Rosso come il Sangue

Lavoro Difficoltà F

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    // Bene bene. Allora, il tuo personaggio lavora in ospedale, dunque direi che questo lavoro lo faremo svolgere proprio all’interno dell’ospedale. Dunque il primo post sarà libero, quindi potrai fare quel che vuoi, sostanzialmente devi tenere conto che ti trovi in ospedale. L’evento che scombussolerà la fine del tuo post sarà l’arrivo di un codice rosso. Per qualunque domanda o chiarimento mandami pure un mp. Enjoy!//
     
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  2. secer quest
     
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    Quel giorno Jin doveva fare il mattino in ospedale, il giorno prima aveva fatto il pomeriggio e aveva smontato alle 21:00, non aveva fatto molto per fortuna ieri solo lavoro burocratico e un'emergenza codice verde un ragazzino con un braccio rotto.
    Doveva essere in ospedale alle 6:45, il regolamento interno diceva che il personale doveva essere in turno 15 minuti prima per potersi cambiare e prendere le consegne, il suo turno era di 12 ore cioè dalle 7 alle 19.
    La sveglia suonò alle 5:30 non perché aveva paura di arrivare in ritardo, ma voleva tenersi in forma prima di andare al lavoro, si era imposto che tutti i giorni doveva andare ad allenarsi con corsa ed esercizi nella foresta.
    Jin dormiva a torso nudo e pantaloni lunghi, sentendo la sveglia si alzò da letto e si mise seduto, la stanza per via dell'orario era immersa in un buio molto intenso e le cose che erano nella stanza si intravvedevano appena, il giovane accese la luce per poterci vedere meglio anche se sinceramente non ne aveva bisogno perché quella era casa sua e si ricordava dov'erano le cose a mena dito e riusciva ad orientarsi anche nel buoi più completo.

    Uhm che stanchezza, si sentono tutte le poche ore che ho dormito ieri.

    Si stropiccio gli occhi e si stirò, appena alzato si diresse verso il bagno per lavarsi, aveva un fisico perfetto, la tartaruga ben formata e delineata, in bagno si guardò allo specchio e incominciò a lavarsi sotto le ascelle, poi la faccia i denti e il resto del corpo si asciugò e si vestì per andare a fare colazione in cucina.
    Si preparò qualcosa di leggero dato che doveva andare a correre e non voleva appesantirsi troppo, finita la colazione lavò la roba usata e tornò a lavarsi i denti prima di uscire.
    Finito il lavaggio dei denti preparò la borsa per il lavoro e la portò in salotto pronta per quando doveva prenderla per andare al lavoro.

    Uhm oggi penso di fare solo la corsa gli altri esercizi li farò stasera quando torno dal lavoro.

    Pensò Jin mentre stava uscendo per andare a correre, erano le 5:50, in cielo si intravedeva in lontananza l'alba, il sole stava sorgendo timido timido in mezzo a delle nuvole che si erano dipinte di arancione, l'aria era fresca e l'erba era inumidita per via della notte che ha fatto freddo.
    il ragazzo incominciò a correre l'aria gli sferzava la pelle era un tocca sana, da casa sua al paese c'erano molti chilometri da percorrere, ma Jin non si scoraggiava così facilmente ormai si era abituato a correre per molti chilometri quando aveva incominciato ad allenarsi le prime volte era stanco in poco tempo invece adesso era raro che si stancasse a tal punto da arrivare con un forte fiatone.
    Stava correndo ormai non si sa quanto e in lontananza intravvedeva l'inizio del centro abitato, arrivò di corsa in mezzo ad una via dove c'erano già i commercianti che aprivano i negozi.
    Jin corse fino al centro abitato e arrivato ad una fontana si fermò, il fiato era normale la corsa non ne aveva risentito, si appoggio un secondo contro una fontanella che si trovava in mezzo alla piazza e si rilassò guardando il centro cittadino.

    Hei Jin!!

    Una voce a lui familiare lo chiamò, si girò e sulla sua sinistra a qualche metro da lui c'era una ragazza che lui conosceva benissimo, era Martina una sua collega di lavoro, quando la ragazza arrivò da lui si salutarono abbracciandosi, quando si divisero dall'abbraccio lei lo guardò meglio e disse:

    Sempre a tenerti in forma te? non ti rilassi mai?

    Il ventidue enne sorrise e disse:

    Marty ma lo sai che se io resto fermo per più di 30 minuti impazzisco, dovresti saperlo visto che lavori in sieme a me... A proposito di lavoro oggi che fai il mattino anche te se non erro giusto?

    La ragazza lo guardò e disse con un sorriso:

    Cos'è spii i miei orari per vedere quando sono libera per chiedermi di uscire insieme? ahahaha apparte gli scherzi si sono di mattino anche io.

    Jin a quelle parole fece un sorriso a 32 denti guardandola disse:

    Ahaha non sarebbe una cattiva idea chiederti di uscire, dato che abitiamo a 10 km di distanza l'uno dall'altro, vuoi un passaggio oggi per andare al lavoro?

