iniziò a distendere ogni fibra del suo corpo aiutandosi con lunghi e regolari respiri. Da quando il procedimento del Battesimo era stato avviato erano passati almeno una trentina di secondi abbondanti, sentiva chiaramente il suo corpo prosciugarsi di energia, quindi doveva fare alla svelta se non voleva svenire e buttare tutto in malora.
    A differenza di prima non fu così facile riuscire a rilassarsi: diversi fattori, come lo strano senso di stanchezza in aumento pur non facendo nulla ed il calore che avvolgeva il suo corpo, lo infastidivano rendendogli il processo più difficoltoso del normale, ma riflettendo su ciò che gli era stato appena detto doveva "trattenere" quella strana aura, Così, avvalendosi della sua immaginazione, continuò a respirare profondamente focalizzando la sua immagine nella sua testa, ma con un'aura che lo avvolgesse completamente in maniera regolare e fluida come se fosse una seconda pelle. Il sistema sembrava funzionare ed infatti prima dello scadere dei due minuti indicatogli dal sensei quel senso di affaticamento sembrava diminuire sempre più fino a diventare quasi impercettibile. Che ci fosse riuscito? senza scomporsi con il timore di perdere la concentrazione e mandare tutto in fumo, aprì lentamente gli occhi ed osservando la sua immagine riflessa sulla vetrata accanto a lui potè vedere il suo corpo, sempre seduto sulla sedia, ancora avvolto da quell'aura rossa. A differenza di prima però ora invece di continuare a salire verso l'alto si era stabilizzata intorno a lui. Certo non era perfetta e lineare come se l'era immaginata, era parecchio grezza ed ogni tanto qualche piccolo brandello sembrava staccarsi verso l'alto, ma si poteva ritenere abbastanza soddisfatto dato che non era svenuto come un idiota e sembrava mantenere quello stato senza stancarsi più del dovuto.
    Girando la sua testa verso il sensei si alzò in piedi molto lentamente, per poi, mantenendo una posizione eretta e fiera, chiedergli.
    Che ne dice?
     
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    Joys poté osservare in prima persona il sudario di vitale energia che avvolgeva il giovane, poco alla volta, venire domato. Solitamente, anche solo per giungere a quel livello di dominazione della propria Aura, un normale utilizzatore avrebbe impiegato almeno quattro mesi, mentre a Blaze, evidentemente conscio e pratico dei frutti della meditazione, erano bastiti una manciata di minuti. Era possibile avesse sotto gli occhi un nuovo papabile talento del Nen, ma effettivamente era ancora troppo presto per azzardare simili ipotesi. Quando riaprì gli occhi riuscì a notare il volto di Alexander più sorridente che mai, il ché già poteva fornirgli una risposta alla domanda poco dopo espressa. Ora che aveva i nodi degli occhi aperti sarebbe stato sicuramente capace di vedere anche il Nen di altre persone, dunque, per fargli fare una prima esperienza, decise di entrare gli stesso in stato di Ten, lasciando così lo Zetsu che fino a quel momento lo aveva celato all’attenti occhi di altri utilizzatori. L’intero Joys fu avvolto in un controllato e ordinato fluire d’aura che si staccava dai vestiti e dalla cute di un paio di centimetri. Al contrario dell’aura emanata dal giovane, quella dell’artista non dava segno di possedere un colore particolare, infatti dava più l’impressione d’assomigliare ad uno strato di denso vapore. Forse, senza neanche saperlo, Blaze stava andando qualche gradino più avanti del previsto. Poggiò con evidente soddisfazione le due mani sui fianchi, assumendo la tipica posizione della “brocca”.

    -Stai andando benissimo. Quando riuscirai a mantenere questo stato anche durante il sonno, allora potrai dire di saper usare al meglio il Ten. Comunque devo dire che te la sei cavata egregiamente, molti arrivano a questo controllo dopo mesi e mesi, ma devi controllarti di più. La tua aura e rossa, ciò vuol dire che non hai raggiunto la giusta calma. Non è una questione di meditazione, bensì d’animo. Saprai di aver fatto bene quando diverrà quasi incolore.-

    Chinandosi raccolse la tavolozza e il pennello, tingendo nuovamente la punta di questo nel vero. Non riportò nuove scritte sul muro, bensì si limitò a cerchiare la parola Ten.

    -Direi che per questa sera può bastare così. Se vuoi puoi rimanere qui ad esercitarti per tutto il tempo necessario, oppure puoi andare via e tornare domani. L’unica cosa che non devi fare è tornare alla locanda. Detto ciò… buona serata e scusa se ora scappo, ma ho un impegno. Ti lasciò le chiavi della camera sul divano e mi raccomando… non mancare di esercitarti.-

    Riposti nella borsa marrone, messa per l’occasione a tracolla, gli strumenti da pittore più la matita e il taccuino, l’uomo accennò con il capo un saluto, schizzando letteralmente via dalla sua Suit.

    //scusa il post scarno ma debbo andare e non ti volevo lasciare senza nulla in mano xD Decidi te cosa fare, di opportunità ne hai. Se ti eserciti riuscirai ad avere per il mattino successivo un controllo migliore del Ten, in caso contrario rimarrà com’è ora. Enjoy. Ah, nel caso decidessi di tornare il mattino seguente e non fermarti, Joys sarà in camera al tuo arrivo, nel caso contrario dovrai aspettare il suo ritorno //
     
