La Scommessa e l'Affare

Apprendimento Basi Nen per _gin

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    // Allora, il primo post lo lascio a te in quanto proseguo della presentazione. In linea di massima avrai sempre libertà assoluta d'azione durante la quest, però in questo caso direi di fermarti poco prima che Amish ti reindirizzi verso un maestro Nen per sapere cosa effettivamente esso sia. A te la palla. Enjoy ;) //
     
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  2. _gin
     
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    N-nen? e cosa sarebbe...
    Concluse per poi passare lo sguardo prima sul tizio tatuato e poi su Amish.
    L'espressione di colui che sembrava opprimerlo con la sola presenza si fece sempre più seccata e dopo aver sputato nuovamente a terra un garrino che era più muco che saliva disse con tono spazientito ad Amish.
    Su, portato via questo mocciosetto che non ho tempo da perdere con voi...
    Senza preoccuparsi molto della possibile reazione aggressiva del ragazzo proprio come aveva appena fatto.
    Visivamente agitato Amish non disse nemmeno una parola, si limitò ad annuire per poi avvicinarsi a Blaze cercando di aiutarlo a rialzarsi. Stranamente sembrava distogliere lo sguardo dal giovanotto, come se le parole del tizio tatuato avessero smascherato le sue reali intenzioni. Infatti non era necessario essere un genio per capirlo: quel farabutto di Amish aveva intenzione si di far combattere il ragazzo, ma a quanto pare non gli interessava che vincesse ma semplicemente che potesse fare un pò di spettacolo. Se poi questi ci rimetteva la pelle amen.
    Con fare infuriato, Blade scostò quel subdolo individuo con un gesto del braccio, dicendogli con tono aggressivo.
    Non toccarmi verme...
    Come prima riuscì ad alzarsi con le sue sole forze, anche se facendo una fatica tremenda. In tutta la sua vita non aveva mai provato delle sensazione del genere. Dentro di lui la rabbia cresceva, avrebbe voluto affondare un suo gomito in quella testa pelata, ma aveva ben compreso che nelle sue attuali condizioni non sarebbe nemmeno stato in grado di avvicinarsi di un ulteriore passo. Tuttavia quell'episodio non gli faceva solo provare rabbia, ma anche un misto di curiosità e determinazione. Questo "nen" di cui stavano parlando sembrava nascondere un potere al di la delle sue comprensioni e se poteva permettere ad un semplice gorillone tutto muscoli di soggiogarlo con la mera presenza era un qualcosa che avrebbe dovuto apprendere in ogni modo.
    Senza dire neanche una parola o che altro Blaze diede le spalle al gorillone e con passo deciso e rapido iniziò a risalire la cupa scalinata. Più si allontanava più la presenza opprimente che lo attanagliava scompariva, fino a quando, circa a metà strada, scomparve completamente.
    Finalmente è scomparsa... non ne potevo più...
    Pensò tirando un sospiro di sollievo, cadendo a sedere con la schiena appoggiata contro una parete e la testa china. Adesso non aveva più il respiro affannato e approfittò del momento per riassestarsi un pò.
    Nel frattempo Amish si stava avvicinando e non appena fosse ad un paio di gradini da lui, sentendolo arrivare, il ragazzo disse a voce alta; senza però degnarlo di uno sguardo.
    Bene bene, guardia chi sta arrivando... quel verme di Amish...
    Dalla sua voce si poteva intuire perfettamente la rabbia nei suoi confronti, daltronde era stato raggirato con l'intento di essere sfruttato come un mero oggetto. Sentendo le sue parole Amish si fermò di colpo ed iniziando a sudare freddo disse.
    B-bè non è c-come pensi... i-io volevo...
    Sì, volevi solo sfruttarmi facendo soldi facili e se per farlo ci rimettevo la pelle chi se ne frega giusto?
    Disse Blaze, interrompendo il suo discorso ed alzando lo sguardo fissandolo dritto negli occhi. A quanto pareva questo Amish era in grado di resistere perfettamente a quell'aura oppressiva del gorillone, forse anche lui in qualche modo sapeva usare questo fantomatico "nen", tuttavia dalla reazione che stava avendo nei confronti del ragazzo probabilmente non era questo gran che nel combattimento. Meglio così.
    Iniziando a balbettare senza senso Amish stava arretrando lentamente, ma con un veloce scatto Blaze gli balzò addosso e prendendolo per la collottola con la mano destra lo schiaffò alla parete; alzandolo anche di qualche centimetro dal suolo.
    I loro nasi distavano appena un paio di centimetri e fissandolo dritto negli occhi, Blaze gli chiese con fare autoritario.
    Tu adesso mi spieghi cosa diamine è questo Nen e soprattutto mi dici come faccio ad apprenderlo... se è vero che lavori in questo posto e ti muovi liberamente la sotto sono sicuro che conoscerai qualcuno in grado di insegnarlo, vero?
    Concluse la sua domanda stringendo la presa in modo da far aderire bene la camicia sul suo collo e compromettergli in maniera lieve il respiro. Il ragazzo non scherzava, era sul punto di prenderlo a legnate, e se quel farabutto sperava di andarsene via dal quel posto tutto intero allora avrebbe dovuto assecondare le sue richieste.
     
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    La presa esercitata dal giovane sul colletto del truffatore fu talmente forte che per pochi secondi non lo si poté udire annaspare, alla ricerca dell’aria che quel che sarebbe dovuto divenire il suo “affare” ora gli stava privando. Lo aveva ben capito Blaze, colui che aveva dinanzi era in grado d’usare il Nen, eppure sembrava proprio non esser in grado di emanare quella stessa forte sensazione né di poter sfruttare tale conoscenza in qualunque altro modo. Un inetto, ecco come lo si poteva definire. Gemette ancora una volta, dubbioso se aprir bocca o meno. Rimasero così per una decina di secondi poi, sentendosi quasi mancare, Amish decise di mollare l’osso. Alzò entrambe le mani, posandole sugli avambracci del ragazzo. Un fievole calore s’estese sulla cute del truffato, ma non vi furono effetti secondari, almeno non evidenti o istantanei. Lo sguardo impaurito divenne per orgoglio serio e deciso, più consono ad persona della sua età e del suo rango.

    -L-lasciami… improvvisò un tono di voce duro, ma con scarsi successi … t-ti dirò quel che so. Vedi, hai ragione, sono capace d’utilizzare il Nen, o almeno posso vederlo, cosa che evidentemente tu non sei capace di fare. Ma oltre a ciò ti posso assicurare io non sappia niente! I-io… proprio come se stesse per confessarsi, il furbo abbassò il volume facendosi più riservato… ho ricevuto quel che l’uomo prima ha chiamato il “battesimo”. Non so come funzioni, però basta subire anche solo un pugno carico di Nen per far risvegliare il proprio potere. Purtroppo però è praticamente impossibile sopravvivere ad un attacco di quella portata senza esser a propria volta esperti Nen, e io sono un’eccezione. Ho subito gravissimi danni e ora non posso neanche più alzare un pugno che rischio di tornare un mucchio di pezzi d’ossa.-

    Un attimo di pausa bastò per fargli riprendere un po’ di fiato. Man mano che proseguiva con il racconto il suo volto si faceva sempre più scuro e cupo. Era evidente che stava scavando anche nei ricordi più spiacevoli e dolorosi, cosa non effettivamente necessaria a Blaze ma Amish aveva preso quel momento come un’opportunità per levarsi di dosso tutti i pensieri e i pesi che aveva accumulato durante gli anni di carriera, non badando neanche più di poter in qualche modo sfigurare dinanzi quel giovane che impudentemente aveva provato a truffare. L’uomo deglutì, pronto a concludere la storia e a donare una effettiva risposta al suo colloquiante.