    A quelle parole la ragazza gli diede un buffetto affettuoso sulla spalla e disse:

    Mah... Mah guarda te il timido Jin ora viene fuori il marpione, si grazie accetto volentieri un passaggio facciamo alle 6:30 davanti a casa mia?

    Lui la guardò e stringendola a se affettuosamente e amichevolmente disse:

    Ok nessun problema... Sai per caso che ore sono?

    Martina gli guardò il braccio sinistro e prendendoglielo disse:

    Hai l'orologio e me lo chiedi a me?

    Gli guardò l'orologio che aveva nel polso, segnava le 6:20, gli e lo porto davanti alla faccia e disse nuovamente:

    Mancano 20 munuti al nostro incontro per andare al lavoro.

    Gli lasciò il braccio e Jin disse:

    Cavolo ok fra venti minuti davanti a casa tua sarò puntuale come un'orologio svizzero tranquilla.

    La abbracciò nuovamente e quando la lasciò andare gli sorrise e la salutò con la mano e si lanciò in una corsa disperata per tornare a casa, prendere la borsa e dirigersi da Martina, le vie si stavano affollando sempre di più, ma Jin riuscì ad arrivare all'inizio del paese e incominciò a correre più velocemente possibile, non si era mai reso conto di quanto fosse diventato veloce in dieci minuti era arrivato a casa.
    Rallentò un momento e arrivato davanti la porta la aprì era sudato e aveva un poco il fiato corto prese la borsa con dentro il cambio e vedendo com'era conciato pensò:

    Cavolo non riuscirò mai a piedi in dieci minuti ad arrivare in tempo... Prenderò la bici.

    Uscì e andò a prendere la bicicletta sul retro, fece una piccola corsetta e salì sopra, cominciò a pedalare come un forsennato con la borsa a tracolla, alle 6:30 precise arrivò davanti alla casa della ragazza scese e bussò, non dovette aspettare che massimo due minuti e la porta si aprì e Martina gli si presentò davanti lo abbraccio e disse:

    Ti devo chiamare flash da ora in poi in 20 minuti sei riuscito a arrivare a casa e passare a prendermi?

    Vedendo la bici lo guardò storto e poi si sedette sul cannone della bicicletta e cinse il collo del ragazzo, Jin si incominciò a pedalare in direzione dell'ospedale in compagnia della ragazza, la sua pedalata era veloce e rilassante non faceva per niente fatica.

    Sai ho chiesto il trasferimento all'ospedale di York shin city, dovresti farlo anche te sei sprecato qui sei come me a lavorare sul campo, come ad esempio in elisoccorso e in ambulanza oltre che al pronto soccorso, ma qui sull'isola siamo limitati non abbiamo la tecnologia che c'è la qui è obsoleta.

    Il ragazzo l'ascoltò e quando smise di parlare disse:

    Mia cara Martina io l'ho già fatto mi devono dare una risposta a giorni, se ti mandano via anche a te possiamo andare a York Shin City insieme e dividendoci un'appartamento come due normali coinquilini non pensare male come al solito.

    Lei sorrise e rispose:

    Non sarebbe una cattiva idea, se mi accettano la domanda di trasferimento ti farò un fischio.

    Alle 6:40 arrivarono davanti all'ospedale e subito si sentirono i commenti scherzosi dei colleghi che vedendoli arrivare insieme e la Martina cingergli il collo che dicevano:

    Ecco i due piccioncini che bella coppia a quando il matrimonio?

    I due si guardarono e guardarono i colleghi e sorrisero scuotendo la testa, scesero ed entrando si diressero verso gli spogliatoi dividendosi andando nei corrispettivi spogliatoi.
    Jin fece una veloce doccia per togliersi il sudore di dosso e si vestì, uscì e si diresse in guardiola a vedere le consegne del giorni prima, mentre sfogliava il quaderno delle consegne arrivò anche Martina e anche lei guardò il quaderno.

    Uff mi tocca mettere a posto il magazzino farmaci sono arrivate delle scorte e devo vedere se nell'armadietto qui in PS è in ordine... Ah te hai da stare dietro ad una matricola in bocca al lupo.

    Disse Jin sorridendo e guardandola, lei in risposta gli diede un buffetto su una spalla e sorrise anche lei, il giovane infermiere si girò e si diresse verso la porta scorrevole per uscire e dirigersi verso il magazzino, ma quando la porta si aprì gli si parò davanti un ragazzino che doveva avere più o meno 19 anni lo guardò e disse:

    Tu devi essere il tirocinante che ci anno mandato dal corso di infermieristica... Bene oggi lavorerai con me e con la mia collega Martina che è in guardiola, ma sopratutto con lei per il momento io devo fare una cosa in magazzino e te devi lavorare sul campo e non devi stare ad annoiarti a fare cose burocratiche in magazzino.

    Il ragazzino annuì alle sue parole, Jin gli indicò chi era Martina e lei in risposta gli rivolse uno sguardo disperato, e lui gli rispose usando il labiale dicendo "arrivo non preoccuparti non ti lascio sola", lavorare in magazzino era noioso bisognava mettere in ordine scatoloni interi di farmaci e medicinali.
    Stava facendo il suo lavoro quando un collega arrivò e disse:

    Hanno bisogno di te in PS ci penso io qui.

