Days of Boredom

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. T i a n
     
    .

    User deleted


    Pensato Alec
    Narrato


    Alec sollevò lo sguardo dal libro che teneva in mano per guardare fuori dalla finestra. Da camera sua non poteva vedere il sole, ma il cielo, azzurro fino a poco tempo prima, si era tinto di un lieve arancione, lasciando intuire l'avvicinarsi del tramonto. Sbadigliò annoiato, appoggiando il piccolo volume sul comodino a fianco del letto. Altri libri erano ammassati su quel mobile a formare due piccole torri dall'aspetto instabile. Da quando Tom gli aveva fatto scoprire il significato della parola educazione, insegnandogli a leggere e a scrivere, Alec aveva preso molto sul serio la propria istruzione. Leggeva ogni libro che riuscisse a procurarsi e la maggior parte proveniva dalla biblioteca della base militare dove lavorava Tom. Ai civili non era consentito prendere in prestito quei libri, ma il Tenente Borges permetteva ad Alec di portarsi a casa tutti quelli che gli servivano. Marguerite Borges era una donna dal fisico robusto, aveva fianchi larghi e seno prosperoso, mentre i lunghi capelli neri erano acconciati in un'elegante chignon. Da lei Alec aveva imparato a dubitare delle apparenze. Senza l'uniforme, poteva essere facilmente scambiata per una casalinga qualsiasi, ma, dietro al sorriso allegro e ai modi premurosi, Marguerite nascondeva un notevole intelletto che l'aveva aiutata a guadagnarsi una certa fama nel reparto di Intelligence. Gli aveva insegnato a giocare a Go e in 5 anni, nonostante i molti tentativi, non era mai riuscito a batterla.
    Il resto delle sua stanza non era in condizioni migliori: un paio di pantaloni grigi era steso a terra davanti all'armadio, mentre la scrivania era invasa da fogli e altri vestiti disposti in maniera del tutto casuale.

    Devo assolutamente sistemare questo casino, prima che lo veda Tom.



    Il padre adottivo gli sorrideva da una fotografia appesa sul muro alle sue spalle. L'avevano scattata insieme qualche anno prima. Era poco più alto di lui, aveva il torace ampio e gambe e braccia forti. La mascella squadrata e i lineamenti duri potevano farlo sembrare una persona burbera, ma Alec poteva dire di non aver incontrato una persona più buona di lui. Lo sapeva perché, più volte, aveva messo a dura prova la sua pazienza. Uno dei primi eventi in cui Alec poté ammirare la sua mitezza avvenne quando abitava ancora da poco insieme a lui. Giocando per strada, un ragazzo più grande l'aveva preso di mira. Tom aveva assistito alla scena e aveva deciso di intervenire, non voleva che Alec si facesse male. Quando aveva visto il ragazzo steso a terra con Alec che gli puntava una scheggia di vetro alla gola, Tom era quasi morto di crepacuore. Alec era rimasto molto sorpreso dalla sua reazione: si era limitato a sgridarlo e, mentre lo faceva, sul suo volto non riusciva a vedere altro che preoccupazione. Non era abituato ad essere trattato in quel modo, all'orfanotrofio l'avrebbero sicuramente picchiato con il bastone o con la cinghia.

    Osservando il disordine nella sua stanza, Alec si accorse di avere fame. Anche un'azione semplice come alzarsi dal letto gli provocò una fitta di dolore in tutto il corpo. Era abituato a fare esercizi quasi ogni giorno, ma quella volta aveva scelto un programma d'allenamento molto intenso, cosa che il suo corpo sembrava non aver gradito. Caracollò in cucina, massaggiandosi la schiena per cercare di diminuire il dolore muscolare.

    Ahh, questa volta ho proprio esagerato!



    Alec avrebbe cenato da solo, Tom si era dovuto precipitare al lavoro a causa di un'emergenza, ma aveva comunque trovato il tempo per preparare la cena. Nonostante fosse ormai sera, la calura estiva non sembrava voler diminuire. Non avevano un condizionatore, quindi decise di aprire le finestre. In quel periodo dell'anno gli ambulanti tenevano aperti i loro mercatini fino a tarda sera, così, nonostante l'ora, molte persone affollavano la piazza del mercato. Osservando quelle gente indaffarata a vendere ed acquistare, Alec percepì un senso di vuoto. Negli ultimi anni gli capitava spesso di sentirsi così e niente di ciò che faceva sembrava poter migliorare la situazione. Quando guardava le persone intorno a lui gli sembrava che ognuna di esse avesse una destinazione, una precisa funzione all'interno della città, mentre a lui la vita a Giakarta andava sempre più stretta. Aveva letto in uno dei suoi libro che la felicità coincideva con l'adeguatezza: percepire che le cose erano così come avrebbero dovuto essere. Alec aveva una vita tranquilla, umile, ma onesta e migliore di quanto avrebbe potuto immaginare all'inizio, ma non era abbastanza. Non era ciò che desiderava.
    L'aveva realizzato per la prima volta ascoltando il sottotenente Johnson. Proveniva da una ricca famiglia di Giakarta e, prima di unirsi all'esercito, aveva viaggiato molto. Alec adorava sentirlo raccontare dei posti che aveva visitato e Mark Johnson amava il suono della propria voce più di ogni altra cosa. Le storie di quell'uomo gli avevano fatto sognare di girovagare per il mondo, di vivere esperienze di cui ora poteva solo leggere. Da circa due anni aveva iniziato a raccogliere denaro per potersi permettere un biglietto per York Shin City o Las Noches. Lo nascondeva in un libro in cui aveva ricavato una piccola tasca incidendo le pagine. Tom lo sapeva e, benché ne soffrisse, aveva accettato i desideri del figlio adottivo. Questo Alec lo sapeva. Non aveva mai detto nulla al padre adottivo, ma ogni tanto ricontando i soldi, ne trovava più di quanti ricordasse. Temeva di averlo ferito, ma, evidentemente, cercare una nuova vita lontano da una città come Giakarta doveva essere sembrata ad entrambi l'idea migliore.
    Alec consumò il suo pasto in fretta. Si sarebbe concesso ancora qualche ora di lettura, ma sarebbe andato a dormire presto. Il giorno seguente lo aspettava una lunga giornata di lavoro.

    Ancora poco tempo e me ne andrò da questa polveriera.


     
    Top
    .
0 replies since 26/8/2014, 15:29   35 views
  Share  
.