    -è p-proprio per questo che ora, per guadagnare qualche soldo facile, adesco gente ignara del Nen nella taverna e la porto qui. Sai, è piuttosto facile distinguere quelli che sanno da quelli che non sanno e al mondo il rapporto tra utilizzatori e non è di uno ogni sette milioni, quindi esistono più o meno solo mille persone capaci d’utilizzare il Nen seriamente; Molti altri invece lo sprigionano senza saperlo, ma una cosa è certa… ogni essere umano al mondo sarebbe capace d’utilizzarlo. Tornando alla tua domanda… no, non conosco nessuno capace di insegnarlo, quel poco che so l’ho appreso a mie spese… anche se…-

    Distorse lo sguardo dal suo aguzzino, indeciso se mentire o meno giunto a quel punto. Aveva parlato molto e la maggior parte delle informazioni sarebbero state anche di poco interesse, dunque la possibilità che Blaze fosse già arrabbiato per tutto quel tempo perso era elevata. Rischiare sarebbe stata una cosa saggia? Ormai l’aveva messo in mezzo e in parte sentiva gravare sul suo stomaco quella spiacevole situazione. Non v’erano dubbi, il ragazzo sarebbe finito per farsi uccidere chiedendo alla persona sbagliata… non poteva cadere così in basso.

    -come ti ho detto è facile distinguere le persone normali da quelle che non lo sono e alcune volte capita che gli utilizzatori di Nen non facciano poi molto per nascondere la propria presenza. So con certezza che pochi giorni è giunto a Padokia una certa persona. Di preciso non so chi esso sia, ma ho sentito che alcuni combattenti dei sotterranei si siano rivolti a lui con l’appellativo “sensei”. È ancora presente in città… non so altro-

    //null’altro da aggiungere, ma se non è chiaro quel che effettivamente Blaze deve fare puoi anche mandarmi un mp xD //
     
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  4. _gin
     
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    Finito di parlare passarono circa una decina di secondi prima che Amish dicesse o facesse qualcosa. Attimi di silenzio talmente carichi di tensione che non sembravano neanche essere solo dieci. La stretta che Blaze aveva esercitato su di lui gli aveva quasi fatto mancare il respiro, ma appena il subdolo individuo posò le sue mani sul braccio del ragazzo, uno strano tepore gli fece allentare la presa. Le sue mani erano particolarmente calde, più di quanto potessero essere delle normali mani umane, ma non era un caldo ustionante, anzi sembrava il tipico tepore dei raggi solari.
    Allentando involontariamente la presa finalmente Amish riuscì a riprendere fiato e facendosi più serio e composto, nonostante fosse molto intimorito ed ancora sospeso da terra, iniziò a rispondere alle richieste impartitegli. Proprio come aveva immaginato Blaze questo tizio era in grado di usare il Nen, anche se in maniera parziale, acquisendolo involontariamente durante uno scontro con un utilizzatore dello stesso.
    Il ragazzo dai capelli celesti riusciva a comprendere pienamente che il solo parlare di queste cose faceva scaturire brutti ricordi nella testa di Amish, ma al momento non gliene poteva fregare di meno, poteva anche mettersi a piangere e frignare come una mammoletta: lui voleva apprendere quel Nen ed avrebbe sfruttato questo farabutto come meglio poteva. Daltronde chi la fa l'aspetti.
    Bene, continua non ti ho detto che puoi fermarti...
    Gli disse Blaze con fare fermo e deciso, continuando a tenerlo sollevato da terra ma allentando del tutto la presa in modo che potesse parlare senza problemi.
    Amish continuò il suo discorso spiegando che nonostante questo particolare potere fosse sopito dentro ogni essere umano e che quindi chiunque potesse essere in grado di utilizzarlo, solo pochi eletti potevano essere definiti "utilizzatori del Nen". Ancora una volta troncò il suo discorso a metà, ma non per prendere fiato: a questo giro distolse lo sguardo dal ragazzo, come se fosse indeciso sulle parole da utilizzare da quel momento in poi.
    Avvicinando il suo viso a lui, fissandolo con uno sguardo sempre più serio, Blaze gli disse.
    Anche se...
    Spronandolo a continuare e non fargli perdere altro tempo.
    Continuando a parlare Amish iniziò a dire che ultimamente uno strano utilizzatore del Nen era apparso in città e dalle voci che correvano tra i combattenti sotterranei questi si faceva chiamare Sensei. Non sapeva dove vivesse o quale fosse il suo vero nome, tuttavia il fatto che questo misterioso individuo avesse un appellativo simile molto probabilmente era perchè, oltre ad essere un ottimo utilizzatore del Nen, fosse anche disposto ad insegnarlo ad estranei.
    Non molto soddisfatto delle informazioni che aveva ricevuto, Blaze fece un passo indietro lasciando la presa sulla camicia del suo interloquitore in modo che potesse nuovamente poggiare i piedi sulle scale.
    Devo trovare questo "Sensei" quindi... ho già una mezza idea da dove poter partire, tuttavia per stare sicuro di trovare la persona giusta ho bisogno di qualcuno in grado di capire se uno è un vero utilizzatore del Nen o no, quindi...
    Interruppe i suoi pensieri in modo da rendere partecipe anche Amish di ciò che stava pensando.
    Tu vieni con me... se devo riuscire a trovare questo "Sensei" ho bisogno di qualcuno che sia in grado di riconoscere un utilizzatore del Nen da uno falso, quindi per il momento vieni come e se mi aiuterai potrò anche lasciar correre il fatto che volevi usarmi come carne da macello...
    Concluse mettendo le mani sui fianchi e fissandolo con sguardo molto serio e deciso. Un no non sarebbe stato contemplato dal ragazzo ed anche se difronte a se aveva un utilizzatore di Nen, da quanto aveva capito, non era per niente intimorito in quanto se provava ad usarlo il suo fisico sarebbe collassato in maniera irreparabile.
    Dunque: nel caso Amish lo avesse accompagnato di sua volontà si sarebbe immediatamente recato dal vecchio barista per chiedere informazioni a riguardo di questo "Sensei", nel caso invece non fosse stato così avrebbe tentato di prendere a legnate quel subdolo individuo finchè non avesse cambiato idea.
    Perchè proprio dal barista si era deciso ad andare a prendere informazioni? Bè considerando che Amish prima di venire in questo luogo si era fatto dare una chiave dal vecchietto sicuramente anche lui era al corrente di questi combattimenti clandestini e probabilmente poteva possedere qualche informazione a riguardo di quest'uomo misterioso.
     
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    Lo lasciò andare definitivamente solamente dopo aver finito d’udire per completo il suo discorso. L’uomo, ormai privo di quella possente presa, si fece cadere a terra riprendendo fiato. Gli occhi di Blaze non avevano rivelato neanche per un secondo quel briciolo di compassione solito del genere umano, non un emozione né il barlume di interesse per la tragica storia raccontatagli. Non lo si poteva biasimare e lo stesso Amish vi aveva ormai fatto i conti: non l’avrebbe lasciato andare. Quel pensiero così lontano divenne pura realtà pochi secondi dopo. Il ragazzo dai capelli blu, infatti, aveva proprio pianificato di portarselo dietro e di sfruttarlo per riconoscere il “sensei”. L’uomo capì solamente in quel momento di aver raccontato troppe cose, le emozioni che gli erano sfuggite via di mano ora gli si ritorcevano inesorabilmente contro, legandolo alla vittima fino al compiersi delle sue pretese. Chinò il capo, rialzandosi poco dopo da terra. Sapeva bene di non poter rifiutare o contrastare le parole di Blaze che, in caso avverso, avrebbe risposto nuovamente all’offesa con la forza.