    Il ragazzo gli sorrise e annuì ed uscì, arrivato in PS cercò Martina che era in guardiola seduta vicino al telefono con il tirocinante che la stava tartassando di domande, appena vide Jin si alzò e disse:

    Se vuoi sapere di più sulle chiamate di emergenza chiedi a lui che è più esperto.

    Si avvicinò a lui e all'orecchio gli disse:

    Non lo reggo più è di un pesante.

    Jin sorrise e si sedette al posto della ragazza e cercò di ascoltare le domande del ragazzo mentre la ragazza si sedette vicino al lui e ascoltò anche lei le varie domande, stava per rispondere ad una domanda quando squillò il telefono, i due infermieri restarono in allerta e il ragazzo fece un cenno al tirocinante che scosse il capo in segno di no non se la sentiva di rispondere.
    Jin non perse tempo e tirò su la cornetta e disse:

    PS di Kujira... si.. si...ok.

    Mise giù e disse:

    Chiamate il medico, una barrella e il carrello delle urgenze sta arrivando un codice rosso.

    Il tirocinante tremò e restò fermo sul posto mentre gli infermieri si prepararono a ricevere l'emergenza, Jin vedendo la reazione del tirocinante disse per spronarlo:

    Matricola te vieni con me e Martina.

    Detto questo si preparò con i guanti e una barella.

    Edited by secer quest - 24/8/2014, 19:17
     
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    //Gli orrori di battitura li correggo successivamente//

    Le porte dell’Ospedale si spalancarono di colpo. Le sirene dell’ambulanza riecheggiarono per tutto l’atrio mentre due infermieri, con estrema velocità, si apprestavano ad manforte ai colleghi scesi dal mezzo. Disteso sulla barella primo soccorso vi era un uomo. Il suo viso sofferente e agonizzante metteva angoscia e premura. Più o meno dimostrava di avere una trentina d’anni; fisico non allenato. I suoi capelli castani erano imbrattati di sangue, così come parte del viso. Di occhi ne era rimasto solamente uno, verde, mentre l’altro, chiuso, lacrimava copiosamente un cremisi liquido. Non solo l’occhio però sembrava essersela vista brutta. I candidi vestiti, strappati verso il fianco destro dell’addome, erano ora tinti di rosso. Cinque profonde lacerazioni sbucavano tra i brandelli di tessuto, ognuna delle quali culminava verso l’interno del corpo. Data l’angolazione e la profondità delle ferita, era facile ipotizzare che la gran parte degli organi interni vertesse in situazioni gravissime. La componente dell’ambulanza lasciò andare il paziente non appena Jin, Marta e il tirocinante furono a portata. Con loro vi era la barella, ma il dottore ancora attendeva a farsi vedere. Con estrema delicatezza ed ingente fretta, il quintetto non poté far altro che spostare il paziente sulla sua nuova “poltrona” e proseguire spedito verso le sale d’operatorie.

    Infermiere: -pare fosse un marinaio *esordi uno dei due colleghi* presenta ferite da lacerazione su tutta la parte destra del corpo, alcune delle quali arrivano fino alla zona encefalo spinale, dunque non solo ci dobbiamo preoccupare di quelle in evidenza qui davanti. L’occhio è ormai perso… ci dica cosa fare Jin!-

    Assistente: -deve essere opera del mostro marino che hanno avvistato da queste parti ultimamente… non oso immaginare il dolore che proverà la sua famiglia quando gli dovremo dare la brutta notizia-

    Nell’intera hall girava aria di disillusione. Chiunque avesse anche solo incrociato con lo sguardo il corpo martoriato dell’uomo avrebbe capito immediatamente che per lui non c’era più niente da fare. Troppe ferite in troppi punti diversi allo stesso momento… Jin era il capo sostituto ora che il dottore era assente, dunque era compito suo far sopravvivere il paziente prima del suo arrivo sotto i ferri. Sarebbe riuscito a coordinare perfettamente gli sforzi dei suoi colleghi?

    //da come hai capito, il dottore al momento non c’è, dunque sei tu a capo delle operazione. Impartisci pure gli ordini che vuoi ai tuoi colleghi… ovviamente più senso avranno e più utili si riveleranno, più sarà possibile che l’uomo sopravviva. A te il suo destino!//
     
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  4. secer quest
     
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    CITAZIONE
    Il nome non era Marta, ma Martina :P

    Parlato
    Pensato
    Parlato Martina
    Parlato altrui
    Narrato

    L'ambulanza arrivò a sirene spiegate e la porta scorrevole si aprì ed entrarono i soccorritori/infermieri dell'ambulanza, sulla barella dell'ambulanza c'era l'infortunato, da un primo aspetto non sembrava in buone condizioni.
    Jin si avvicinò alla persona con Martina e dietro di lei c'era il tirocinante, l'infermiere vedendo Jin disse:

    pare fosse un marinaio *esordi uno dei due colleghi* presenta ferite da lacerazione su tutta la parte destra del corpo, alcune delle quali arrivano fino alla zona encefalo spinale, dunque non solo ci dobbiamo preoccupare di quelle in evidenza qui davanti. L’occhio è ormai perso.