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    Prima di dire qualcosa Alexander mise entrambe le braccia sui suoi fianchi assumendo una posizione a "brocca" e guardando il ragazzo ecco che una specie di aura completamente levigata e molto fluida lo rivestì completamente dalla punta delle sue scarpe fino a quella dei capelli. A differenza di quella del ragazzo essa era molto più piccola e curata, inoltre era incolore quasi come se fosse composta da vapore.
    Congratulandosi con lui per l'ottimo risultato che aveva raggiunto in così breve tempo gli spiegò che ancora di strada ne aveva da fare. Infatti per considerarsi padroni di questa tecnica la si doveva mantenere anche durante il sonno e la propria aura doveva avere un aspetto simile alla sua e non come quella che stava avvolgendo Blaze. Il segreto non era nella concentrazione, ma nella calma e nel trovare il proprio equilibrio tra mente e spirito. Probabilmente l'emozione del momento in qualche modo aveva fatto prendere la strada sbagliata al ragazzo.
    Finita la breve spiegazione riprese i suoi strumenti da pittore, ma invece di scrivere altro si limitò a cerchiare la parola "Ten" dipinta qualche minuto fa.
    L'allenamento per questa sera si poteva considerare concluso. Il suo nuovo sensei gli aveva dato a disposizione la sua camera se voleva restare e, prima di scappare per un impegno, forse di lavoro dato che prese con se anche la borsa marrone con gli strumenti di pittura, si raccomandò di fare pratica e qualunque altra cosa volesse ma non tornare alla locanda dove lavorava Akane. Detto questo se ne andò in un batter d'occhio senza dare modo al ragazzo di dire la sua.
    Non capiva il motivo per cui da ultimo gli aveva proibito di ritornare in quel posto, ma al momento poco importava. Anche se il sensei non era più con lui non aveva per niente voglia di smettere di allenarsi. Non aveva un occhio vigile ed esperto a valutare i suoi miglioramenti, ma Alexander gli aveva fatto vedere come sarebbe dovuta diventare la sua aura e dato un paio di suggerimenti sul come raggiungere tale risultato.
    Queste informazioni mi saranno più che sufficienti, daltronde anche quando mi allenavo con mio zio non è che potessi fare molto affidamento su di lui... spesso e volentieri mi dava due indicazioni e poi dovevo fare da solo, tornado poi a valutare i risultati dopo un pò di pratica. Anche se più difficile permette di migliorare in maniera più completa
    Si disse avvicinandosi alla porta a vetri in modo da vedere chiaramente l'aura di colore rosso che avvolgeva il suo corpo. I suoi occhi brillavano dall'agitazione. Adesso era quasi scesa la notte, quindi tra il buio che c'era fuori e la luce all'interno della stanza la vetrata davanti a lui era diventata quasi uno specchio e poteva vedere la sua immagine riflessa perfettamente.
    Girandosi di scatto in modo da dare le spalle allo specchio i suoi occhi si fecero carichi di determinazione, espressione seria in voto, scacciò via ogni sentimento di agitazione ed eccitazione. Lasciandosi andare cadde con il sedere per terra e le gambe incrociate, le mani congiunte all'altezza del'ombelico ed i bracci erano appoggiati sulle ginocchia in modo da non sforzare la sua muscolatura. Schiena completamente dritta, testa parallela al pavimento, chiuse gli occhi iniziando a fare profondi e lunghi respiri rilassando nuovamente ogni fibra del suo corpo.
    Assumendo questa nuova posizione di meditazione, molto più comoda di quella precedente, decise di proseguire con il suo allenamento cercando di migliorare lo strato di Ten che lo avvolgeva. A differenza di prima evitò di focalizzare la sua immagine nella sua mente, ma cercò di rilassare la sua psiche raggiungendo uno stadio di calma interiore. Cosa più facile a farsi che a dirsi.
    Per aiutarsi in questo procedimento decise di pensare a qualcosa di fluido e calmo, proprio come uno dei piccoli torrenti dove da bambino si divertiva a giocare con lo zio in quei rari momenti di relax che gli concedeva.
    Passarono diverse ore prima che, completamente esausto e lasciando la sua posizione di meditazione, si buttasse all'indietro appoggiandosi alla vetrata. Respiro affannato e decisamente stanco, quell'allenamento lo aveva quasi prosciugato di energie ma risvegliandosi da quello stato di meditazione lo strato di Ten era completamente svanito.
    Accidenti non ho controllato di che colore fosse... però mi sembrava meglio di quando ho iniziato...
    Pensò cercando di alzarsi nonostante fosse distrutto. Poteva ritentare nuovamente ancora una volta per vedere com'era diventato il suo strato di Ten, però era troppo esausto e sarebbe crollato immediatamente. Adesso aveva bisogno di riposarsi un pò, magari facendo una bel bagno ristoratore e cambiandosi quei vestiti completamente sudici e puzzolenti che indossava ancora dall'allenamento mattutino.
    Bleh, che tanfo...
    Disse con aria disgustata annusandosi un'ascella. Visto che si trovava in una Suit di prima classe e che il sensei gli aveva lasciato le chiavi della camera decise di approfittarne un pò.
    Quando mai mi capiterà di stare in una stanza del genere? eheheh
    Pensò sghignazzando malvagiamente. Dirigendosi verso il telefono al lato del letto chiamò il servizio in camera ordinando qualcosa da mangiare. Visto che ci sarebbero voluti una trentina di minuti abbondanti dato che la cucina del quarto piano al momento era chiusa, erano le 10 di sera passate quando smise di allenarsi, si svestì lasciando gli abiti che indossava in una piccola cesta fuori dal bagno ed ammazzò il tempo andandosi ad immergere nella grande vasca piena di acqua calda in quel lussuoso bagno tutto in marmo ed altri materiali pregiati di cui non sapeva nemmeno il nome.
    Wao... questo bagno è almeno 3 volte più grosso di quello che ho a casa mia...
    Pensò chiudendo gli occhi e lasciandosi andare al tepore dell'acqua piena di schiuma. A risvegliarlo dal pisolino che stava facendo fu il suono del campanello.
    Servizio in camera!
    Furono le parole del cameriere che fuori dalla porta stava attendendo di entrare. Come un razzo uscì dalla vasca bagnando parecchio il pavimento del bagno e con un accappatoio e basta fece entrare la favolosa cenetta. Notando le stupende pietanze che gli erano state portate un rigolo di bava gli colò da un angolo della bocca, senza notare il cameriere che accanto a lui stava attendendo la mancia. Con un gesto della mano completamente disinteressato gli fece segno di andarsene.
    Ringraziando quasi forzatamente, il povero cameriere lasciò la stanza borbottando qualcosa di incomprensibile, ma Blaze non fece caso dato che era già alle prese con un succulento coscietto di pollo.
    Finito di cenare decise di uscire sul terrazzo, ancora in accappatoio, per rinfrescarsi un pò e rilassarsi godendosi lo stupendo panorama di Padokia illuminata durante la notte. Sedendosi su una sedia ed ammirando il paesaggio mentre il fresco venticello notturno gli accarezzava il volto, ripensò a cosa gli era accaduto quest'oggi.
    Ancora non riusciva a crederci dove si trovasse e cosa stesse facendo. Sicuramente questa mattina non si sarebbe mai aspettato uno svolgersi degli eventi simile e con un innocente sorriso in faccia, senza neanche accorgersene, si addormentò profondamente come un bimbo dopo una frenetica giornata ad un parco divertimenti.

