Le Fondamenta.

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  1. O'Connell
     
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    Narrato
    Pensato
    Parlato Ray
    Parlato altrui


    18:45

    Finalmente il giovane orfano solcò quella soglia aprendo l'imponente cancello nero e trovandosi trasportato in quel mondo di morti. Appena entrato fu come se tutto il mondo smise all'improvviso di parlare, come se perfino la natura decise di tacere, all'improvviso, il ragazzo fu trasportato in un mondo immerso nel più totale silenzio. Quel luogo si presentava come un immenso campo verdeggiante circondato da mura in mattoni scuri ed antichi, come tutto il resto d'altronde. Appena si entrava ciò che per prima cosa attirava l'attenzione dei visitatori era la via principale, una lunga e larga strada in mattoncini bianco perla alla cui fine sembrava non esserci nulla, solamente il buio più totale; ai lati della via c'erano delle piccole candele profumate di colore rosso, messe per camuffare l'altrimenti ben chiaro profumo di morte, e degli alberelli secchi e contorti che non facevano altro che dare un maggiore senso di morte che albergava in quel luogo. Imboccata la strada principale dopo un centinaio di metri c'era un grande spiazzale ornato solamente con le lapidi di defunti, una marea di lapidi, così tante da perderne il conto. Le lastre di pietra erano tutte uguali, grandi più o meno un metro, d'un grigio spento, con inscritto oltre al nome del defunto qualche frase per celebrarlo. Ai late dell'immensa schiera di lapidi c'erano alcune vecchie cripte, tetre e spaventose, ma allo stesso tempo affascinanti per via di quel fascino antico che trasmettevano. Ray, che aveva appena finito di percorrere la lunga via in piastrelle bianche, ora camminava tra quei morti con apparente indifferenza, sembrava calmo e rilassato, il suo passo era sicuro e spedito, sembrava volesse ignorare la vera essenza di quel luogo, come se non volesse pensare che si stesse dirigendo dai suoi, come se avesse paura di accettare la verità. Quell'apparente disinvoltura era solamente una maschera, quel luogo malinconico turbava il giovane nel profondo, portando alla luce vecchi ricordi che voleva tenere allo scuro...
    Eccomi qui...di nuovo...un vagabondo che cammina tra i morti...Dio se odio questo posto...dovunque mi giri vedo morte...tristezza, malinconia, disperazione...questo è questo luogo...nient'altro...perché mai costruire un luogo dove mettere i morti?...per contemplarli? Per poter andare dai loro corpi putridi, puzzolenti e privi di vita per poi fare cosa!?...perché mai costruirli...per rendere un orfano più triste di come già si senta?...
    Mentre i suoi pensieri si facevano sempre più deprimenti, il ragazzo continuava a camminare tra quelle lapidi, ma pian piano iniziò a rallentare il passo, sempre di più, finché quell'unico rumore udibile di passi non scomparve. Ray si fermò, guardava a terra, il suo viso era impregnato di sudore, la sua bocca spalancata, respirava a fatica, i suoi occhi chiedevano aiuto, proprio come quella volta...dopo quell'incidenti era sempre la stessa storia, ogni volta che si trovava a pochi metri dalle lapidi dei suoi si bloccava, non riusciva a proseguire, qualcosa lo fermava...
    D-dai...dai cazzo!...p-perché!?...perché!?...sono qui...a un passo da loro...e non riesco a raggiungerli...e proprio come quella volta...potevo salvarli eppure non agii...rimasi fermo...fermo a riflettere su cosa era giusto fare...e il pensar troppo è stata la mia rovina...ed ora...ora...ho paura...p-paura di vedervi...paura nel riaffiorare quei ricordi...paura nel ripensare a quei bei momenti passati assieme...paura nel chiedervi se siete fieri di me...paura...di aver paura...mamma...papà...mi dispiace...n...non...c-ci...riesco...
    Dopo quel fatto che cambiò radicalmente la vita de ragazzo lui era venuto già quattro volte a fare visita ai suoi, e in nessuna di queste è riuscito a sedersi di fronte a loro e a parlare, nemmeno un ciao, tutte e quattro le volte ha fatto la stessa cosa, si è fermato nello stesso punto, ha pensato le stesse cose...e mai ha avuto il coraggio di parlarci...anche ora stava andando come al solito, dopo essersi fermato si girò, ma invece che correre verso l'uscita rimase fermo, fermo mentre guardava a terra, dai suoi occhi cadevano alcune lacrime, la sua bocca tremava
    B-basta...non...n-non posso...non posso continuare c-così...
    Il suo sguardo si fece più deciso, la bocca smise di tremare, si asciugò le lacrime con un bracciò e si girò di scatto rompendo con un imponente urlo quel tetro silenzio