    La persona era molto sofferente e dolorante, e il medico non c'era non era ancora arrivato, il giovane Jin non perse la calma e guardando il malato disse:

    Ok portiamolo in saletta emergenze presto non c'è un minuto da perdere.

    Mentre i colleghi spingevano la barella il ragazzo cercò di controllare le condizioni del ferito, aveva un'occhio andato forse per via del morso dell'animale, altre ferite lacero contuse in molti punti, per le condizioni attuali il marinaio era difficile che riusciva a superare la notte.

    Cavolo che ferite, non so se supererà la notte, non devo disperare posso salvarlo invece.

    Il percorso fu breve arrivati in saletta un infermiere disse:

    ci dica cosa fare Jin!

    Lui non era un medico non poteva decidere cosa bisognava fare, ma il medico era come volatilizzato, non perse un secondo si girò verso il tirocinante e disse:

    Matricola tela senti di prendere una via? Ti assisterà Martina se hai bisogno..Prendi un BD color rosa misura 20, tamponate le ferite con delle garze sterili e bendate l'occhio "andato" e somministrategli anti dolorifico 10 ml di fentanil, e preparate una fisiologica dove dentro metteteci una fiala da 500 ml di dopamina.

    Detto ciò Jin guardò il tirocinante preparare gli strumenti per prendere la via, laccio emostatico venoso, garza imbevuta di amuchina e ovviamente il BD.
    Il giovane infermiere con occhio esperto guardò le vene, se il tirocinante non si sbrigava la via non poteva più
    metterla perché le vene stavano collassando, Martina guardo il suo amico e poi anche lei guardò le vene e istantaneamente capì anche lei che le vene stavano collassando.

    Matricola ce la fai a prendere questa via? se non ti sbrighi le vene collassano e ciao ciao accesso venoso.

    Disse il giovane ragazzo guardando il suo operato, l'imprevisto nel lavoro dell'infermiere è sempre dietro l'angolo e infatti non appena il ragazzino infilò l'ago la vena non tenne e la trapassò, Jin capendo che erano ormai collassate disse:

    Maledizione sono collassate le vene, non c'è altra soluzione dobbiamo prendere una via intraossea, Marti prendimi il trapanino e preparami per favore un BD colore blu del 22.

    Lei annuì e incominciò ad armeggiare nel carrello delle emergenze e tirò fuori il trapano per fare la via intraossea, e lo passò a Jin che in un attimo lo preparò e posizionò la punta a metà tibia e trapanò per perforare l'osso, quando finì Martina era pronta con il BD del 22 e lo infilò nel buco fatto dal trapano e preparò un'altra fisiologica che la mise in un sacchetto che spingeva la soluzione direttamente in circolo tramite una pompa.
    Poi passarono alle ferite che le stavano cercando di tamponare, I due infermieri ( Jin e Martina) videro che uno dei polmoni non si espandeva per bene, forse erano pieni di sangue il ragazzo guardò il tirocinate e disse:

    Ok matricola ora prova a mettere un drenaggio toracico, guarda i polmoni vedi che uno dei polmoni non si espande correttamente bene? Per farlo espandere meglio metti il drenaggio toracico.

    Il tirocinante annuì e si mise all'opera sotto la loro supervisione, questa volta riuscì nell'impresa e il drenaggio toracico andò a buon fine Jin guardò il ferito e disse:

    Sembra stabile portatelo in sala operatoria bisogna operarlo per ricucirlo e salvarlo.

    Tutto lo staff si preparò a trasportarlo in sala operatoria monitorandolo di continuo.

    Edited by secer quest - 26/8/2014, 13:46
     
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    Con massima cura e mettendo a disposizione tutta l’esperienza acquisita come infermiere, Jin impartì le sue direttive alla truppa. Le mani degli infermieri maneggiarono il corpo ferito, provvedendo ad una prima ed attenta ispezione delle diverse lacerazioni riscontrate. L’unico sbaglio commesso dal ragazzo, se così lo si poteva comunque considerare, era quello di aver permesso al tirocinante di far esperienza con un caso così grave che, al contrario, necessitava tutta l’esperienza che solo un infermiere talentuoso poteva donare. L’apprendista così non fece altro che aggravare più del dovuto il paziente e, seppur il pronto intervento di Jin fosse comunque riuscito a ristabilire la situazione, un nuovo sintomo doveva per forza andare ad aggiungersi a quelli già riscontrati. Finito d’arginare anche l’ultimo fiotto di sangue, il gruppo incominciò il trasporto del paziente in sala operatoria. Proprio nell’istante in cui mossero la barella verso l’uscita, dalla stessa entrò il chirurgo. Un uomo anziano, capelli corti e dai baffi argentati, che Jin aveva avuto modo di assistere in altre occasioni. Era il miglior dottore dell’ospedale, dunque se non fosse riuscito lui a fare qualcosa non ci sarebbe riuscito nessuno.