    Ancora 5 minuti dai...
    Mugolò Blaze mentre i primi raggi del sole lo stavano svegliando.
    Eh?! è già mattino? ma cos... sono ancora qui in accappatoio?!
    Disse tutto agitato Blaze rendendosi conto di esseri addormentato la sera prima sul terrazzo della camera del suo sensei.
    Entrando nuovamente dentro la stanza un senso di imbarazzo lo colpì in pieno. Questa puzzava dei suoi vestiti ed anche se era mattino vi erano sempre le impronte della sera prima che aveva lasciato uscendo dal bagno. Aveva intenzione di mettere a posto prima che il sensei tornasse, ma si era addormentato senza volerlo.
    Come un fulmine spalancò la porta a vetri facendo entrare un pò d'aria, prese un paio di asciugamani cercando di pulire il più in fretta che poteva. Rovistando tra gli scaffali del bagno cercò anche un deodorante per ambienti in modo da coprire un pò il puzzo lasciato dai suoi abiti.
    Trovato!
    Pensò iniziando a spruzzarne fino a finirlo completamente e rimetterlo dove lo aveva trovato. Certo era l'alba, il sensei non era ancora tornato, ma prima metteva a posto meglio era. Non voleva fare la figura dell'approfittatore con uno appena conosciuto che si era mostrato talmente gentile da insegnargli il Nen.
    Visto che c'era cercò di mettere anche un pò d'ordine al caos che aveva lasciato Alexander ed una volta che tutto fosse in ordine, più o meno, aprì l'armadio in cerca di qualcosa da mettersi. Non poteva certamente rimettersi gli abiti del giorno prima e non poteva mica lasciare l'hotel in accappatoio raggiungendo casa sua per cambiarsi adeguatamente. Decise di prendere solo un paio di pantaloni ed una maglietta senza maniche, la roba che a giudizio suo sembrava meno costosa di tutte, e, scalso, si catapultò fuori dalla stanza lasciando fuori dalla porta il carrello con i piatti della cena precedente.
    Passando per la reception lasciò alla bella bionda le chiavi della stanza e come un matto, con i vestiti puzzolenti in un sacchetto di plastica, si diresse verso casa sua per cambiarsi rapidamente d'abito. Voleva far prima che il sensei tornasse, quindi optò per un cambio rapido e pratico indossando il suo completo da allenamento (senza bende alle mani).
    Tuttavia il posto in cui alloggiava distava parecchio ed a piedi, anche andando molto velocemente, tra andare, tornare e cambiarsi ci impiegò poco più di un'ora e mezza.
    Tornato all'hotel ormai erano circa le 9 del mattino e purtroppo, una volta alla reception, la bionda gli aveva riferito che il signor Alexander era già rientrato.
    Un pò imbarazzato salì al quarto piano e facendo dei lunghi respiri in modo da riprendersi velocemente dalla frenetica corsa mattutina, bussò alla porta con la mano destra; mentre con la sinistra teneva un sacchetto con dentro i vestiti che aveva preso in prestito.
     
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    Per alcuni, quella sera, fu una nottata tutt’altro che tranquilla e serena. I già caotici distretti delle periferie della città, inspiegabilmente, avevano vissuto un intenso retroscena che aveva portato con sé locali distrutti e almeno una paio di persone, finite urgentemente in ospedale. All’alba della seguente mattina i giornali locali riportavano la notizia di un gravoso incidente d’auto presso la zona incriminata, incidente che, secondo i professionali cronisti, aveva causato anche la morte di un importante membro dei ricercatissimi, ma introvabili, Shon. Tutti a Padokia lo sapevano, ma nessuno lo voleva ammettere: la Famiglia Shon non poteva essere toccata e quell’evento avrebbe forse riportato qualche ripercussione nella normale vita di molti. Seppur il fatto era dunque stato archiviato come “incidente”, nessuno parve veramente convinto dell’accaduto. Joys, dal canto suo, fece ritorno al lussuosissimo albero verso le otto e mezza del mattino. Abiti un po’ sgualciti e capelli non esattamente in ordine, ma tutto sommato si poteva dire di lui fosse ancora elegante. Portava a tracolla la sua borsa marrone, leggermente rovinata rispetto la sera prima. La bionda alla reception, una volta avvicinatosi, gli allungò le chiavi dell’appartamento. A quel punto Alexander ipotizzò il giovane avesse optato per non rimanere ad allenarsi all’interno della suit, preferendo magari luoghi più aperti per trovarsi perfettamente a suo agito, infondo poteva esser che Blaze non prediligesse il lusso, seppur aveva avuto il modo di scorgere una certa meraviglia da parte sua nel vedere l’appartamento. Giunto nuovamente all’interno della sua tana la questione assunse toni più chiari. Le cianfrusaglie sparse per il pavimento erano magicamente svanite, o meglio tornate al loro posto, così come la maggior parte dei suoi averi. Non potevano esser state le donne delle pulizie, aveva dato l’espresso ordine di non metter mai il naso dentro quella stanza, neanche nel caso vi fossero stati strani rumori e per fare ciò l’associazione aveva pagato profumatamente il proprietario della struttura, ligio nell’impartire i dettami ai suoi sottoposti. Dunque non poteva che esser stato Blaze. Gli aveva fatto un enorme piacere, mai lui si sarebbe sognato di risistemare ciò che aveva ormai tirato fuori dai cassetti e dagli armadi. Annuì soddisfatto, lanciando sul ripulito letto la sacca marrone. Sicuramente il suo allievo avrebbe fatto presto ritorno, gli rimaneva forse il tempo di mettersi un attimo seduto sulla rossa poltrona e rilassarsi un po’, riassorbendo le energie perse la sera prima entrando nello stato di Zetsu, la stessa forma Nen che avrebbe insegnato da li a poco al giovane.

    (E’ un buon allievo. Sono proprio curioso di vedere il frutto dei suoi allenamenti serali)

    Non fece in tempo a pensare una frase in più che percepì la presenza del giovane fuori dalla porta della sua camera. Seguirono una coppia di “toc”, ma nessuno di presentò, non che ve fosse stato realmente il bisogno. Presto si alzò dalla comoda postazione, facendosi al centro di quelle quattro mura.

    -Entra pure Blaze, è aperto-

    Una volta dentro, il giovane, poté intravvedere la figura dell’artista ma, al contrario della sera precedente, egli sembrava quasi essere impercettibile, proprio come se vi fosse e allo stesso tempo no. A conti fatti quella poteva dirsi la stessa sensazione percepita dal barista del Blue Shark, la stessa che aveva portato Blaze a dubitare della memoria di quel pelato. Ora che sapeva del Nen, forse le cose sarebbero state più chiare. Con un gesto della mano, l’uomo lo invitò ad addentrarsi. L’abbigliamento che quella mattina il giovane sfoggiava era decisamente più consono alla situazione: un judogi sbracciato, comprendente di cintura nera, e un paio di pantaloni d’allenamento, anch’essi d’un color pece. Doveva esser il suo completo ufficiale. Comunque, tornando alle cose importanti, Alexander attese ancora qualche secondo per poi prendere la parola.