    -ok-

    Ora che aveva il suo consenso non gli rimaneva che procedere. Risistematosi i vestiti sgualciti e riassumendo la stessa aria spavalda mostrata al loro primo incontro, Amish si mise in testa al gruppo. La strada da percorrere non era difficile e impossibile sarebbe stato scappare in quanto si trattava d’un lungo rettilineo in salita, quindi l’uomo non si preoccupò di poter creare fastidi e preoccupazioni al suo aguzzino, ormai non poteva neanche più minacciarlo con il Nen in quanto aveva rivelato le sue condizioni. Un gradino dietro l’altro tornarono in superficie e, attraversate le dovute stanze, si affacciarono nuovamente nel saloon. Il loro veloce ritorno non fece scalpore, nessuno infatti si girò o diede segni di interessamento; Nessuno tranne il barista. Un uomo pelato e robusto indossante una camicia bianca sotto la divisa nera. Gli occhi di quello erano fissi sull’adescatore e la sua preda, interrogandosi sicuramente sul perché essi fossero già di ritorno. Tra una lucidata ai bicchieri ed il gestire le ordinazioni allungava lo sguardo. Alla fine Amish, con un gesto del capo, richiamò la sua attenzione. Rapidamente il duo gli si avvicinò, ma il primo a prender parola fu proprio il barman.

    Barman: -oooh, dunque sei riuscito a cavartela? Devi essere una persona proprio speciale… ehehe-

    -No, la situazione è leggermente diversa…-

    L’omone osservò il compare con fare dubbioso, concentrando l’attenzione sull’espressione cupa del suo viso. Spostò lo sguardo su Blaze solamente pochi attimi dopo, intuendo forse in parte quel che era successo. Posò lo straccio sul legno del bancone, spostando da una parte un piccolo mucchio d’ordinazioni ancora non sistemate e della quale importanza ora era secondaria. Le grosse braccia si posarono sul ripiano e il suo busto si fece più vicino ai due.

    Barman: -qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo…-

    Era evidente non volesse coinvolgere troppe persone in quella discussione, ecco perché optò nel contenere il volume, infondo qualunque cosa riguardasse ciò che avveniva li sotto non poteva esser considerata legale, per cui era meglio non spargere in giro certe voci.
     
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  6. _gin
     
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    Poteva essere anche un subdolo truffatore che faceva soldi facili mandando al macello un bel pò di gente, ma forse in fin dei conti non era così meschino dato che accettò di propria volontà le condizioni imposte da Blaze. O forse sperava di salvare la pellaccia e basta? Bè al giovane ragazzo dai capelli celesti ciò non interessava molto, bastava solo che lo aiutasse a trovare questo "Sensei" senza fare storie.
    Nuovamente con a capo Amish, i due si diressero su nella sala principale della taverna, al pian terreno, dove come prima regnava l'allegria e la spensieratezza. Nonostante pochi minuti prima Blaze aveva dato spettacolo con la sua esibizione culinaria, ormai la gente si era già scordato di lui e nessuna faceva caso a loro che velocemente si dirigevano verso il bancone. Solamente una persona sembrava prestare loro attenzione: il barista.
    Una volta che entrambi si misero a sedere questi si era già portato davanti a loro e senza che potessero proferire parola subito si congratulò con il ragazzo del fatto che era già di ritorno tutto intero, da quel posto che alcuni chiamavano "Inferno".
    Proprio come si aspettava Blaze il barista era completamente immischiato in questo giro di affari losco ed illegale e senza perdere altro tempo Amish gli rispose che la situazione non era andata proprio in quel modo.
    Ascoltando queste parole il vecchio si fece un pò perplesso, squadrò entrambi, prima Blaze poi il truffatore, riponendo sul bancone lo straccio che teneva nelle mani. Dopo aver spostato delle ordinazioni ancora da smaltire si sporse in avanti in modo da avvicinarsi ad entrambi e con fare schivo ed il tono di voce basso chiese cosa stesse succedendo; in modo che nessuno a parte loro potesse partecipare alla conversazione.
    Senza troppi giri di parole Blaze prese l'iniziativa, mantenendo un atteggiamento serio e deciso.
    Bè non mi hanno fatto entrare... però mi hanno detto che prima di poter partecipare ad un incontro devo parlare con un certo "Sensei"... ho chiesto ad Amish ma dice che non sa ne dove viva ne come si chiami realmente, ma immagino che il "padrone di questa baracca"...
    Disse con tono basso, roteando l'indice della mano destra per indicare il locale e poi puntarlo verso il basso per intendere che parlava del luogo dove si svolgevano gli incontri clandestini.
    ... qualcosa di più lo sappia... daltronde prima o dopo un incontro chi è che non si fa un buon bicchierino e come si sa: i baristi hanno le orecchie lunge...
    Concluse fissandolo dritto negli occhi. Aveva deciso di omettere tutta la storia del Nen, un pò perchè sinceramente preferiva non parlare di quell'esperienza poco piacevole e decisamente imbarazzante, un pò perchè poteva anche essere che non sapesse nulla di tutta la questione del Nen e quindi voleva evitare di complicare le cose.
    Durante il discorso, quando aveva fatto riferimento ad Amish, aveva portato l'attenzione su di questi, in modo da fargli intendere di confermare ciò che stavo dicendo.
     
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    A sanare le perplessità del barman vi penso proprio colui che li non doveva più esserci, Blaze. Le esperienze vissute e gli eventi, a quel punto, non facevano altro che confermare l’ipotesi di un Amish, detto “l’Affarista”, soggiogato dal volere del truffato. Tale condizione di sottomissione la si poteva intravvedere persino nel discorso che il giovane stava poco alla volta mettendo in piedi in quanto l’uomo al suo fianco, anziché prender parola, si limitava ad annuire e a dispensare gesti di assenso, confermando forse forzatamente quelle parole. Effettivamente il pelato non poteva sapere cosa fosse successo o meno sotto i gradini del suo locale, egli, pur essendo il proprietario della “baracca”, sapeva esclusivamente che pochi metri più giù si svolgevano combattimenti clandestini e che la Famiglia Shon pagava bene affinché questo avvenisse. In conclusione, per quanto la faccenda non gli quadrasse, dovette prender per buono il racconto del giovane dai capelli blu. Alzò la mano destra dal bancone schiarendosi il viso con la stessa. Intanto Amish afferrò dalla mensola una bottiglia di rhum e un bicchierino pulito da sopra il lavello, versando poco alla volta l’alcolico al suo interno. Il barman non fece nemmeno caso a quel gesto, consapevole che l’uomo era un tipo che i conti li saldava sempre… ah, finalmente qualcuno gli balzò per la testa. Posò nuovamente la mano sul legno del tavolo, tornando nella sua posizione di partenza.