    Chirurgo: -buon lavoro ragazzi… ora di volata in sala!-

    Si trattava di una vera e propria corsa contro il tempo, eppure riuscirono brillantemente nel loro intento di trasportate il paziente sotto i ferri. Aveva reagito bene ai primi trattamenti a cui era stato sottoposto, quindi non rimaneva che aspettare con pazienza lo svolgersi dell’operazione. L’équipe che avrebbe accompagnato il chirurgo si trovava già in sala. Jin, Martina e il tirocinante rimasero fuori le due grandi porte, pronti ad intervenire in casi di assoluta necessità. Avevano svolto bene il loro lavoro, forse facendo qualcosa in più a quel che il ruolo richiedesse. Pochi minuti dopo poterono udire un inatteso baccano farsi strada tra i corridoi silenziosi dell’ospedale. Una donna, più o meno sulla trentina, capelli lunghi castani e dai lineamenti delicati, si stava avvicinando con passo spedito alla porta della sala operatoria. Ad inseguirla vi erano un paio di dipendenti della struttura, ma nessuno sembrava riuscire nell’intento di fermarla. Aveva il viso pallido e gli occhi azzurri lucidi.

    Donna: -lasciatemi in pace ho detto! Non mi interessa niente… Kotetsu… Kotetsu…-

    Pronunciò quel nome con marcata malinconia. Limpide gocce scesero lungo le sue guance, rigandole. Sicuramente Jin aveva più o meno capito di chi si trattasse… sarebbe stato opportuno intervenire?

    // Se posso permettermi un consiglio: rileggi bene il post prima di inviarlo, così hai chiaro lo scandire di quel che scrivi :sasa: //
     
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  6. secer quest
     
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    Parlato
    Pensato
    Parlato Martina
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    Narrato

    Gli infermieri guidati da Jin dopo un lavoro massacrante ed intenso riuscirono a fermare l'intensa fuori uscita di sangue dalle ferire, ma non dovevano cantare vittoria il ferito era ancora grave dovevano trasportarlo in sala operatoria al più presto e senza perdere tempo.
    Il ragazzo stava incominciando a spingere la barella in direzione della porta quando quest'ultima si aprì ed entrò il chirurgo pronto per operare, il giovane infermiere lo conosceva molto bene aveva assistito varie volte ai suoi interventi, la barella si fermò e il chirurgo disse:

    -buon lavoro ragazzi… ora di volata in sala!-

    Detto questo la barella incominciò a ripartire in direzione della sala operatoria, Jin si tolse i guanti sporchi di rosso sangue e li buttò in un cestino, si sedette in una sedia davanti alla porta della sala operatoria sospirò un momento, e chiuse gli occhi e pensò:

    Uff cavolo me la sono vista brutta ho dovuto comandare e far somministrare io i farmaci che non sono un medico

    L'infermiere guardò il tirocinante e disse:

    Matricola che cosa non hai capito oggi e cosa vuoi che ti rispieghiamo?

    Il tirocinante li guardò e disse:

    Ehm.. e-h-m... Beh mi potete spiegare come si mette una via meglio che non l'ho capito?

    Jin annuì e disse:

    Ok però prima di spiegartelo fai una pausa vai a prenderti una boccata d'aria sembri teso come una corda di violino.

    Il ragazzino annuì e si allontanò il giovane si avviò alla macchinetta e prese un caffè per stare sveglio dato che doveva stare alzato fino a tardi, finito di bere il caffè dietro di lui a qualche metro di distanza sentì un rumore di passi svelti si girò e vide Martina correre verso di lui, ma a qualche metri di distanza salto in direzione di Jin, lui capì immediatamente che cosa stava per accadere allargò le gambe bilanciando il peso e ad un tratto se la trovo in braccio, lo abbracciò forte e quando lo lasciò andare con un sorriso disse:

    sei stato bravissimo oggi i miei complimenti, non sapevo di questo tuo lato autoritario.

    si accoccolò a lui e si lasciò cullare dal suo respiro, con lei in braccio si sedette su una sedia e la strinse a se affettuosamente, le accarezzò i capelli lisci e lunghi fino alle spalle e appoggiò la testa sulla spalla sinistra di lei e nascose si fa per dire la testa fra i suoi capelli godendo di quel momento di pausa in sua compagnia, i due infermieri restarono accoccolati così fino a quando sentirono un grande baccano, e in lontananza videro una donna dai capelli castani, età compresa più o meno sulla trentina farsi strada verso la porta, inutile l'intervento degli inservienti lei continuava l'avanzata verso la porta e diceva mentre avanzava:

    -lasciatemi in pace ho detto! Non mi interessa niente… Kotetsu… Kotetsu…-

    Jin guardò verso la donna aveva le guance rigate dalle lacrime forse era una parente?

    Cavolo, non mi dire che è la moglie.

