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Allenamento eremitico del giaguaro

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  1. guaro_14
     
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    Giorno 6

    Il giorno sei fu forse uno dei più duri. Perdere mezzo litro d'acqua al giorno era parecchio provante e si fece sentire soprattutto i primi 2 giorni. E sebbene al mattino riuscì a stare esposto per altri 10 minuti circa, migliorando il proprio record, nel pomeriggio, non essendo riuscito a recuperare molto bene i liquidi, il tempo scese sensibilmente superando di poco l'ora. Era senza dubbio il giorno in cui stava soffrendo di più, anche se al mattino l'Hatsu gli aveva dato parecchie soddisfazioni. Ora ormai in procinto di raggiungere il gusto desiderato, sarebbe probabilmente bastato un altro giorno di prove. La parte più dura della giornata fu appunto la seconda esposizione, mentre nel viaggio di andata e ritorno dall'oasi non guadagnò e non perse nulla. Il suo tempo si arrestava ormai su circa 40 minuti, e il ragazzo riusciva a sostenere un certo passo. La sera gli toccò utilizzare ancora il cero e poi studiò al meglio il libro degli allenamenti. Doveva capire come avvicinarsi al meglio all'arte circense dei mangia-fuoco senza rischiare di rimanere fatalmente ustionato. La sera si allenò ancora nel Ren, ma cadde sfinito dopo una decina di minuti. Era tuttavia contento perchè era sopravvissuto a quello che fino a quel momento era stato il giorno più duro, e nel Ren, seppur non nella durata, era migliorato nella forma e nella quantità esplosiva di aura che era in grado di gestire.

    Anche il giorno dopo (Giorno 7) fu piuttosto duro, seppure un po' di meno rispetto al precedente. Ancora una volta il solo litro d'acqua bastò al pelo, ma al mattino e a cena riuscì a idratarsi con la bevanda alcolica e a limitare i danni. Ormai la reggeva abbastanza bene, anche non così dato da renderlo inefficace nell'alzare la sua temperatura corporea. Se non fosse stato per l'unguento si sarebbe ritrovato in preda ad febbri e sofferenze atroci. Ringraziava che aveva l'olio e che la sua volontà si stesse rafforzando sempre di più. Forse anche questo era uno dei motivi per cui stava migliorando anche nell'utilizzo del Ren. Come gli aveva insegnato il maestro, la volontà era molto importante nell'allenare il Ren.
    Durante il giorno si espose per u'ora e un quarto sia al mattino che al pomeriggio.
    Risparmiò molte energie per la sera, il momento più importante di quella giornata. Ripetè gli esercizi che aveva fatto con cero e candele ma questa volta con la torcia di legno. Sembrava scottare parecchio, e la fiamma era sicuramente parecchio più viva. Ci mise più tempo del solito, perchè doveva avere una maggior accuratezza e non rischiare di bruciarsi. Di certo il potere bruciante di quella fiamma era di molto inferiore a quello del sole, però voleva che quella fiamma, l'essenza di quella fiamma, entrasse il più possibile nel suo corpo.
    Passata due volte la torcia sul proprio corpo passò alla parte più difficile della serata. L'iniziazione all'arte dei mangia-fuoco. Prese la fiaschetta da whisky e si riempì la bocca di una sostanza che sapeva di Kerosene e gasolio. La bocca era ovviamente totalmente asciutta, come d'altronde il resto del suo corpo. Avvicinò la fiaccola alla bocca, pur mantenendo una certa distanza, e sputò il liquido che si incendiò. Le fiamme quasi raggiunsero l'interno della bocca, e la sensazione del fioco vicino alle sue labbra si sentiva particolarmente. La fiammata era stata di una certa potenza e di un certo impatto spettacolare. Ripetè l'esperimento un'altra volta avvicinando iun po' di più la fiaccola. Le fiamme gli sfrigolarono per un istante sulle labbra e poi quasi sulla lingua, ma fortunatamente non si bruciò. Aspettò un po' poi, che gli si asciugasse la bocca. Quei due tentativi erano andati bene, anche con un po' di fortuna e probabilmente grazie alle dure condizioni a cui era stato sottoposto in quei giorni. La bocca si asciugò con una certa rapidità anche grazie al calore che si conservava nella tenda. Era giunto il momento più delicato e difficile della serata. Spegnare la fiaccola con la mano. Si prese del tempo per concentrarsi, non voleva ustionarsi. Doveva essere convinto di quello che faceva, era fondamentale, altrimenti si sarebbe scottato. In quei giorni aveva sempre spento le candele con le dita, quindi si era fatto un po' il callo. Ma quello era diverso. Fatto un respiro profondo avvicinò la mano destra alla torcia e prima ancora che il calore si facesse sentire al senso del tatto. La fiaccola si spense, e lui provò una lieve tremito nel braccio. Guardò la mano, ed era un po' annerita, ma, con suo estremo sollievo accolto da un sorriso sulla bocca, non era bruciata. Lo svezzamento era andato bene, il giorno successivo avrebbe ripetuto quella procedura più forte, concentrandosi maggiormente su quella che era l'essenza del fuoco.

    Edited by guaro_14 - 5/10/2012, 15:34
     
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8 replies since 2/10/2012, 22:18   181 views
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