    -Buongiorno, Blaze. Ti trovo bene… Sorrise… Oggi parleremo dello Zetsu. Si avvicinò al muro imbrattato con una calma cadenza di passo. Ieri abbiamo visto come far fuori uscire l’aura e mantenerla nei pressi del proprio corpo, ebbene oggi tratteremo l’argomento inverso. Esatto, la convoglieremo nuovamente in noi stessi, proprio come sto facendo io ora. Forse ti chiederai il perché: l’aura, se fatta ritornare nel proprio corpo, garantisce effetti benefici all’organismo, risanandolo dallo stess e della fatica. Inoltre, se si è esperti dello Zetsu, si riuscirà a celare la propria presenza agli altri utilizzatori di Nen o in generale alle persone. Fece una piccola pausa. È però pericoloso entrare in Zetsu durante un combattimento tra utilizzatori di Nen perché non si potrà disporre della propria aura, rimanendo così indifesi. Risulta invece essere perfetta contro coloro che non conoscono questa arte, infatti rimanere in stato di Zetsu non ti farà sentire la fatica delle tecniche che andrai eseguendo, permettendo a tutti gli effetti di duellare all’infinito.-

    Fu piuttosto semplice spiegare il funzionamento dello Zetsu in quanto tutto quel che aveva detto era derivato dalle sensazioni che stava provando nel medesimo istante. Ora che ci faceva caso aveva recuperato a pieno il proprio vigore, quindi, come fosse una dimostrazione, passò dalla quiete al Ten, ricoprendo nuovamente il suo corpo d’un piacevole tepore.

    -Immagina all’aura come ad un rubinetto, ecco, tu devi chiudere quel rubinetto e impedire alla tua energia vitale di sgorgare. Prima però di esercitarti nello Zetsu… mostrami il tuo Ten-

    //Puoi dire di esser migliorato nel Ten; lascio a te dire quanto. Inoltre, se vuoi puoi iniziare l’allenamento nello zetsu che, tra parentesi, risulterà più facile a Blaze da applicare. Ovviamente, per il resto, puoi far ciò che vuoi. Enjoy//
     
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    Senza che si presentasse il suo sensei lo aveva riconosciuto ed invitato ad entrare. Aperta la porta lo vide in piedi in mezzo alla stanza che lo fissava con aria tranquilla e rilassata.
    Vuoi vedere che non si è accorto di nulla? fiuuuuu...
    Pensò il ragazzo tirando un sospiro di sollievo, stando attento a non darlo a vedere, e salutandolo con il suo solito fare solare ed amichevole.
    Buongiorno Sensei!
    Osservandolo meglio, però, notò qualcosa di strano in lui: a differenza della sera prima aveva un aspetto abbastanza trasandato, tutti i suoi abiti erano sgualciti, i capelli un pò spettinati e strano ma vero, nonostante fosse proprio lì in piedi davanti a lui, non riusciva a percepire la sua presenza.
    Acconsentendo alla suo invito si avvicinò chiudendosi la porta alle spalle e posando il sacchetto con i vestiti che avrebbe rimesso a posto in un secondo momento, magari senza che Alexander se ne accorgesse nel caso avesse avuto la possibilità, proprio di fianco ad essa.
    Non appena si fermò in piedi ad una manciata di metri dal suo istruttore gli tornò in mente quanto gli aveva detto il barista, il giorno precedente, sul suo conto.
    Allora non lo diceva tanto per dire...
    Pensò il ragazzo fissando con aria molto perplessa quella persona dalla presenza "evanescente". Senza che potesse aver modo di chiedere delucidazioni questi lo salutò a sua volta, dicendo che l'allenamento sarebbe iniziato trattando la terza delle parole che aveva scritto la sera prima: Zetsu; esattamente l'opposto del Ten. Difatti invece di lasciare fluire l'aura nel nostro corpo verso l'esterno, la si mantiene dentro proprio come lui stava facendo. Questo procedimento, oltre a poter celare la propria presenza a scarsi utilizzatori di Nen o a chi non sa proprio usarlo, ripristina la fatica e le energie perse.
    Ecco come mai nonostante sia qui davanti ad i miei occhi non riesco a percepirne la presenza...
    Pensò guardandolo con gli occhi sgranati, assumendo la tipica espressione di qualcuno che finalmente riceve la risposta tanto attesa. Tuttavia, come poteva essere facilmente intuibile, essendo costretti a trattenere la propria aura non la si può sfruttare per attaccare, difendersi o fare qualsiasi altra cosa e di conseguenza, nonostante possa dare la possibilità di far prolungare uno scontro all'inifinito, è molto rischioso usarla nel bel mezzo di un combattimento.
    Finito di ascoltare la sua breve spiegazione, Blaze iniziò ad annuire per dar segno di aver capito tutto, quando per la seconda volta ecco che il sensei attivò il suo invidiabile stato di Ten.
    Come per la volta precedente un perfetto e leggero strato di quello che poteva sembrare vapore lo ricoprì dalla testa ad i piedi.
    -Immagina all’aura come ad un rubinetto, ecco, tu devi chiudere quel rubinetto e impedire alla tua energia vitale di sgorgare. Prima però di esercitarti nello Zetsu… mostrami il tuo Ten-
    Aggiunse invitandolo ad attivare nuovamente il Ten per vedere i risultati ottenuti durante l'allenamento serale. Per un breve momento un senso di imbarazzo lo fece quasi arrossire, infatti non aveva avuto modo di constatare quanto era migliorato, ma scacciando subito quei pensieri con fare deciso e determinato alzò lo sguardo fiero verso Alexander e rimanendo in piedi chiuse gli occhi lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
    Guardi ed ammiri...
    Pensò molto determinato, sicurissimo delle sue capacità, rilassando la sua mente ed iniziando a far fluire l'energia vitale dal suo corpo. In breve tempo un piacevole e costante senso di calore lo avvolse interamente: la sua aura era quasi completamente incolore e pur non avvolgendolo interamente in maniera fluida e regolare, risultando un pò frastagliata, sembrava proprio uno strato di vapore.
    Aprendo gli occhi potè constatare soddisfatto i notevoli miglioramenti che aveva raggiunto in sole poche ore di allenamento. Portando nuovamente l'attenzione verso il sensei notò che questi non aveva nulla da dire, anzi continuava a fissarlo con aria interessata come se stesse aspettando dell'altro. Contraccambiando il suo sguardo con un ghigno divertito capii le sue intenzioni: voleva che provasse subito ad attivare lo Zetsu.
    Come desidera...
    Pensò rimanendo sempre calmo, ma molto determinato. Chiudendo nuovamente gli occhi cercò di focalizzarsi su quel momento della sera precedente che aveva dato il via all'allenamento: quando Alexander aveva risvegliato il Nen dormiente dentro di lui infondendogli il proprio. Cercando di fare mente locale su le sensazioni che aveva provato in quel momento cercò di fare l'esatto contrario distendendo i muscoli del suo corpo e cercando di diminuire sia respiro che battito cardiaco.
    Doveva entrare in uno stato di calma e quiete, cercando di celare la sua presenza proprio come da piccolo se ne andava con suo zio a caccia di animali selvatici nelle foreste.
    In pochi secondi il tepore che lo avvolgeva diminuì velocemente fino a scomparire del tutto. Aprendo gli occhi vide che lo strato di Ten era completamente sparito. Non percepiva particolari sensi di rigenerazione come aveva detto il sensei poco prima, ma in lui sentiva qualcosa di diverso anche se non sapeva descrivere cosa.
    Fatto sta che avendo represso l'aura dentro il suo corpo si poteva ritenere abbastanza soddisfatto.
     