    Barman: -Dunque cerchi informazioni sul sensei… sappi però che, come ogni altra cosa in questo mondo, le informazioni si pagano, dunque mi prenderò il venti per cento di tuoi prossimi incontri, o comunque non meno di trecentomila jenny. –

    Questa volta sarebbe stato Blaze a dover cedere qualcosa, almeno ché non decidesse di dare spettacolo anche nel saloon, rischiando così di attirare su di se le ire di coloro che sotto si dilettavano nei loro scontri. Malmenare Amish aveva funzionato, ma far saltare quella copertura si sarebbe rivelata cosa fruttifera? Nel mentre, il pelato, staccandosi dal bancone, tornò a pulire i bicchieri e a sistemare gli ordini proprio come se nulla fosse accaduto.

    Barman: -proprio come hai detto tu ho sentito parlare di questo Sensei dagli “ospiti” e, ora che mi ricordo, sembra io abbia avuto anche l’occasione di vederlo, peccato non mi ricordi il suo volto…un barista che non si ricorda dei suoi clienti, strano, vero? Eh già, eppure mi torna in mente solamente una figura quasi inesistente, proprio come se vi fosse e non allo stesso tempo. Comunque, da quel che ho capito, egli è tornato in città da poco. Devi sapere che lo chiamano Sensei proprio perché pare abbia insegnato a combattere ad alcuni dei migliori qui sotto… mmm… ah, pare si vesta elegante e porti un basco. –

    Diede un colpo di straccio al legno sporco e suonò il campanello, richiamando l’attenzione della cameriera. In un lampo cedette alla giovane ragazza dalla lunga chioma castana i fogli con le pietanze, blaterandogli un qualcosa di incomprensibile. Non appena fu sufficientemente distante azzardò un commento che, data la sua età e la fede avente al dito, poteva dirsi disinteressato.

    Barman: -bella ragazza, vero? Dovrebbe avere una ventina d’anni… comunque quello è tutto ciò che so sul Sensei-

    Difficile sarebbe stato estrarre ulteriori informazioni da quel luogo, almeno di non voler chieder direttamente ai lottatori una volta risaliti. In mano aveva però alcuni indizi interessanti che, se compresi e sfruttati bene, l’avrebbero potuto condurre dalla persona desiderata nel giro di poche ore… l’avrebbe colti?
     
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  8. _gin
     
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    Durante la sua breve spiegazione il barista fu molto attento a ciò che stava udendo, mentre invece Amish si limitava ad annuire senza proferire parola, mentre prendendo una bottiglia di rum stava iniziando a bersi un goccietto; forse per allentare un pò la tensione.
    Blaze avrebbe preferito un supporto un pò migliora da quel tipo, però effettivamente notando l'espressione da cane bastonato che aveva in volto fin da quando avevano risalito le scale che portavano nel sottosuolo, meglio che le cose andassero in questo modo.
    Dopo aver capito come erano andate le cose il barista disse al giovane ragazzo che poteva dargli qualche informazione relativa a questa persona che stava cercando, tuttavia come per ogni altra cosa avrebbe dovuto dare in cambio qualcosa e ciò che egli chiedeva era il 20% del ricavato delle sue vincite o per lo meno una somma complessiva non inferiore a 300.000 jenny.
    Imposta questa condizione il barista tornò ad adempiere ad i suoi compiti ritornando a pulire ed a smistare le ordinazioni in attesa di una risposta da parte di Blaze; la quale non tardò ad arrivare.
    Come vuoi, vada per la seconda...
    Disse con aria di sufficienza, come se la cosa non lo tangesse molto. Effettivamente adesso le priorità erano cambiate: doveva trovare questo "Sensei" ed apprendere il Nen, soldi e combattimenti adesso avevano un'importanza secondaria e considerando che se anche fosse tornato a combattere la sotto sicuramente nemmeno un jenny sarebbe finito nelle mani di quel vigliacco di un Amish,. Che la piccola percentuale sull'ipotetico ricavato andasse al barista anzichè ad lui non faceva alcuna differenza.
    Ricevuta una risposta soddisfacente il vecchio continuò il suo discorso dandogli tutte le informazioni che possedeva su questo misterioso individuo. Il fatto che lo aveva visto una volta e non si ricordasse il suo nome gli puzzava un pò.
    Diamine come si fa a scordarsi il volto di uno che va in giro vestito in maniera elegante, con un basco e di una certa rilevanza?
    Pensò un pò perplesso Blaze continuando ad ascoltare le parole del vecchio. Forse la cosa poteva essere ricondotta a quella strana affermazione sul fatto che pur notandolo dava l'impressione di non essere presente, come se avesse un'aura di evanescenza su di lui. Che anche questa fosse una caratteristica degli utilizzatore di Nen? Probabile. In fondo per il momento Blaze aveva conosciuto un tizio in grado di piegare un altro essere umano al suo cospetto solo fissandolo, il tizio tatuato, ed uno straccione che al semplice tocco riusciva ad emanare un'aura di tepore e calma, quel lurido Amish, quindi forse era possibile.
    Tuttavia era quasi di nuovo di punto a capo: oltre a sapere come vestiva ed avere la certezza che fosse una specie di "maestro" non sapeva altro, anche se l'ultima affermazione del vecchio sulla cameriera lo fece pensare.
    Bè sicuramente da queste parti non saranno in molti a vestire in quella maniera, ma andando a casaccio alla ricerca di uno vestito in maniera elegante e con un basco in testa mi porterà via un sacco di tempo... proviamo a sentire quella bella cameriera, magari un tipo del genere si sarà fermato almeno una volta a prendere da bere qui...
    Pensò mentre la osservava che, prese le ordinazioni del vecchio, si stava allontanando. Infilando una mano dentro la tasca dei suoi bermuda, già quest'oggi vestiva in modo casual come piaceva molto a lui, prese i soldi per l'ordinazione di prima che ancora non aveva avuto modo di pagare e li mise sul bancone proprio davanti al vecchio; dicendo.
    Questi sono per l'ottimo piatto di prima... tu Amish resta qui un attimo che torno subito...
    Per poi avvicinarsi con passo tranquillo verso la ragazza dai lunghi capelli castani, la carnagione chiara e dalle curve formose messe in risalto dal vestitino attillato e di colore chiaro che indossava. Messosi a sedere proprio davanti a lei poggiò entrambe le braccia sul bancone, incrociandole, e con un bel sorriso in volto chiese gentilmente alla ragazza.
    Ciao, scusami mi potresti servire un bicchiere di Gin Fizz? Quel piatto di prima mi ha messo una sete tremenda, eheh
    Il suo tono di voce era molto garbato ed amichevole, quasi come se volesse mettere a suo agio la ragazza ed invogliarla a servirlo nonostante la miriade di cose che aveva da fare. Come sempre inoltre il ragazzo difficilmente riusciva a tenere a freno la lingua in situazioni del genere e senza neanche rifletterci aggiunse.
    Sicuramente non c'è cosa più bella a questo mondo che bere in compagnia di una bella ragazza...
    Il suo tono di voce non era sgarbato, anzi molto tranquillo e pacato facendo intuire che non fosse il solito dongiovanni di passaggio o che altro, pronto a provarci con la bella cameriera, ma semplicemente che la presenza di una bella ragazza come lei gli faceva piacere in mezzo a tutti queste persone così caotiche.
     