    Pensò il ragazzo alla vista delle lacrime, lui e Martina si sciolsero dall'abbraccio lei si rimise in piedi si guardarono e all'unisono i due dissero:

    Signora si calmi un momento, si sieda un momento qui.

    Signora si calmi un momento, si sieda un momento qui.

    La giovane ragazza le si affiancò e le mese dolcemente una mano dietro al schiena cercando di tranquillizzarla e insieme all'amico cercò di fermarla e metterla seduta su una sedia.
    Jin che insieme a Martina le si erano parati davanti disse:

    Signora lei è la moglie del marinaio che hanno portato qui in ambulanza? Se è così si calmi un momento respiri profondamente si è salvato adesso è in sala operatoria con il miglior chirurgo dell'ospedale, io sono Jin un infermiere che ha prestato le prime cure a suo marito e lei è la mia collega Martina anche lei ha prestato le prime cure.
    Si rilassi un momento e poi se ha domande sarò felice di rispondere ad ogni sua domanda.


    Con la coda dell'occhio il ragazzo vide il tirocinante ritornare aveva con se degli strumenti, sembravano strumenti per mettere una via, si girò e disse

    Matricola scusami non è il momento dopo quando abbiamo un momento libero ti facciamo vedere.

    Edited by secer quest - 31/8/2014, 18:22
     
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    Donna: - E voi chi sareste? Il mio Kotetsu… lo voglio vedere!-

    Con forza dirompente la signora continuò la sua avanzata verso la porta della sala operatoria. Ebbe un momento di indecisione solamente dopo aver udito la presentazione di Jin, rincuorata in parte dalla notizia che il suo prezioso marito aveva messo piedi sotto i ferri ancora da vivo. Si fece forza e strinse i pugni, convincendosi quasi che le belle parole del ragazzo fossero vere, che l’uomo amato sarebbe veramente riuscito a sopravvivere. Non era il primo marinaio a fare quella fine, le lo sapeva bene, e aveva visto amiche perdere i propri cari nello stesso modo in cui ora le si accingeva a perdere il suo. Si era preparata psicologicamente, lo stesso Kotetsu le ricordava di tanto in tanto che il suo lavoro comportava dei rischi, soprattutto per quella stagione così attivi per i mostri marini, eppure trovava sempre la forza di sorridere, di dire “andrà tutto bene”. La donna si raggomitolò sulle ginocchia, versando sui vestiti e sul pavimento lucido nuove lacrime. I singhiozzi strozzati in gola le facevano male, così decise di ascoltare l’invito di Jin a sedersi. Il volto ancor più pallido e lo sguardo perso. Sarebbe stato veramente difficile farla uscire da quello stato di agitazione ed ansia, forse impossibile.

    Donna: -com…commm’è m-messo? Si riprenderà…v-vero…si, s-si ddeve rip-prendere… me lo aveva… aveva…-

    Strattonò improvvisamente la divisa del ragazzo, facendolo verso di se. Cercava quasi istintivamente un riparo nel quale celare le proprie emozioni e in quel momento non fece neanche distinzione sui dettagli. Asciugò le lacrime nel candido tessuto, provando di riacquisire una certa dignità. Ce la stava mettendo veramente tutta.
    Intanto la luce della sala da rossa divenne verde. L’anziano chirurgo si affacciò all’ingresso. Aveva impiegato relativamente poco tempo considerando le ferite presenti del corpo dell’uomo… cosa doveva pensare Jin, come avrebbe dovuto agire ora che sembrava esser riuscito a stabilizzare la donna?


    Donna: -cosa…succede?-
     
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  8. secer quest
     
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    Parlato Martina
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    La signora continuò la sua avanzata fino a quando non intervennero Jin e Martina, cercando di tranquillizzarla un momento, la signora si fermò e ascoltò il ragazzo, quando finì di parlare accettò il consiglio e si sedette su una sedia.

    -com…commm’è m-messo? Si riprenderà…v-vero…si, s-si ddeve rip-prendere… me lo aveva… aveva…-

    Disse la signora, e improvvisamente strattonò il ragazzo portandolo a sé, il ragazzo la fece sfogare e con la coda dell'occhio vide Martina che stava per muoversi, ma lui con un cenno della mano gli fece capire che era tutto a posto.
    Quando la signora finì di strattonarlo lui disse:

    Signora si calmi, suo marito aveva delle ferite da lacerazione su tutta la parte destra del corpo e ha un'occhio compromesso, ma le garantisco che stiamo facendo di tutto per salvargli la vita non si preoccupi.

    Jin le mise una mano sulla spalla e la invitò a risedersi, dentro di se si chiedeva se aveva fatto bene a dirgli le reali condizioni del marito, chiuse un momento gli occhi e pensò:

    Uhm avrò fatto bene a dirgli tutte le condizioni del morito? non sto rischiando di farla agitare ulteriormente? In tal caso.

    Il giovane ragazzo si girò verso il tirocinante e disse:

    Matricola vammi a prendere una compressa di Tavor con dell'acqua per favore.