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    L’attento artista esaminò l’operato del giovane allievo prendere forma e consistenza. Dalla sera prima aveva fatto indubbiamente un grande passo in avanti, tant’è che non si sarebbe stupito se tra un paio di giorni avesse raggiunto un livello pari alla maggior parte degli utilizzatori Nen di medio livello. Certamente l’aura non era perfettamente omogenea sul corpo ed ancora grezza era la sua emanazione, però ora aveva assunto il suo tipico colore trasparente, un buon traguardo. Annuì soddisfatto limitandosi al silenzio. Ora Blaze doveva mettere in pratica quel che pocanzi gli era stato spiegato e utilizzare per la prima volta lo Zetsu. Per esperienza acquisita, Joys riteneva quel passaggio il più semplice da apprendere tra le quattro discipline base del Nen per coloro che avevano ricevuto il battesimo, in quanto effettivamente entrare nello stato di Zetsu voleva dire figurarsi quel che si era prima di acquisire il nuovo potere, un gioco da ragazzi se ciò era avvenuto poco meno del giorno prima. Comunque, tornando al presente, il giovane si comportò egregiamente anche in quella prova, sopprimendo l’aura poco prima rivelata nelle sue membra. Il livello d’esecuzione poteva esser ancora migliorato, senza ombra di dubbio, ma il talento dimostratogli spinse l’artista a prendere una decisione forse rischiosa che aveva tutto il sapore d’esser una scommessa.

    -Ottimo lavoro Blaze, stai migliorando nel Ten e lo Zetsu già ti riesce molto bene. Ti ricordi che ieri ti avevo detto di non andare al locale? Ebbene, oggi ci andremo. Sono riuscito ad avere qualche informazione sul posto da alcuni “amici” e sembra li sotto si svolgano combattimenti clandestini. Parte integrante del tuo allenamento sarà sfidare i lottatori li sotto.-

    Non stava scherzando, lo si poteva capire dal tono di voce serio e calmo. Joys voleva proprio prendere due piccioni con una fava: far abituare il giovane nell’utilizzo del Ten in combattimento e mettere un altro po’ di pressione ai Shon. Infilò una mano in tasca tirando fuori un pezzo di carta ripiegato. Lo porse al giovane. Una volta aperto, sulla facciata principale, si poteva ammirare un piccolo disegno raffigurante proprio il giovane dai capelli blu, a tutti gli effetti un ritratto.

    -Se porti questo con te potrò sapere più o meno quel che sta succedendo anche nel caso mi trovassi molto distante. Io, prima di andare, vorrei darmi una sistemata, dunque tu precedimi. Non ti preoccupare, non tarderò più di dieci minuti-

    Concluse, mostrando il suo solito sorriso fiducioso.

    //Ho deciso di dare una movimentata alla faccenda :sasa: se vuoi puoi già dirigerti al blue shark e scendere nei sotterranei, ove a fare la guardia dinanzi la porta, come prima, c’è l’omone del Nen opprimente. Nel caso seguissi questa scelta, a te ponderare la reazione del tuo personaggio nell’entrare nuovamente in contatto con quell’aura. In caso avverso, libero d’agire //
     
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    Durante la sua dimostrazione il sensei non sembrava far trapelare alcun segno di soddisfazione o che altro, ma non appena proferì parola, sul volto del giovane ragazzo si dipinse un grande sorriso di soddisfazione.
    Ancora una volta aveva soddisfatto pienamente le aspettative del suo insegnante. Continuando il discorso questi disse che adesso era ora di un pò di pratica: dovevano recarsi alla locanda dove lavorava Akane ed andare nel sottosuolo dove si tenevano gli incontri clandestini. Il suo timbro vocale era calmo e serio, non stava scherzando affatto.
    Fra tutte le emozioni che stava provando in quel momento, felicità, gioia, eccitazione e quant'altro, Blaze non riuscì più a mantenere lo stato di Zetsu; disattivandolo. Dopo neanche 1 giorno di allenamento già gli era stato detto di fare pratica sul campo? Bè, non poteva essere più contento di così, e se poi prendiamo in causa anche quanto era successo il giorno prima non gli dispiaceva affatto di poter tornare davanti a quel pelato tutto tatuato. Adesso che aveva appreso il Nen probabilmente poteva anche resistere a quell'aura opprimente.
    A distogliere il giovane da tutti questi pensieri fu lo stesso Alexander che dandogli uno strano foglietto di carta con il ritratto di Blaze, gli disse di portarlo con se in modo che potesse sapere cosa accadesse intorno a lui. Affermazione alquanto ambigua, osservandolo bene non vedeva cimici o cose del genere, ma facendo spallucce lo ripiegò mettendolo nella tasca dei suoi pantaloni. Senza aspettare che il sensei si preparasse, Blaze uscì immediatamente dalla camera dirigendosi verso il luogo prestabilito.
    Io allora vado, a più tardi sensei!
    In quattro e quattr'otto uscì dal gigantesco hotel. Fermandosi sulle scale fuori dall'entrata principale però si bloccò pensando.
    Questa mattina mi sono fatto in quattro per sistemare la camera del sensei ed ho consumato un pò di energia, se poi mi faccio tutto il tragitto verso la taverna correndo non farei altro che stancarmi e basta... forse se usassi lo Zetsu potrei risparmiare un pò di energie...
    Così, senza muovere un muscolo ma limitandosi a chiudere gli occhi, Blaze attivò nuovamente lo Zetsu rilassando corpo e spirito. Gli ci volsero una decina di secondi, ma nuovamente la sua aura era racchiusa dentro il suo corpo e quella strana sensazione di prima che non riusciva a spiegare tornò a farsi sentire in ogni fibra del suo corpo. Aprendo gli occhi iniziò ad incamminarsi verso la sua destinazione. Dato che ancora non era molto abile con quella tecnica, decise di camminare con un passo lento e calmo, anche se più passava il tempo più sentiva il suo corpo adattarsi al mantenimento di quella tecnica e quindi affrettare il passo. Certo, durante quella quarantina di minuti che servivano per raggiungere la destinazione fu costretto a riattivarla più volte, ma una volta arrivato riuscì a raggiungere un ritmo marciato con lo Zetsu attivo.
    Nonostante tutto questo allenamento il suo corpo non era per niente provato, anzi si sentiva leggermente rinvigorito di quando aveva lasciato l'hotel. Mantenendo, quindi, lo Zetsu attivo entrò nell'edificio con aria calma e rilassata.
    A differenza della sera prima il posto era piuttosto desolato e scarno di clienti, anche se qua e là si poteva sempre vedere qualche straniero che faceva colazione ed i tipici ubriaconi del posto. Il vecchio barista era solo al bancone a pulire le bottiglie riposte sulla parete posteriore, di Amish neanche l'ombra ed anche Akane non c'era.
    Velocemente raggiunse il bancone, poi, appoggiando una mano sul fresco legno del banco, disse con tono allegro.
    Buongiorno...
    Con uno sfavillante sorriso in faccia. Senza rendersi conto di chi aveva alle spalle, con fare garbato, il vecchio rispose al suo saluto; anche se una volta girato completamente in faccia gli si dipinse un grande sorriso.
    Buongiorno sign... ma guarda chi mi fa visita di prima mattina...
    Tuttavia, verso la fine della frase, il suo sguardo iniziò a farsi particolarmente perplesso e dubbioso. Che avesse notato lo Zetsu di Blaze come aveva fatto con Alexander? Senza dire altro iniziò a squadrare per bene il ragazzo, diede un'occhiata intorno come se fosse alla ricerca di qualcuno, ed infine riportando l'attenzione su questi gli chiese a bassa voce; sporgendosi un pò verso di lui.
    Ehi hai un'aspetto completamente diverso da ieri... non dirmi che...
    Esatto, ho incontrato il sensei ieri sera e sono venuto qui di buona mattina per fare un pò di movimento, eheh
    Disse il ragazzo, con tono molto basso, interrompendo la sua domanda. Il vecchio aveva perfettamente capito quali erano le sue intenzioni e senza farsi notare passò una chiave al ragazzo.
    Eh, ti ricordo l'accordo...
    Aggiunse riferendosi alla sua percentuale sul guadagno. Limitandosi a fargli l'occhiolino prese la chiave e con fare spensierato si diresse verso il bagno degli uomini. Proprio come la sera prima sulla solita porta vi era il cartello "Fuori Servizio" e grazie alla chiave appena ricevuta riuscì senza problemi ad entrare nella buia scalinata che lo portava verso il basso.
    Questa volta non mi freghi pelatino del cavolo!
    Pensò il ragazzo, molto determinato. Il suo stato di Zetsu si stava quasi per disattivare, ma facendo un lungo respiro cercò di calmare i bollenti spiriti, evitando ciò. Ancora era piuttosto inesperto nell'uso del Nen ed infatti il suo stato emotivo incideva molto sul controllo di queste tecniche.
    Dopo qualche minuto finalmente iniziò a percepire l'aura opprimente e senza perdere altro tempo disattivò lo Zetsu passando la Ten. Il caldo tepore e lo strato di vapore quasi incolore lo avvolsero completamente.
    Ottimo...
    Pensò molto fiducioso notando che grazie a quella tecnica adesso l'onda di aura opprimente, che a questo giro era visibile, non stava avendo effetto sul suo corpo e la sua mente.
    Passo dopo passo la distanza tra lui e il pelato diminuiva sempre di più, potendo vedere con occhio il crescere di quell'aura dal colore violaceo.
    Ehi ciccio, ti trovo bene...
    Disse con aria spavalda Blaze, una volta che finalmente il pelato tutto tatuato era ben visibile. In piedi, con sguardo fiero e determinato, riusciva perfettamente a resistere alla sua aura opprimente, notando anche lo sguardo alquanto stupito di quest'uomo.
    Così hai appreso il Nen in solo una notte? Ah, ti devo fare i miei complimenti moccioso...
    Disse questi, facendosi di lato in modo da far passare il giovane utilizzatore di Nen alle prime armi.
     