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    Un sorriso scavò il volto del barista nel vedere Blaze posare i soldi del pasto precedentemente consumato sul bancone. Non furono, almeno nella circostanza, le banconote a mettergli allegria, bensì l’onesta del ragazzo nell’essersi ricordato un particolare del genere seppur immerso in una faccenda ben più grande. Faceva sempre piacere incontrare gente del genere. Prese i jenny e li sistemò rapidamente in cassa, lanciando alla fine uno sguardo al suo amico Amish, ancora li seduto con la bottiglia di rhum in mano. Intanto il ragazzo aveva ponderato le parole del barman e giunto alla conclusione che quel commento così disinteressato potesse in realtà celare una nuova fonte di indizi, dunque non gli rimase che andare a controllare di persona. Nel vero gli bastarono pochi passi per giungere dalla fanciulla incriminata, fin troppo impegnata a gestire i piatti che uscivano dalla cucina per potersi anche solo accorgere del cliente li davanti al bancone. Fortuna volle che dovette girarsi per afferrare una bottiglia d’acqua, e nello stesso momento intravvide la figura di Blaze seduta a braccia incrociate sul bancone. Il suo volto divenne leggermente rosso dall’imbarazzo nel pensare che il giovane l’avesse fissata, però quelle parole gentili che udì subito dopo fecero in modo di cancellare l’incomprensione involontaria. A quel che sembrava, il ragazzo dalla cicatrice a stella sapeva trattare anche con le belle fanciulle oltre che con i truffatori. Come da prassi la cameriera sfoderò il suo migliore sorriso e, passate le pietanze al boss pelato, prese l’ordine del suo nuovo cliente.

    -un Gin Fizz? Arriva subito-

    Con eleganza e raffinatezza si piegò sulle ginocchia, afferrando da sotto il bancone una bottiglia di soda e successivamente dalla mensola il gin. Acciuffato lo shaker dal lavello lo riempi della sostanza alcolica, di ghiaccio e di sciroppo semplice per poi scuotere il tutto proprio come se stesse suonando un paio di maracas. Versato il composto nell’apposito lungo bicchiere, prese per il collo la fina bottiglia di soda e completò l’opera versandola all’interno fino al raggiungimento dell’orlo. Posizionò il long drink proprio sotto il naso di quello facendosi un poco più avanti con il busto, una visione sicuramente migliore di quella offerta precedentemente dal pelato.

    -ecco a lei, signore-

    Accennò nuovamente un sorriso e fece per andarsene quando ancora una volta Blaze la interpellò. Quelle parole, gentili ma allo stesso tempo fraintendibili, gli fecero ricordare d’avere in tasca ancora un pezzo di carta particolare. Arrestò rapidamente i suoi passi, tornando li ove il giovane sedeva. I suoi profondi occhi si posarono su di lui, questa volta con più calma e interesse.

    -grazie mille, signore. Sa, non è la prima persona che mi tratta così bene in questi giorni. Seppur indaffarata stava dimostrando d’esser una giovane molto socievole ed aperta al dialogo, il tutto sembrava proprio vertere sul modo di porsi a lei, un tasto dolente per tutti i burberi lottatori che passavano da quelle parti. Non vorrei essere troppo sfacciata o invasiva… però vede, un uomo mi aveva chiesto d’uscire per fare quattro chiacchiere, ma non credo riuscirò a raggiungerlo… ecco… si… potrebbe andare lei ad avvertirlo? Mi aveva detto che l’avrei trovato nei pressi del museo d’arte…-

    Barman: - Akane!-

    -si, arrivo! Scusami… in caso dimentica pure quel che ti ho detto-

    Il richiamo del Boss aveva interrotto quella che poteva esser una bella conversazione, ma il lavoro era lavoro e non poteva transigere eccessivi ritardi. Bene, ora aveva un aspetto e un luogo, però, seguendo la legge del contrappasso, in quei pochi attimi in cui le sue attenzioni erano state concentrate su Akane, Amish ne aveva approfittato per andare via, lasciandolo così privo di una guida rivelatrice di Nen. Ebbene, come si sarebbe mosso Blaze?
     
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    Il vecchio pelato sembrava compiaciuto del fatto che Blaze si fosse ricordato di pagare il pasto di prima, ma quest'ultimo era talmente preso dalla ragazza che neanche si accorse del sorrisetto del barista.
    Una volta messosi a sedere proprio dietro la mora questa, da quanto era indaffarata, neanche si accorse della sua presenza, o almeno fino a quando non si voltò verso di lui quasi per caso. I due per un attimo incrociarono gli sguardi e nel vedere quei grossi e stupendi occhi il ragazzo non potè che confermare il commento di prima del vecchio.
    Però, certamente ha buon gusto nello scegliere i suoi dipendenti...
    Pensò Blaze rimanendo allegro e sorridente mentre gli chiedeva da bere. La ragazza inizialmente sembrava un pò imbarazzata, ma i modi di fare del ragazzo l'avevano messa a suo agio proprio come si aspettava. Dando al suo capo le pietanze che aveva chiesto in precedenza si mise subito a preparare il cocktail che il ragazzo le aveva chiesto.
    Con professionalità e velocità riuscì a preparare il long drick in un batter d'occhio e Blaze molto compiaciuto dalla sua bravura, nell'esatto momento in cui le porse da bere mostrando il decoltè, chinò leggermente il capo in basso in segno di ringraziamento, oltre a poter dare una fugace occhiata al suo bel davanzale senza che ella potesse accorgersene.
    Afferrato il drink notò subito che la ragazza se ne stava già andando, voleva fermarla per chiedergli informazioni riguardanti il tizio con il basco, ma ella tornò subito indietro fissandolo dritto negli occhi; stavolta con maggiore calma ed interessa. Che avesse fatto colpo sulla ragazza? Bè ancora non lo sapeva, tuttavia appena proferì parola capii immediatamente quali fossero le sue intenzioni: lo voleva ringraziare del modi gentili con cui si era rivolto a lei ed inoltre poter avvertire un uomo che in precedenza le aveva chiesto di uscire e che purtroppo, causa lavoro, non poteva raggiungerlo. Questo tizio l'avrebbe aspettata al museo d'arte locale. Nel frattempo il ragazzo aveva iniziato a sorseggiare il fresco drink.
    Queste sue parole lasciarono Blaze leggermente perplesso, ma non appena il vecchio barista richiamò l'attenzione della ragazza che a quanto pareva si chiamava Akane, immediatamente realizzò cosa era successo.
    Che sia il tizio con il basco che sto cercando? bè uno che usa vestire in quel modo dubito che sia un buzzurro come la stra maggioranza dei presenti... vuoi vedere che il barman mi ha indicato lei proprio per questo motivo?
    Forse erano solo una marea di supposizioni, perciò per esserne pienamente sicuro, con la scusa di pagare il drink, richiamò l'attenzione della ragazza ancora una volta.
    Akane... proprio un bel nome, eheh, non come Blaze... comunque questi sono per il drink ed il resto se lo può anche tenere come mancia...
    Disse con il solito modo garbato e deciso, facendo una piccola pausa ed un cenno del capo in segno di ringraziamento, per poi concludere il tutto con la domanda relativa all'informazione cruciale.
    ... sarei felice di esserle d'aiuto ma mi dica come usa vestire e che aspetto ha questo tizio almeno posso riconoscerlo...
    In questo modo certamente non avrebbe dato sospetto e sicuramente avrebbe avuto una risposta da parte della ragazza che le aveva chiesto lei stessa questo favore. Se se ne fosse uscito dicendole "ma questo tizio porta un basco" forse avrebbe anche potuto suscitare qualche sospetto, invece così era perfetto.
    Nel mentre aveva fatto questo inoltre, essendosi spostato nella direzione in cui si trovava prima, notò con la coda dell'occhio che quel viscido di Amish sel'era svignata. Per un momento un sentimento di rabbia lo pervase completamente, ma la sua espressione rimase immutata in modo da non far capire alla ragazza ciò che stava provando realmente.
     
