Rosso come il Sangue

Lavoro Difficoltà F

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  1. "Alex"
     
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    Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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    Con massima cura e mettendo a disposizione tutta l’esperienza acquisita come infermiere, Jin impartì le sue direttive alla truppa. Le mani degli infermieri maneggiarono il corpo ferito, provvedendo ad una prima ed attenta ispezione delle diverse lacerazioni riscontrate. L’unico sbaglio commesso dal ragazzo, se così lo si poteva comunque considerare, era quello di aver permesso al tirocinante di far esperienza con un caso così grave che, al contrario, necessitava tutta l’esperienza che solo un infermiere talentuoso poteva donare. L’apprendista così non fece altro che aggravare più del dovuto il paziente e, seppur il pronto intervento di Jin fosse comunque riuscito a ristabilire la situazione, un nuovo sintomo doveva per forza andare ad aggiungersi a quelli già riscontrati. Finito d’arginare anche l’ultimo fiotto di sangue, il gruppo incominciò il trasporto del paziente in sala operatoria. Proprio nell’istante in cui mossero la barella verso l’uscita, dalla stessa entrò il chirurgo. Un uomo anziano, capelli corti e dai baffi argentati, che Jin aveva avuto modo di assistere in altre occasioni. Era il miglior dottore dell’ospedale, dunque se non fosse riuscito lui a fare qualcosa non ci sarebbe riuscito nessuno.

    Chirurgo: -buon lavoro ragazzi… ora di volata in sala!-

    Si trattava di una vera e propria corsa contro il tempo, eppure riuscirono brillantemente nel loro intento di trasportate il paziente sotto i ferri. Aveva reagito bene ai primi trattamenti a cui era stato sottoposto, quindi non rimaneva che aspettare con pazienza lo svolgersi dell’operazione. L’équipe che avrebbe accompagnato il chirurgo si trovava già in sala. Jin, Martina e il tirocinante rimasero fuori le due grandi porte, pronti ad intervenire in casi di assoluta necessità. Avevano svolto bene il loro lavoro, forse facendo qualcosa in più a quel che il ruolo richiedesse. Pochi minuti dopo poterono udire un inatteso baccano farsi strada tra i corridoi silenziosi dell’ospedale. Una donna, più o meno sulla trentina, capelli lunghi castani e dai lineamenti delicati, si stava avvicinando con passo spedito alla porta della sala operatoria. Ad inseguirla vi erano un paio di dipendenti della struttura, ma nessuno sembrava riuscire nell’intento di fermarla. Aveva il viso pallido e gli occhi azzurri lucidi.

    Donna: -lasciatemi in pace ho detto! Non mi interessa niente… Kotetsu… Kotetsu…-

    Pronunciò quel nome con marcata malinconia. Limpide gocce scesero lungo le sue guance, rigandole. Sicuramente Jin aveva più o meno capito di chi si trattasse… sarebbe stato opportuno intervenire?

    // Se posso permettermi un consiglio: rileggi bene il post prima di inviarlo, così hai chiaro lo scandire di quel che scrivi :sasa: //
     
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