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    La guardia si fece da parte, permettendo così al giovane di potersi addentrare ancor più negli affari della malavita di Padokia. La porta che sorvegliava magicamente si spalancò e dinanzi gli occhi di Blaze s’aprì tutt’altro mondo. Un enorme stanza, grande forse tre volte il locale posto sopra la sua testa, ospitava al suo centro un ring professionistico di tutto rispetto, accerchiato da almeno una cinquantina di persone che, soldi in mano, si dimenavano nel tentativo d’assister nella migliore visuale lo scontro di due impavidi combattenti. Non appena mise piede li dentro, subito poté notare una reale atmosfera carica di tensione e sospetto, differente da quella opprimente e asfissiante generata dall’omone. Oltre al ring v’era presente un piccolo bar, un angolo ristoro. Seduti davanti al bancone un trio di persone evidentemente brille. Schiamazzavano del più e del meno senza il più che minimo riserbo, infondo nessuno sembrava esser interessato a loro più che all’incontro. Dunque, tra le urla e gli incitamenti, Blaze poté udire la campanella del gong suonare. Un ragazzo di appena una ventina d’anni stava scendendo ora dal ring. Il suo era volto ricoperto di sudore e i guantoni sporchi di sangue, ma gli occhi delineavano una determinazione fuori dall’ordinario. Solamente lui si fece oltre le corde, dell’avversario non v’era l’ombra.

    -ragazzi, è giunto uno nuovo!-

    L’omone alle sue spalle attirò l’attenzione dei presenti proprio su Blaze, il quale poté sentire la pressione di cento è più sguardi sulle sue spalle. A puntarlo con spavaldo interesse v’era proprio il combattente appena sceso dal suo teatro. A quel punto però, dalla folla, sbucò fuori una persona, un uomo che Blaze conosceva già abbastanza bene.

    Amish: -ultimo arrivato mal accontentato, Blaze-san –

    Non dava più l’impressione d’esser afflitto o distrutto moralmente, proprio come se una nottata fosse stata sufficiente per farlo riprendere dalla bomba emotiva che gl’era esplosa in seno. Cosa voleva dire l’affarista con quella frase? Semplice, quasi banale: stava per organizzare un incontro. Ebbene, li sotto, Amish sembrava proprio esser “qualcuno”, forse proprio colui che organizzava le scommesse.

    Amish –E’ usanza che il nuovo arrivato scelga il suo avversario…- Sorrise vistosamente, cosciente che il giovane non poteva in qualunque caso esser in grado di maneggiare alla perfezione il Nen o la propria aura.