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    Un’ultima conferma, ecco cosa serviva a Blaze. Posato il compenso sul bancone, provvisto di proficua mancia, si incamminò proprio nella stessa direzione presa dalla ragazza, potendo così concludere il discorso poco prima troncato senza incorrere in un secondo richiamo da parte del pelato. Gli occhi della bella parvero illuminarsi nel sentire quella richiesta che non lasciava andito a dubbi: aveva accettato la invocazione. Furbo fu il giovane nel rimanere vago, lasciando alla sua colloquiante l’ardua sentenza di indirizzarlo verso quella persona che probabilmente anche lui cercava. Fu così, mentre ella afferrava un vassoio, che le parole attese giunsero al suo capezzale.

    -Uh, hai ragione.. porta un basco; mi ha detto l’avrei riconosciuto da quello-

    In un lampo la ragazza lasciò la sua postazione da dietro al bancone fiondandosi nella sala. Gli passò proprio dinanzi e, in quel momento, la bella gli accarezzò il viso, forse in segno di ringraziamento. Interromperla nuovamente non sarebbe stato garbato e a quel punto si sarebbe potuto anche aspettare una reazione infastidita del barman. Ora aveva tutto il necessario e la locanda aveva da offrirgli solamente buon cibo e compagnia ormai. Rimaneva il problema di Amish, scomparso nel giro di pochi secondi, però vi sarebbe stato tempo e modo per rincontrarlo e fargliela pagare come si deve.

    //Se vai puoi benissimo dire che vedi l’uomo con il basco dinanzi l’entrata del museo. Il suo aspetto è questo:

    Per il resto puoi fare quel che vuoi //
     
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    Sentendo le sue parole notò che gli occhi della ragazza parvero illuminarsi. Probabilmente ella non si aspettava che Blaze accettasse la sua insolita richiesta, daltronde chi si prenderebbe la briga di fare una cosa del genere per un estraneo, quindi quella sua ultima richiesta sembrava averla resa abbastanza felice. Mentre stava prendendo un vassoio, pronta a buttarsi nella caotica mischia di clienti per servire le ordinazioni richieste, disse che il tizio usava portare un basco.
    Bingo, proprio il tizio che sto cercando, eheh... perfetto!
    Pensò contento il ragazzo dai capelli celesti, anche se stette attento a non mostrare i suoi reali sentimenti; per non destare strani sospetti si intende. Dette quelle ultime parole, Akane, gli passò proprio davanti in tutta la sua eleganza, accarezzandogli il viso con una mano mentre con l'altra sorreggeva abilmente il vassoio pieno di bibite. Forse poteva essere un semplice gesto di ringraziamento o forse i suoi modi avevano veramente fatto colpo sulla ragazza, fatto sta che non appena ella gli avesse dato le spalle dirigendosi versoi i tavoli, quindi non più in grado di vederlo, Blaze rimase per qualche secondo a fissarla con un'espressione inebetita ed in silenzio. Poteva fare il duro o il bravo ragazzo quanto voleva, ma in fin dei conti quel sempliciotto di Blaze davanti a cotanta bellezza erano queste le sue normali reazioni.
    Bè, meglio andare!
    Si disse ricomponendosi, assumendo nuovamente un'espressione seria e decisa, fiondandosi fuori dalla taverna. Con tutte quelle informazioni ormai Amish non gli sarebbe più servito, il "Sensei" che stava cercando senza ombra di dubbio era il tipo che aveva invitato ad uscire la ragazza, tuttavia forse avrebbe fatto meglio a farsi dire da lei anche il suo nome; ma ormai non poteva certamente tornare là a chiedergli una cosa del genere.
    Fuori il sole era già tramontato, la temperatura un pò calata anche se non troppo da avere freddo andando in giro in bermuda e magliette senza maniche ed i grossi lampioni sparsi ovunque illuminavano perfettamente le strade della città potendo muoversi liberamente senza preoccuparsi di perdersi. Blaze non era molto pratico di questa zona di Padokia, quindi non sapeva esattamente dove fosse questo museo d'arte, ma chiedendo a le persone del posto che trovava lungo la strada riuscì facilmente a trovare l'edificio; anche se ci impiegò quasi un'oretta buona buona.
    Durante tutto il viaggio non faceva altro che pensare a come l'avrebbe fatta pagare a quel viscido di Amish, all'incontro con il pelato tutto tatuato ed alla possibilità di apprendere quello stravagante potere chiamato Nen, tutte cose le lo riempivano di adrenalina e lo gasavano a mille.
    Giunto a destinazione si trovò in una grossa piazza circolare con una fontana nel mezzo e, dall'altra parte della piazza stessa, un grosso stabile molto moderno e ben curato con due torri ad i lati. Da quanto gli era stato detto quello doveva essere il museo d'arte. Velocemente si avvicinò ad esso, quando, in prossimità della fontana, notò uno strano individuo con un basco in testa proprio davanti all'entrata. Notato il suo obiettivo si fece un pò più rilassato, il passo più lento e, cercando di non far capire che fosse lui il suo bersaglio, si avvicinò con aria disinvolta verso il museo. Non appena arrivò alla base della lunga scalinata che lo separava dall'entrata, non che da tizio misterioso, si voltò verso di lui dicendogli a voce alta.
    Ehi ho un messaggio da parte di Akane, la cameriera della taverna Blue Shark...
    In modo da catturare la sua attenzione ed interesse verso di lui; per poi iniziare a salire gli scalini uno ad uno. Usando un approccio del genere magari poteva passare per un semplice amico o conoscente della ragazza che doveva riferirgli semplicemente un messaggio, di conseguenza difficilmente si sarebbe aspettato una reazione negativa da parte dello sconosciuto.
    Più si avvicinava più era possibile per lui notare com'era fatto: proprio come gli avevano riferito vestiva con abiti decisamente eleganti e costosi ed aveva un basco in testa che gli copriva parzialmente i lunghi capelli marroni. Carnagione abbastanza abbronzata, un bel pizzo sotto il mento, occhi scuri e lineamenti un pò esotici forse. All'apparenza sembrava avere più di 25 anni ed effettivamente potè capire perchè Akane aveva accettato di uscire con lui.
     