    NO! NON OGGI!...NON SCAPPERO' MAI PIU'!
    Come pervaso da una nuova ondata di coraggio, l'orfano si diresse verso le lapidi dei suoi con passo forte e deciso, sorpassò quel punto in cui era solito bloccarsi e proseguì per qualche metro arrivando di fronte a due lapidi tale e quali alle altre, rimase lì in piedi per qualche secondo, poi poco prima di sedersi sussurrò con voce malinconica ma allo stesso tempo soddisfatta
    Eccomi...c'ho messo un po ma alla fine sono tornato...
    Così ora era seduto davanti ai suoi, osservava quei blocchi di pietra con sguardo spento, mentre cercava di imitare con la sua bocca un sorriso, rimase per più di un minuto lì immobile nel contemplare quelle lastre di pietra, per poi leggere con voce bassa e silenziosa ciò che vi era scritto
    R...Richard O'Connell...e...M-Mary...O'Connell...
    Nient'altro...non c'era scritto nient'altro, solamente i loro nomi, nè una foto nè una frase, nessun riferimento al figlio laciato solo...niente...ma ciò non turbò più di tanto il ragazzo, in fondo la città di cui era adesso ospite non gli aveva causato che guai fin da quando vi era entrato. Al giovane importava solamente di essere lì, in quel preciso momento, con quelle precise persone...
    C'è l'ho fatta...n-non so che dirvi...più che altro ho mille domande che mi passano per la testa...m-ma come potreste rispondermi?...per prima cosa vi racconterò qualcosa sulla mia nuova vita...penso si faccia così no?...bah...da dove iniziare...vivo in un piccolo appartamento...il quartiere diciamo che non è molto sicuro ma non preoccupatevi mi sono fatto rispettare...i miei vicini sono tranquilli, più o meno...Bob è uno spacciatore ma alla fine non fa male a nessuno, non direttamente almeno...e poi c'è sua nonna, è una simpatica vecchietta in pensione...è tranquilla...anche se prima era a capo di una banda...io per vivere non faccio nulla per adesso...p-però ho in mente di trovare un posto dove posso guadagnare combattendo...
    Giunto a quest'ultima frase si fermò un attimo, alcune lacrime iniziarono a solcargli le guance, il sorriso che prima stava forzando nel far apparire reale fu sostituito da una smorfia di dolore, e la voce divenne tremante
    L-lo so...t-tu...mamma, non penso saresti così d'accordo v-vero?...e nemmeno tu p-papà...anche se mi hai detto...di f-fare ciò che mi rende felice...non penso intendessi questo...vero?...s...se voi fosse qui sareste delusi no?...proprio come quella volta...e già...proprio come allora...m-mi guardereste in quel m-modo che tanto ho odia...odiato...ma...ve l'ho gia detto no?...s-sono nato così...mamma...papà...siete le persone...le persone a cui ho voluto più bene in assoluto...m-ma io...io devo farlo...devo lottare...se non lo faccio...finirò come voi...n-non che non voglia raggiungervi, un giorno lo farò...ma o-ora...ora voglio vivere proprio come mi hai detto di fare tu papà...vivere facendo ciò che amo...e non posso vivere se non combatterò...perchè?...perchè in questo mondo è il più forte a sopravvivere...se non si lotta non si avrà mai niente nella vita...se mi farò mettere i piedi in testa dalla gente sarò soltanto delle nullita...e...i-io...non voglio esserlo...io vivrò...non solo per me...ma per voi...s-sopratutto per voi...e vivrò mettendo a rischio la mia vita...ahahah...divertente no?...n-no?...ora non so più che dire...penso di aver detto tutto...
    Ray all'improvviso si alzò in piedi di scatto, si asciugò il viso con la maglietta, e disse sorridendo mentre con lo sguardo osservava il cielo
    Bèh...che altro dire? Se non che...vi amo...vi ho amato e vi amerò per sempre...ho sempre fatto ciò che mi avete chiesto anche se a volte c'ho messo un pò per farlo...ma ora basta...farò ciò che io voglio fare...ciò che mi rende felice...e vi prego di non guardarmi come quella volta...perchè io...perchè io...semplicemente perchè io vi ho sempre amato...non so cos'altro dirvi per convicervi...ma se voi volete che io smetta di lottare...mi dispiace ma non posso...non so sinceramente perchè non posso...non so perche amo in tal modo combattere...ma so solo che voglio farlo...e che lo farò...però non fraintendetemi...non lo faccio per disubbidirvi...lo faccio per voi...forse è difficile da capire...non lo capisco bene neppure io...ma ora basta con questi discorsi complicati...MAMMA! PAPA'!...vi amo...

     
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1 replies since 6/9/2014, 22:39   132 views
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