    Il tirocinante annuì e sparì a prendere quello che gli aveva chiesto, Jin si girò verso la signora e disse:

    Signora, le somministrerò del Tavor in compresse, la aiuteranno a rilassarsi un poco, non si preoccupi in sala c'è il miglior chirurgo dell'ospedale vedrà che andrà tutto bene non si preoccupi.

    Intanto la luce della sala da rossa divenne verde e il ragazzo dietro di se sentì Martina dire:

    Jin...La luce della sala è diventata verde, penso che il chirurgo ha finito.

    Jin si girò e vide il vecchio chirurgo fare capolino dietro la porta, la signora non appena lo vide disse:

    Cosa... Succede?

    Mentre diceva quella frase le parole erano un poco tremanti, il giovane infermiere si girò verso Martina e disse.

    Marty puoi occuparti della signora io vado a sentire dal chirurgo se va tutto bene... Ah appena ritorna la matricola somministrategli il tavor. Signora la lascio in compagnia con la mia collega Martina, se ha qualche domanda può chiedere a lei io intanto vado dal medico a chiedere notizie e non appena ne ho la informerò subito.

    Si allontanò e lasciò la signora nelle mani di Martina per andare dal dottore, arrivato alla porta disse:

    Dottore novità? Si è salvato?

    Mentre parlava con il medico con la coda dell'occhio vide arrivare il tirocinante con la pastiglia di calmante tavor e il bicchiere per mandarla giù e sul viso di Jin si disegnò un piccolo sorriso, con quella la signora fra qualche minuto si sarebbe tranquillizzata un momento.

    Perfetto ora spero che si tranquillizzi.

    Pensò Jin mentre stava spettando la risposta del chirurgo.
     
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    Aveva pensato giusto, ma con qualche secondo di ritardo. All’udire le condizioni in cui verteva il proprio caro, soprattutto in virtù di quel “occhio compromesso”, la donna incominciò a piangere in maniera più decisa, facendo un caos e un baccano tale da attirare in un primo momento le guardie che si trovavano nella hall. Gestire simile persona in tale momento era tutt’altro che semplice. L’idea di somministrargli un tranquillante sembrò essere la via più semplice e diretta, così Jin non esitò due volte ed incarico la matricola di andargli a prendere una pasticca di quelle giuste e dell’acqua. La sua priorità era quella di dare un contegno alle emozioni straripanti della signora, ma all’orizzonte si fece viso il chirurgo. L’operazione era finita e il vecchietto attendeva silente dietro la porta che uno dei due infermieri si facesse alla sua volta. Colui che aveva preso le redini del team assunse l’incarico di portavoce. La matricola tornò dal gruppetto portando con sé l’occorrente, peccato che la donna non dava proprio segno di voler collaborare, anzi, vedendo il chirurgo fare capitolino da quelle parti si agitò ancor più. Martina e l’apprendista riuscirono in qualche modo a tenerla ferma sulla sedia mentre la convincevano che bere un bicchiere d’acqua, non accennando ulteriormente al medicinale che sarebbe stato da li a poco somministrato, l’avrebbe calmata il giusto prima di parlare con l’anziano medico. Fu però Jin il primo ad avere notizie concrete sullo stato del pescatore. Non appena aprì la porta, subito notò il camice dell’uomo tinto di rosso, così come parte della maniche. Lo sguardo di quello non lasciava intendere niente di buono e, mantenendo un’aria e un tono abbastanza defilato e basso, si pronunciò.

    Chirurgo: - Purtroppo non c’è stato niente da fare… le sue condizioni erano disperate. Ho già fissato l’ora del decesso… te la senti di dirlo ai suoi cari, o faccio io?-
     
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    Parlato Martina
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    Martina insieme al tirocinante riuscirono dopo molti sforzi a far prendere la pastiglia alla signora, mentre Jin ascoltava il chirugo, il camice del medico era sporco di sangue come le maniche del suo candido camice verde da sala operatoria, il ragazzo a quella vista forse capì da solo cosa stava per dirgli il medico la morte del paziente

    No non dirmi che è morto non dirmi che è morto.

    Pensò il giovane infermiere mentre aspettava una risposta, la quale non attese molto ad arrivare, il chirurgo guardando il ragazzo disse:

    Purtroppo non c’è stato niente da fare… le sue condizioni erano disperate. Ho già fissato l’ora del decesso… te la senti di dirlo ai suoi cari, o faccio io?

    Ormai Jin era abituato a vedere la gente morire o dare notizie brutte come la morte di un caro ai famigliari, ma anche se ci aveva fatto l'abitudine avere quella responsabilità non era bello, sentire i lamenti di pianto dei parenti delle persone morte lo rattristavano.
    Il ragazzo voleva portare buone notizie alla moglie del pescatore, ma la sorte aveva scelto per la notizia più brutta di tutte la morte del parente.

    Maledizione!!! Maledizione!! Le avevo promesso che gli davo una bella notizia e così non è stato.... Uff speriamo che non la prenda malissimo.

    Jin guardò il medico e disse:

    Doc, proverò a dirlo io alla signora, spero che non la prenda malissimo.