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    Aveva fatto il suo ritorno a Padokia dopo almeno un paio d’anni della sua ultima visita. Doveva ammettere che in quel lasso di tempo la città aveva avuto un buon sviluppo economico, tant’è che il sindaco era persino riuscito a trovare i fondi necessari per rimettere in sesto il Museo dell’Arte, una sicura fonte di reddito per il futuro. Ovviamente non aveva deciso di intraprendere quel viaggio solamente per ammirare un paio di opere importanti, a trascinarlo da quelle parti era stato un suo ex allievo che, attraverso un e-mail, gli aveva reso nota la sua posizione. Il piacere di incontrare una faccia conosciuta dopo tutto il lavoro del quale s’era sobbarcato nell’associazione in quei giorni fu sufficiente a fargli abbandonare la scrivania. Certo, non era stato facile svincolarsi da tutti gli impegni e dagli assistenti secondini, però, con molta astuzia, era riuscito a riversare le pratiche più noiose al suo vice, tenendosi per sé le escursioni sul campo. Aveva avuto dunque l’onore, quella stessa mattina, d’incontrare Perceval in un locale del posto chiamato “blue shark” e ora, per via dei suoi modi gentili, si ritrovava ad aspettare una bella fanciulla nelle prossimità del Museo. Come al solito vestiva con il gilet bicolore, nero di dietro e bianco davanti, posato su di una verde camicia. Cravatta a bottoni canditi e inconfondibile basco. Giusto la barba non era molto curata, infatti, sottoposto ad un occhio meticoloso, si potevano intravvedere i primi cenni di ricrescita, ma il tempo a sua disposizione era stato insufficiente per sistemare anche quel dettaglio ed era persino tanto il suo essersi ricordato d’infilare le scarpe prima d’uscire. Con un gesto rapido si sistemò il copricapo, leggermente spostato da una follata di vento, e nel mentre si girò verso il pittoresco cancello dell’artistica struttura. Un’occhiata fugace e all’orologio: erano le diciannove e mezza passate. Ormai era chiaro nella mente dell’uomo che la sua giovane amica non si sarebbe presentata “all’appuntamento”, infondo come poteva lui, un misero quarantenne, piacere ad una fanciulla di appena vent’anni? Certo, non gli era passato neanche per l’anticamera del cervello di provarci, ma come poteva saperlo l’innocente creatura? Socchiuse leggermente gli occhi e trasse un profondo respiro… nella sua mente parve l’immagine di Akane intenta a servire i tavoli del locale. Ebbene ora ne aveva la più assoluta certezza: non si sarebbe presentata. Un più che sconsolato Joys abbassò il capo.

    (Già questa mattina mi sono sentito atterrito nel vedere il piccolo Perceval così cresciuto e maturato… ora ricevo la mia prima buca dopo chissà quanti anni… forse questa fuga dal lavoro mi ha fatto più male che bene. Aveva ragione quel maledetto di un Krox e ora mi toccherà pure pagargli una cena)

    Lentamente tornò in fronte alla scalinata e fu proprio in momento che udì una voce. Inizialmente quasi non ci fece caso poi, al nominarsi delle parole “Akane” e “Blue Shark”, sobbalzò. In un secondo ricompose aspetto e vitalità. Era impossibile che ella fosse giunta da lui nel giro di così poco tempo, eppure riservava ancora un minimo di speranza, speranza che fu totalmente distrutta non appena i suoi neri occhi incrociarono quelli d’un ragazzo dai corti e scompigliati capelli blu. Il giovane vestiva un paio di bermuda e teneva sul braccio quella che dava tutta l’aria d’essere una cicatrice a forma di stella. Da come gli si era posto poteva ipotizzare si trattasse d’un individuo calmo e socievole, sicuramente non il genere di persona al quale piaceva attaccare briga inutilmente. Lo attese immobile alla fine dei gradini, posando entrambe le mani sui fianchi.

    (Sarà sicuramente giunto qui ad avvisarmi che Akane non può venire all’appuntamento… peccato, ha fatto una fatica inutile. Sarà un suo amico? Non so neanche quando l’ha incontrato, ero così preso nei miei affari questo pomeriggio che mi sono scordato di usare l’En per tenere sott’occhio la situazione nel locale.)

    Ecco uno dei motivi principali per il quale si trovava a Padokia: il Blue Shark. Perceval, nel loro incontro, gli aveva rivelato alcuni dettagli importanti sui movimenti ambigui che avvenivano sotto quel pavimento e, seppur di mezzo v’era la Famiglia Shon, non poteva sottrarsi ad una richiesta d’un proprio allievo. Intanto il ragazzo s’era fatto dinanzi a lui. Lo squadrò ancora una volta, non facendo nulla per nascondere quel lieve senso di sconsolazione che l’aveva da prima colpito. Era vero che “ambasciator non porta pena”, ma con la giovane se ne erano andate anche molte delle sue speranze di concludere la faccenda degli incontri clandestini in mezza giornata, un doppia pugnalata al cuore. Comunque non poteva tenere il muso come un bambino, perciò rinsavì leggermente e prese parola.

    -Scusami per il poco entusiasmo che sto mostrando, non è lei la causa. Comunque grazie, ma se è giunto qui per avvisarmi della futura assenza della signorina Akane, la devo avvisare d’esserne già a conoscenza. Se ora mi vuole scusare…-

    Mosse un passo in avanti, affiancando così Blaze, però un’idea gli balenò in testa in quel preciso momento. Se ello fosse stato un amico di Akane, allora forse, e solo forse, poteva anch’egli sapere qualcosa sugli scontri del locale. Si, tanto valeva chiederlo; non dava l’aria d’esser uno scagnozzo degli Shon. Con tono pacato e quasi disinteressato si pronunciò.

    -ah, per caso ha visto qualcosa di strano nel locale in cui lavora la signorinella Akane?-
     
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    Sentendo le sue parole il misterioso individuo sobbalzò come se preso di sorpresa. Successivamente portò la sua attenzione verso il giovane ragazzo che si dirigeva verso di lui, mettendo le mani sui fianchi e mostrando un'atteggiamento alquanto deluso. Probabilmente aveva intuito che l'apparsa di Blaze aveva significato un due di picche con la bella cameriera ed infatti non appena il ragazzo giunse a destinazione il misterioso individuo lo ringraziò per essere venuto fin li ma già era a conoscenza del fatto che la ragazza non sarebbe venuta. Il suo modo di parlare era proprio come gli era stato descritto. Inizialmente rimase un pò sorpreso, però, vista l'ora, magari il tipo era da parecchio tempo che aspettava ed invece di vedersi arrivare la bella morona ecco che faceva la comparsa uno strano ragazzo dai capelli celesti mandato proprio da questa. Chiunque con un pò di sale in zucca avrebbe capito come stava la situazione.
    Alquanto abbattuto il tizio con il basco non sembrava avere particolarmente voglia di stare in compagnia o dire altro e dopo aver ringraziato il ragazzo fece per andarsene.
    Come dargli torto...
    Pensò Blaze comprendendo i sentimenti dello sconosciuto, facendo una faccia triste ed annuendo come un imbecille.
    Tuttavia il ragazzo non si era fatta tutta quella strada per riferire solo quel messaggio, era lì per una cosa molto più importante che riguardava lui stesso. Non appena entrambi si trovarono uno di fianco all'altro, il ragazzo girò di scatto la testa verso di lui, come quasi a fermarlo, ma stranamente questi lo aveva preceduto e con fare disinteressato gli chiese se aveva notato nulla di strano nel locale dove lavorava Akane.
    Sentendo quell'affermazione non c'erano più dubbi: lui era il "Sensei".
    Che strano però... se è immischiato in quel brutto giro di affari perchè mi fa una domanda del genere? Che sia un poliziotto?
    Si domandava Blaze, contraccambiando la richiesta disinteressata del tizio con uno sguardo pensieroso. Girandosi completamente verso di lui mise la mano destra sotto al mento, sorreggendo il gomito destro con la sinistra, assumendo una posizione da pensatore. Dopo alcuni secondi lo guardò dritto negli occhi e con il suo solito fare socievole ed allegro disse.
    Una cosa l'ho vista... o meglio percepita... ed è anche uno dei motivi per cui sono qui: utilizzatori di Nen! mi hanno detto che lei, oltre ad essere un ottimo utilizzatore, è anche un insegnante, dico bene? Daltronde la chiamano "Sensei"...
    Concluse dicendo pari pari ciò che gli frullava in testa. Forse non era stata una mossa molto saggia dire per filo e per segno quali erano le sue intenzioni, ma quella persona non sembrava per niente il tipico poco di buono che si diverte a scommettere su incontri clandestini o che altro; o almeno questa era l'impressione che gli aveva dato.
    Per questo decise di non mentire o procedere con sotterfugi o pretese della serie "io ti dico cosa ho visto ma tu in cambio...", andando dritto al punto. Dopo aver detto quella cosa alzò la mano destra picchiandosi in fronte, come se si fosse dimenticato di dire una cosa molto importante. Con un grosso sorriso in volto porse tale mano allo sconosciuto per presentarsi.
    Mi scusi, non mi sono neanche presentato: Blaze Albaran, molto piacere!
     
