Il primo ululato del giovane lupo

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    Uno, due, tre, quattro, cinque... pensava mentre avanzava veloce tra la folla del centro cittadino di Renen. Le piaceva passeggiare, ma non amava per nulla i posti affollati. Non aveva nemmeno una meta. Perché era uscita?

    Ah, giusto.

    Era uscita di casa dopo l'ennesima, estenuante, discussione con i genitori.
    Non fai abbastanza, e SOPRATTUTTO, non devi rispondere ai professori. le dicevano sempre i suoi genitori. Ma se avevano torto, se si comportavano in modo ingiusto... Non era corretto farglielo notare? si cavillò.
    "Yakura, sei intelligente e sicuramente per te non è difficile capire che a volte è meglio trattenersi, non è difficile capire chi ha il coltello dalla parte del manico..." questa frase ricorrente le balenava subito nella mente, una frase di qualche anno prima, due parole che la professoressa spese solo per lei. Da quanto in classe non aveva goduto di un po' di attenzione da parte di un professore? Sentirsi dire poi che era intelligente quando non glielo ricordava nessuno... Si sentiva per la prima volta speciale perchè si era sempre vista mediocre, una ragazza nella media che nonostante il costante impegno non riusciva a spiccare... in nulla.
    Inciampò per sbaglio addosso ad un passante il quale si voltò seccato fulminandola con un'occhiata. Trasalendo Yakura si voltò a sua volta e presa dal panico si scusò con un filo di voce e gesticolando in maniera convulsa, il viso ardente dalla vergogna.
    Si allontanò poi a passo spedito. Possibile che sempre e solo IO debba attirare le figuracce? parlò tra sé e sé ad alta voce.
    Faceva caldo, era estate e lei lo odiava decisamente. Amava i climi freddi. Però, tutto sommato, il posto in cui viveva, poco lontano dalla capitale Renen, era un posto che amava, immerso nella natura. Aveva un'affinità con gli animali veramente sorprendente, soprattutto con i canidi, capitava, a volte che si addormentasse sentendo in lontananza gli ululati dei lupi rivolti alla luna che lei poteva vedere chiaramente. Spesso lo sognava, sognava di essere un lupo, di essere... Libera. Voglio essere libera, raggiungere i miei obiettivi e affermare la mia persona, dare un senso alla mia vita. Un giorno diventerò medico. Un chirurgo, vincerò un Nobel per la medicina e lo sbatterò in faccia al mio prof di scienze che all'ultima interrogazione non mi ha dato il voto che meritavo.. Gli ho parlato degli studi sulle cellule staminali e delle loro applicazioni! Mi meritavo il massimo! mentre pensava faceva buffe espressioni: era da lei, non sapeva mentire, e se lo faceva, si sentiva terribilmente in colpa.
    Cercò una panchina all'ombra, appartata e fuori da quell'unica massa informe di turisti che visitava continuamente la capitale.
    Ho già detto che le piaceva camminare? Faceva veramente tanta strada a piedi! Per quello poteva vedere la capitale quando voleva.

    Il caldo era spossante.

    Avrei proprio voglia di un gelato... nemmeno a dirlo e la sua pancia cominciò a brontolare. Era ora di merenda e lei, la merenda, non la saltava mai per nulla al mondo! Il cellulare squillò, erano i suoi genitori. Col cavolo che rispondo, sono ancora arrabbiatissima. Lasciò che squillasse e lo rimise in tasca tirando fuori della moneta, il giusto per un gelato. Sorrise felice gongolando e si precipitò in gelateria ordinando il solito se nulla le ispirava: pistacchio e nocciola. Le piace cambiare, provare sapori nuovi, sempre alla scoperta dell'ignoto per accrescere la sua cultura in qualsiasi ambito: cucina, scienza in primis, natura, bellezza...
    Mentre si gustava il suo gelato decise di avviarsi verso casa, no, non sarebbe scappata anche se avrebbe voluto farlo.
    Avrei bisogno di fare un'esperienza del tutto nuova, un'esperienza che possa aiutarmi a capire chi sono, cosa voglio e a raggiungere i miei obiettivi, a dare un senso a me stessa ed alla mia esistenza medesima. Cavolo che pensieri profondi pensò immediatamente dopo AHAHAHAHAHAHA si mise a ridere da sola, un po' perché si trovava in imbarazzo nonostante fosse sola, un po' perché trovava quel piccolo vizietto di parlare da sola ad alta voce parecchio disturbante ma allo stesso tempo peculiare.

    Calava ormai la sera.

    Aveva già sentito parlare di un certo esame Hunter e pensò che quella sarebbe stata la sua occasione della vita per diventare totalmente indipendente e affermarsi, partire alla volta di una vita ricca di avventura e completamente estranea alla monotonia come aveva sempre desiderato. Prima o poi lo avrebbe fatto.

    Finalmente si ritrovò nei pressi di casa, era scesa ormai la notte, la luna era piena e rifletteva la luce del sole illuminando la piccola radura circondata da boschi, li amava proprio come ammirava i lupi. Respirò a pieni polmoni l'aria limpida della notte, limpida come il suo animo che nonostante tutto era forte.

    Un ululato il lontananza... udì.

    Ahuuuuuuu uuuuuuuu uuu uuu ululò alla luna mentre i suoi lunghi capelli rossi si scioglievano al vento quasi a voler firmare un contratto, sigillare una promessa.

    Un giorno sarò qualcuno...

     
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