    Detto questo si avviò verso i due colleghi, Martina e il tirocinante, si avvicinò a Martina e le mise una mano sul fianco sinistro e lei si girò lo guardò negli occhi e lei guardando gli occhi del ragazzo e dalla tristezza che emanavano capì subito l'esito dell'operazione, portò anche lei una mano dietro alla schiena del collega e strinse dolcemente la presa per consolare il dolore che lui provava in quel momento nel dare la brutta notizia alla signora.

    Signora... Mi mi dispiace dirle che... Ho parlato con il chirurgo che ha operato suo marito e-e e m-m- mi ha detto che purtroppo non ha potuto fare niente per salvare suo marito, quando è entrato in sala operatoria era in gravissime condizioni, ha cercato di fare il possibile per salvarlo, ma c'è riuscito... Mi dispiace tanto condoglianze vivissime signora.

    Mentre parlava gli occhi del ragazzo divennero lucidi e incominciarono a scendere lacrime sulle guance rigandogliele di candide gocce, si piegò sulle gambe e cominciò a piangere in silenzio, quella era la parte che a lui non piaceva sentirsi un poco responsabile perché aveva promesso alla signora che il chirurgo l'avrebbe salvato e invece non è stato così.

    Hei su Jin non fare così, ricomponiti un momento.

    Disse Martina piegandosi su di lui e portando la testa del ragazzo sulla sua spalla, quel gesto aiutò il ragazzo a ritrovare la forza per calmarsi e riprendersi, la strinse a se con disperazione e dopo qualche secondo si alzò e la abbraccio ed a un orecchio le disse:

    Grazie senza di te non so come farei a superare questi momenti.

    Si staccò dalla presa, ma prima di farlo la baciò affettuosamente ad una guacia, diventarono rossi come peperoni tutti e due e un piccolo sorriso si disegnò nei loro volti masparì subito lasciando spazio ad uno sguardo preoccupato per la signora avevano paura che potesse avere un malore per via della brutta notizia ricevuta.
     
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    Si era fatto carico di un grande onere Jin, un onere che già aveva avuto il dispiacere di portare in diverse situazioni, il quale però oggi si faceva stranamente più sentito e forte. Il chirurgo tornò in sala, pronto a sistemare il corpo per il passo successivo che avrebbe dovuto fare. Gli eventi si susseguirono da quel momento in maniera piuttosto spedita, finché l’infermiere non pronunciò quelle parole che la signora aveva sperato fino a quel punto di non sentire. Suo marito era morto, il suo approdo, la sua vita distrutta. Jin si emozionò a sua volta, trasparendo emozioni che non si potevano bene combinare in quelle circostanze: il diktat voleva l’uomo forte e duro, privo di sentimenti deboli, eppure in quella sala erano ben due le persone a piangere. La signora, priva di vesti su cui aggrapparsi, si raggomitolò su se stessa, chiudendosi in un disperato pianto di tristezza e frustrazione. Non considerò la reazione di Jin, poco le importava se il ragazzo si sentisse colpevole o meno di quel che era accaduto perché, a conti fatti, nessuno poteva riportare indietro il suo prezioso uomo. Ella singhiozzò più volte, poi il silenzio. Molto rapidamente il suo corpo si accasciò sulle sedie della sala d’aspetto, riversandosi al fine al suolo con un profondo tonfo. Era svenuta. Una reazione piuttosto prevedibile considerando lo stato d’anime della signora appena messo piede nell’ospedale, e neanche le pasticche prima ingerite furono capaci di arrestare quel flusso di tremende emozioni. Avevano da intervenire forse per l’ultima volta, anche se si prospettava una giornata abbastanza impegnata.
     
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  12. secer quest
     
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    Parlato
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    Parlato Martina
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    Narrato

    Jin si riprese dallo shock di aver perso un paziente grazie all'aiuto di Martina che lo ha riportato alla realtà, guardò la signora che singhiozzò disperata, e all'improvviso silenzio di tomba e si accasciò sulle sedie, il ragazzo si precipitò a prendere la signora prima che cadesse tuffandosi, ma arrivò tardi per pochi secondi non la prese cadde a terra era svenuta.

    Dannazione, Marti alzagli le gambe... Una barella!!!! Matricola prendi una barella veloce!

    Il ragazzo andò alla testa della signora e cercò di svegliarla con sberlette leggere sulle guance per farla riprendere, dietro di lui sentì il rumore di ruote in avvicinamento, i due infermieri si girarono e videro il tirocinante spingere una barella, Jin e Martina dissero in sincroni:

    Bene ora bloccala.

    Bene ora bloccala.

    Il ragazzo prese la signora di peso in braccio e la appoggiò sulla barella, Martina alzò la parte delle gambe e guardò la signora, dopo un poco sembrava riaprire gli occhi.

    Uhm si è ripresa per fortuna.

    Pensò Jin, mentre chiudeva le sponde dellabarella perevitare che la signora potesse cadere.
     
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11 replies since 22/8/2014, 13:01   281 views
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