    ??? – però questa volta sarò io lo sfidante- A parlare fu proprio il giovane sceso dal ring, fiducioso nelle sue capacità. -… se non sbaglio con questo incontro ho guadagnato due milioni di jenny, quindi li scommetto tutti un’altra volta. Vado a cambiare il mio equipaggiamento da MMA e possiamo iniziare, questo è troppo sporco di sangue. Oh, non puoi tirarti indietro… è scritto nelle regole del posto. Ti aspetto sul ring-

    //Questi sono i punti salienti di quel che sta accadendo, se vuoi arricchirli con qualche altro particolare fa pure :sasa: se Sali sul ring puoi anche vedere l’ex avversario del biondo appoggiato sull’angolo più distante, ma non si capisce bene se è semplicemente stremato oppure proprio morto. Comunque sei libero d’agire come meglio credi. Da come hai capito sono anche aperte delle scommesse //
     
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    Magicamente la porta si aprì ed una luce abbagliante costrinse il giovane ragazzo a coprirsi gli occhi per non essere accecato. Solo una volta dentro ed aspettati una manciata di secondi riuscì finalmente a far uso della vista per notare dove era capitato: un'immensa sala grande almeno 3 volte quella del locale al pian terreno, con grossi neon sul soffitto che illuminavano perfettamente il luogo, soprattutto il ring professionistico posto perfettamente al centro.
    Con la coda dell'occhio notò un bar ed una piccola e lurida zona ristoro in un angolo, pieno di ubriaconi piuttosto vivaci, tuttavia la sua attenzione fu completamente catturata dall'ammasso di gente che si dimenava e schiamazzava a più non posso nei presi del ring.
    Facendo un passo in avanti notò che quella gentaglia tra le mani aveva cospicue somme di denaro per cui sicuramente stavano scommettendo sull'incontro che si stava svolgendo. A differenza di quando era nelle buie scale in compagnia della guardia, in quel luogo percepiva un'atmosfera di pressione e sospetto, ma invece di scoraggiarsi o che altro, in lui stava crescendo a più non posso l'eccitazione; a tal punto che il suo corpo iniziò a tremolare un pò.
    I suoi occhi completamente sgranati scrutavano attentamente il luogo in cui era finito.
    Wao...
    Furono gli unici pensieri che in quel momento gli passarono per la testa. Quel sempliciotto di un Blaze era contentissimo di esser riuscito ad entrare in un posto del genere: la sola idea di potersi scatenare su un favoloso ring professionistico con altri lottatori gli faceva infiammare sia lo spirito che il corpo. A causa di tutti quegli irrefrenabili sentimenti che stava provando, ora che i suoi Shouko non erano più bloccati, per un breve periodo, proprio come accadde al suo "Battesimo", una fievole aura di colore rosso pervase il suo corpo. Tuttavia non appena udì le parole del grosso omone alle sue spalle, essa svanì completamente.
    In un attimo gli sguardi di una miriade di persone furono tutti puntati su di lui. Era palpabile la pressione a cui il ragazzo era sottoposto, ma a causa del suo grande ego, alzando lo sguardo e drizzando la schiena più che poteva, mise le mani sui fianchi assumendo una posizione fiera e spavalda come a dire "che cazzo avete da guardare?", nonostante non avesse spiccicato parola.
    Sul suo volto un ghigno di eccitazione aveva fatto la sua comparsa, ma nell'udire la voce di quel viscido di un Amish scomparì immediatamente. Sguardo serio ed arrabbiato, velocemente iniziò ad avvicinarsi all'affarista che a differenza del giorno prima sembrava essere molto più tranquillo e pieno di se. Probabilmente pensava che lo stare in questo luogo lo avrebbe protetto dalla sua ira.
    Con estrema attenzione udì ogni singola parola emessa da quel pezzente, ignorando completamente quel giovane e prestante lottatore che sceso dal ring aveva dato attenzione al nuovo arrivato, sfidandolo per giunta. Dopo essergli passato accanto, senza degnarlo di uno sguardo, non perchè volesse mancargli di rispetto, ma perchè da quanto aveva fatto la sua comparsa Amish in quella stanza per Blaze non vi era altra persona se non lui, si avvicinò più che potesse al suo obiettivo per poi fermarsi.
    La sua espressione non era affatto cambiata, non aveva ancora detto una parola, probabilmente le persone intorno a lui avrebbero avuto difficoltà a capire cosa avesse in mente il ragazzo, ma non appena alzò la mano destra puntando con l'indice l'affarista, disse ad alta voce con un tono serio e deciso.
    Tu... con te voglio combattere!
    Dalle parole ed l'atteggiamento che mostrava non scherzava affatto e dal modo in cui puntava il suo obiettivo era intuibile la sua fermezza e la determinazione. Difficilmente avrebbe cambiato idea.
    Dopo una breve pausa per dare modo ad i presenti di assimilare le sue parole aggiunse.
    Hai osato ingannarmi per i tuoi loschi scopi fregandotene di cosa potesse accadermi... inoltre non hai mantenuto fede alla tua parola e sei scappato... VIGLIACCO! Se sei un uomo accetta la mia sfida e battiti con me... o forse non hai abbastanza fegato per combattere contro un moccioso che ha appreso il Nen solo da neanche mezza giornata...
    Mantenendo il solito atteggiamento e tono di prima, anzi forse più determinato ed infuriato. Il motivo per cui aveva aggiunto quell'ultima affermazione era per provare ad incitare un pò la folla presente: da quanto gli aveva detto Amish lui un tempo era un ottimo combattente e nonostante non potesse più usare il Nen per combattere non aveva affermato che non potesse farlo senza. Di conseguenza, rivelando a tutti le sue attuali capacità, sperava di far affidamento sulla folla per evitare che quel miserabile se ne uscisse fuori con una scusa o che altro.
    Finito quel breve sfogo un pò la sua rabbia nei confronti di Amish calò e dopo una rapida occhiata a quei loschi ceffi pieni di soldi in mano che lo stavano fissando incuriositi, nel caso ricevesse una risposta negativa da parte di Amish e non sarebbe riuscito ad incitare abbastanza la folla per dare il via allo scontro, aggiunse.
    Sono disposto a puntare tutti i miei soldi: 6 milioni di jenny sulla mia vittoria se sarai tu a batterti con me e se tu non puoi usare il Nen altrettanto farò io...
    Con un ghigno divertito in volto, sicurissimo delle sue capacità.
     
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    Una cascata di risate travolsero Blaze e con lui le sue decise affermazioni. Ogni singola persona li presente si era piegata in due dal ridere, proprio come se il giovane avesse tirato fuori dal repertorio una battuta da vero cabarettista. Il biondo che l’aveva sfidato era l’unico ancora con un espressione seria in volto, seccato d’esser stato messo così in secondo piano da quel novellino. Lo stesso Amish aveva un sorriso dipinto in faccia e, nell’udire la cifra che il suo “amico” aveva deciso di mettere in palio, non poté resistere alla tentazione di dargliela vinta. Ovviamente non si preoccupava dell’opinione di quei quattro mentecatti che aveva alle spalle, lui nell’ambito aveva un certo spessore, dunque le parole che uscirono dalla sua bocca furono mosse più per orgoglio personale che altro.

    Amish: -si vede che sei ancora un ragazzino, non sai niente del mondo. Se credi veramente di poter andare avanti prendendo per buone tutte le favole che ti raccontano, allora ti meriti di esser finito vittima d’un raggiro. Comunque non voglio farti la paternale, non me ne frega un jenny bucato di te, però voglio proprio farti rimanere al verde-

    Sotto lo sguardo della folla esaltata, Amish si fece avanti, sfilandosi dalle spalle l’elegante giacca nera che lo copriva. Aveva ancora un buon fisico, lo si poteva intravvedere da sotto la camicia bianca, e anche se dal suo corpo non usciva neanche un filo d’aura, l’impressione di star per sfidare un osso duro era divenuta palese. A quel punto, conscio di non aver speranze di poter affrontare Blaze, il biondo si fece da parte, ripiegando le proprie attenzioni sul vice banditore delle scommesse, già pronto a subentrare al suo maestro.