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    Aveva fatto Bingo? Difficile a dirsi, il tutto pendeva dalle labbra del suo giovane amico, solamente lui sarebbe stato in grado di togliergli quel dubbio. Udita la sua domanda, anziché rispondere con un secco “no”, assunse una posizione pensierosa, proprio come di una persona atta a spremersi le meningi, eppure, forse per esperienza forse per mera intuizione, il suo viso non dava segno di sforzo alcuno. Possibile che egli sapesse realmente qualcosa? Quante domande, quante domande. Joys si voltò verso il giovane e i due tornarono faccia a faccia per la seconda volta. Ora che lo osservava meglio e con più lucidità poteva affermare tranquillamente di non trovarsi davanti ad un adolescente qualsiasi. Non era un chiaroveggente, a parlare così esplicitamente era il corpo di quello che, così messo in mostra, lasciava trasparire perfettamente gli allenamenti sostenuti durante il corso della sua formazione. Gli parve un attimo d’avere un dejà vu. Si, aveva già conosciuto una persona con un fisico già ben sviluppato rispetto all’età, cioè la sua ultima scommessa, Jack. Lo aveva lasciato qualche mesetto fa ai suoi allenamenti presso il deserto e da quel momento ne aveva perso i contatti. Ovviamente non si preoccupava del suo allievo, infondo dopo aver scoperto la sua natura Nen aveva volontariamente deciso di vivere a stretto contatto con l’elemento che aveva deciso di emulare, dunque doveva stare per forza bene. Un sorriso gli solcò il volto; magari quella giornata poteva ancora esser aggiustata in qualche modo. Il ragazzo dalla cicatrice schiuse nuovamente le labbra, pronunciando, almeno inizialmente, parole che alimentarono per un attimo le sue speranze. Gli occhi dei due s’erano incrociati da almeno un paio di secondi, eppure nessuno dava l’impressione di voler distogliere lo sguardo. Alexander non si scompose di un millimetro, quella richiesta l’aveva sentita così tante volte che ormai quasi gli rimbalzava addosso. Allora perché non si era ancora volatilizzato come le volte precedenti? A trattenerlo dall’andarsene, oltre i soliti motivi di lavoro, fu un certo interesse, lo stesso che lo aveva portato ad insegnare il Nen a Jack. Purtroppo però non potevano mettersi a discutere di Nen in mezzo alla strada come se nulla fosse. Intanto, emulando un gesto di dimenticanza, si presentò. Blaze Albaran, ecco il suo nome. Lentamente alzò la mano destra, poggiandola sulla spalla del ragazzo.

    -Piacere mio, signorino Albaran. Io sono Alexander Joys ma, vede, purtroppo non è questo il luogo adatto per parlare di simili cose, dunque, prego, mi segua-

    Lasciò scivolare il palmo giù dal curioso e lo sorpassò, facendogli da guida tra le strade di Padokia. Erano diretti presso l’Hotel nel quale l’artista alloggiava che, come al solito, coincideva con il più bello e lussuoso dell’intera città. Joys non era il tipo da badare a spese e fronzoli vari, dopotutto pagava l’associazione ed non era certamente lui l’addetto a pareggiare i conti a fine anno. Quel che premeva in quel momento nella sua mente era la questione del locale e l’incognita Blaze. Lasciato da parte il suo fiuto per i talenti che raramente falliva, poteva definirsi un evento unico quello d’aver incontrato una persona a conoscenza del Nen ma senza la più che minima capacità di percepirlo veramente. Quel che dava ancor più una nota di stranezza era la certezza che ello non avesse neanche mai ricevuto il battesimo. Chi era stato lo stolto utilizzatore di Nen ad essersi lasciato sfuggire informazioni così importanti? Poco importava ormai: se non lo avesse allenato avrebbe provato sicuramente con altri metodi, magari anche poco ortodossi, e sarebbe finito così in una cassa.

    (Dovrò approfondire anche questa faccenda)

    Camminarono per almeno una mezz’ora abbondate prima di giungere nei pressi d’un enorme palazzo bianco. Al centro dello stesso uno stemma dorato raffigurante una torre che sovrastava l’entrata. Ad attenderli alla reception, chiavi in mano, una donna bionda. Il lusso nel quale erano finiti poteva esser paragonato solamente all’elevata altezza per la quale si innalzava la struttura. La maggior parte dei clienti e dei facchini, tutti vestiti rigorosamente di abiti eleganti e sfarzosi, sgranarono gli occhi nel vedere entrare Blaze e il suo abbigliamento sciatto, neanche avessero incrociato il più grande orrore della propria vita. Commenti e risatine seguirono subito dopo, ma il duo si lasciò dietro le dicerie della gente in un batter d’occhio, il tempo necessario di salire sull’ascensore e premere il pulsante del quarto piano.

    -Quanti stolti in una volta sola-

    Un commento abbastanza contraddittorio contando che anche lui, almeno all’apparenza, sembrava dare peso ad una frivolezza quale la marca del proprio vestito, ma non era quello il suo metro di giudizio standard. Le porte del dorato elevatore si aprirono, lasciandolo loro la possibilità di accedere ad un lungo corridoio tappezzato d’un rosso acceso. Quadri e moderni lucernari si sprecavano, così come i dipendenti che sbucavano da ogni angolo del posto, quasi a non voler concedere un minimo di privacy ai propri clienti. Finalmente furono soli quando le porte della stanza numero 395 si aprirono e si richiusero. Una vista mozzafiato fu la prima cosa che il giovane poté notare, il tutto grazie a due ampie porte vetro che s’estendevano dal pavimento fino al soffitto. Ad occhio e croce da li si poteva vedere bene almeno metà Padokia. Ad equilibrare il magnifico scenario fu il disordine lasciato dallo stesso artista per tutta la sala. Vestiti sparsi e mal riposti, oggetti e oggettini seminati ovunque a terra e più né a più né metta.

    -non faccia caso alla confusione e si metta pure seduto comodamente. Disse, indicando a Blaze una sedia rovesciata. Non so chi ti abbia parlato del Nen, ma costui deve esser stato sicuramente uno stupido incosciente. Aveva improvvisamente abbandonato la sua cordialità da sala, ma non il suo tono calmo e deciso. Allora… vorresti apprendere in Nen? Lo so, non me lo hai chiesto, però te lo si può leggere in volto. Devi sapere che ci sono due metodi: la via della meditazione, più lunga ma sicuramente meno deleteria, e il battesimo, immediato ma devastante per il fisico. Ti dico già da ora che non sarà facile padroneggiare questo nuovo “potere”, però prima di darti ulteriori spiegazioni devo esser sicuro della tua decisione: vuoi aprire i tuoi occhi? Se si, scegli come-
     
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