    Amish -Che le scommesse abbiano inizio! Sali sul ring pivello e a te la prima mossa-

    Gli scommettitori s’apprestarono nel piazzare la propria puntata e nel giro di pochi minuti tutto fu allestito per quell’inusuale incontro. L’affarista era salito sul tappeto bianco con un agile salto e ora aspettava pazientemente l’arrivo del marmocchio. Non dava segni di cedimento mentale e neanche la notizia del suo esser riuscito ad apprendere il Nen l’aveva minimamente scosso.. era veramente l’Amish che aveva avuto il dispiacere d’incrociare?

    Banditore: -Jenny scommessi su Amish: tredici e mezzo milioni; Jenny scommessi su Blaze: sei milioni. Lo scontro ora può incominciare!-
     
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    Una valanga di grasse risate, ecco cosa ricevette il giovane ragazzo dei capelli celesti. Bè, poteva anche aspettarsi una reazione del genere, daltronde si trovava in una bettola clandestina piena di brutti ceffi poco raccomandabili. Se fosse stato dall'altro lato probabilmente avrebbe avuto la loro stessa reazione, tuttavia in quel momento, come accadeva spesso in situazioni del genere, il ragazzo non stava riflettendo sulle conseguenze delle sue azioni ma agiva unicamente d'istinto; e questo adesso gli diceva che voleva a tutti i costi picchiare Amish.
    Con fare divertito, sicuro di se e tranquillo, anche se apparentemente leggermente ferito nell'orgoglio, Amish buttò giù una piccola predica su quanto lui fosse stato così ingenuo al credere a tutte le cose che gli aveva detto la sera prima ed accettando di buon gusto la sfida in modo da dargli una lezione, ma soprattutto per prendere quei pochi soldi che aveva scommesso, si levò la giacca scura mettendo in mostra il suo fisico atletico.
    La folla presente andò in visibilio, esaltata da come stavano andando le cose. Il casino tremendo rendeva difficile distinguere cosa le persone intorno a lui dicevano: chi infamava il ragazzo, chi lo prendeva in giro o ancora chi iniziava a puntare soldi. Tuttavia nessuna di queste cose intaccò la psiche del ragazzo che, per tutto il tempo, rimase immobile con sguardo serio a fissare il suo futuro avversario: non ci aveva fatto caso il giorno prima, probabilmente a causa degli abiti larghi e malandati che indossava, ma Amish possedeva un fisico decisamente allenato ed atletico e, non mostrando nemmeno un filo di aura, dava l'idea di essere parecchio tosto; altro che uno che ha smesso di combattere a causa di un brutto infortunio.
    Mordendosi un labbro la rabbia cresceva sempre di più nell'animo del ragazzo, ma al tempo stesso stava iniziando a provare eccitazione e fremito. L'imminente scontro non si sarebbe rivelato solo un pestaggio a senso unico nei confronti del meschino affarista, anzi sicuramente sarebbe stato avvincente e pieno di colpi di scena e, nonostante tutto, ciò non potè che rallegrare Blaze.
    Con un sorriso divertito in volto, notando con quanta agilità Amish salì sul ring, si avvicinò velocemente al quadrato, salendo sul bordo con un piccolo balzo. Il posto dove avrebbero combattuto era un classico ring da pugilato, sopraelevato dal pavimento di circa 1 metro, ad occhio e croce di lato 5 e con 4 corde per ognuno di questi a delineare il perimetro.
    Alzando le 2 corde più alte Blaze entrò sul campo di battaglia e stringendosi la cintura dei pantaloni iniziò ad osservare attentamente il suo avversario, facendo anche un paio di respiri cercando di freddare i bollenti spiriti in modo da concentrarsi unicamente sullo scontro. Senza ombra di dubbio lo si poteva definire una testa calda, ma una volta che le cose si facevano serie era in grado di controllare le sue emozioni in maniera ottima; daltronde ogni combattente marziale che si rispetti deve essere in grado di fare ciò.
    Non appena fu dato il via allo scontro Blaze disse con fare deciso e provocatorio.
    Ti pentirai di avermi conosciuto...
    Per poi mettersi in posizione di guardia: gambe leggermente piegate con la sinistra avanti e la destra arretrata spostata di qualche centimetro lateralmente. Piede destro circa una trentina di gradi inclinato verso tale lato mentre il sinistro perfettamente dritto in direzione del suo avversario. La testa, perfettamente dritta, leggermente incassata nelle spalle. Per quanto riguarda le braccia la sinistra era portata avanti con il pugno chiuso all'incirca all'altezza degli occhi, mentre la destra più abbassata ed inclinata verso l'interno in modo da proteggere petto e bocca dello stomaco. Fatto questo lentamente iniziò a camminare verso la sua sinistra, a piccoli passi, in modo da non modificare la distanza tra lui ed Amish. Non appena si fosse spostato appena un paio di metri scattò rapidamente verso il suo avversario, contraendo tutti i suoi muscoli, e tentando di colpirlo al mendo con un colpo di palmo sinistro.


    Fase Offensiva:
    -Tecnica Base/Supporto- Adattamento - [Energia: - X a turno][For/Agil o For/Res: + X]
    "Gli anni passati ad allenarsi con suo zio in maniera straziante e lo stile di vita spartano e ferreo a cui è stato sottoposto hanno dato a Blaze una padronanza del suo corpo e di conseguenza delle sue prestazioni fisiche al di fuori della gente comune. Costretto ogni giorno a faticare come un dannato cercando di portare a termine gli esercizi strazianti del suo maestro nel minor tempo possibile senza nemmeno permettersi di abbassare la guardia perchè poteva ritrovarsi improvvisamente un ginocchio di questi stampato sul naso, inconsapevolmente riuscì ad adattare le sue prestazioni fisiche in base alle condizioni del momento ed aumentarle in modo da riuscire a contrastare gli attacchi del vecchio. In termini di GDR, nel turno in cui si usa questa tecnica, che non occupa una intera Fase, si può scegliere di potenziare Attacco e Agilità o Attacco e Resistenza di 10 Punti ogni 1 di Energia speso. Il massimo di energia spendibile è 6. Scelto il potenziamento esso non può essere cambiato fino all'inizio del turno successivo."

    [Forza: 170+60=230][Resistenza: 125+60=185][Energie: 270-6=264]

    Attacco: [Forza: 230]

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    Punti Vita: 115
    Energie: 264
    PF: 0
     
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