Il cucciolo, la ragazza e...

Test avanzamento livello per Yakura

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  1. Professor Kote
     
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    // Bon, eccoci qua per il tanto atteso test. Ricollegandomi alla tua role di presentazione è il giorno seguente, una calda giornata d'estate, e come di consueto Yakura dovrà recarsi a lavoro nell'ambulatorio veterinario della sua città. Visto che non si tratta di una normale quest ma di un test per valutare le tue capacità ti lascio libertà di descrizione in fatto di luoghi ed interazione con PNG. In questo primo post, quindi, dovrai raccontare cosa accade dal momento in cui Yakura si sveglia a quando giunge in ambulatorio; escludendo l'interazione con il dottore ed il personale stesso. Puoi descriverli ed illustrare tutte le loro caratteristiche, d'altronde on-game li conosci, ma niente di più. Per qualsiasi dubbio o che altro contattami pure via mp. //
     
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    *suoni onomatopeici*, narrato; <parlato>, pensato.


    *ta ta ta ta ta ta taaaa wake up, wake up!*


    Seccata Yakura colpì la sveglia con la mano a peso morto.
    *Good morning!*

    La sua sveglia-pikachu la salutava tutte le mattine, indipendentemente da cosa avesse pianificato per la giornata, vi siano in esse verifiche scolastiche o riposo totale.
    < Mmh..> biascicò girandosi a pancia in giù nel letto e affondando il viso nel cuscino. I lunghi capelli rossi erano sparsi ovunque quasi a creare una fiammella sulle lenzuola color carta da zucchero. Dopo qualche minuto si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi sbadigliando.
    < Mi chiedo proprio chi me lo faccia fare…> dopo una pausa riprese < Però nonostante tutto mi piace andare a dare una mano.> e, concludendo, si alzò dal letto, infilò le ciabattine arancio acceso e si trascinò in bagno.
    Si guardò per un attimo allo specchio: aveva le occhiaie. Si guardò meglio con fare corrucciato e la faccenda non le parve andare proprio a genio. Si sciacquò la faccia, usava solo prodotti biologici per la cura di sé stessa, soprattutto dopo aver appreso quanti ingredienti dannosi per il corpo e per l’ambiente sono contenuti in tutti i prodotti delle più grandi marche.
    Si raccolse i capelli il giusto per stendere una BB cream e truccarsi con un filo di matita nella parte terminale dell’occhio e mascara: ormai uscire struccata la metteva in imbarazzo! Sciolse i lunghi capelli, li pettinò e li raccolse in una treccia morbida che lasciò ricadere a lato del viso.
    Si cambiò velocemente ed infilò un paio di shorts in jeans e una vecchia maglia larga Nessuno la vedrà sotto il camice… Anche se ci vado in giro per strada, tanto, nessuno mi conosce! Ahahaha
    Pensò tra sé e sé. Indossò l’orologio che le regalò la sua migliore amica e scese le scale di marmo ocra di corsa, come sempre. Accese il pc per controllare i social network e nel frattempo face colazione con una brioches preconfezionata alla marmellata e acqua frizzante.
    Dopo la colazione preparò la sua tracolla informe e vecchissima, la riempì con il portafoglio, il camice cucito dalla madre blu con le paperelle, qualche caramella e il cellulare, nulla di più: era pronta per partire!
    Infilò le scarpe da ginnastica ormai vecchie e prese le chiavi di casa uscendo senza salutare, nessuno era già sveglio a quell’ora!

    Richiuse la porta dietro di sé è salutò il suo gatto arancione chinandosi.
    < Ma ciao!> disse sorridendo con voce in falsetto. Il gatto al primo contatto cominciò a fare le fusa, poi si fermò, la guardò e ricadde su un fianco rotolandosi per farsi accarezzare la pancia.
    < Mi dispiace Naru, ma devo andare!> e così dicendo uscì dal cancelletto di casa.

    Si ritrovò così in strada e si fermò un secondo a prendere una boccata d’aria fresca, nonostante fosse agosto sembrava che l’estate non arrivasse mai, ma a lei andava bene così, non le piaceva il caldo! Questo era anche un ottimo clima per passeggiare, perciò decise di incamminarsi verso l’ambulatorio. Le case nella sua via erano tutte molto grandi, i suoi vicini di casa erano i parenti, di fronte abitavano altre famiglie, con le quali però non aveva rapporti di alcun genere. Tutte le case erano contornate da giardini verdi e ben curati e colorate di arancione spatolato, come la sua e, a quanto pare, avevano deciso di copiare l’idea!
    La strada era tranquilla, per accorciare il tragitto decise di prendere una scorciatoia in mezzo alle abitazioni e vicino agli ambulatori pediatrici nei quali si recava da bambina. L’aria fresca le scompigliava la frangetta e lei sbuffò irritata. Nessuna anima viva e lei era felice di non dover intrattenere imbarazzanti dialoghi inconclusivi solo per cortesia. Il rumore che facevano i gancetti aperti della tracolla erano insopportabili un *clank clanck* davvero seccante, ma la voglia di chiuderli era inesistente. Mentre camminava si perse nei suoi pensieri, al lavoro della mattina, ai momenti di svago, ai bellissimi animali che avrebbe potuto vedere anche oggi. Mentre camminava ammirava anche le case, alcune con le scale in entrata, la cancellata decorata, un giardino pieno di alberi… Cercava di cogliere da queste tutti i dettagli che potenzialmente avrebbe potuto inserire nella sua casa dei sogni un giorno.

    Poi giunse finalmente, dopo una decina di minuti di camminata all’ambulatorio, molto semplice all’esterno, color giallo con una grande insegna con scritta blu “AMBULATORIO VETERINARIO” su sfondo bianco, due finestre e una porta. Notò subito delle persone in piedi di fronte alla porta ad aspettare, evidentemente erano arrivate troppo in anticipo e lei, per evitare discussioni, si sedette ai piedi di un albero all’ombra su un minuscolo parapetto in cemento.

    Il dottore, Dylan, era un persona molto stimata e professionale, oltre che simpatico, ma, al momento giusto sapeva essere serissimo e comprensivo. Alto, capelli rasi e occhi azzurri, fisico sportivo, non stava mai fermo! Le ragazze invece erano due: la bionda, Charlotte, era a volte ancora più seria e concentrata sul suo lavoro e la mora, Julie, che nonostante fosse seria durante le visite, era quella con cui Yakura si trovava meglio, forse perché era più giovane o forse perché aveva sempre voglia di fare due chiacchiere.

    Si tolse la tracolla e guardò il cielo limpido aspettando che la sua giornata cominciasse.



    Edited by Yakura} - 6/9/2014, 14:10
     
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  3. Professor Kote
     
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    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato (ogni Png ha il suo colore)

    Come ogni mattina, puntuale come un orologio svizzero, l'anziano dottor Dylan seguito dalle sue giovani assistenti si apprestava ad aprire l'ambulatorio alle 9:00 spaccate e mettersi al lavoro. La sua passione per il triathlon, la cura del suo aspetto, nonchè il suo spirito gioviale potevano trarre in inganno chi non lo conosceva per bene, inducendoli a pensare che non potesse avere più di una trentina d'anni. Chi, tuttavia, lo conosceva almeno un poco sapeva che ormai Dylan aveva passato i cinquanta. Charlotte e Julie invece non si potevano di certo dire così grandi.
    La prima era una signorina vicino alla quarantina dall'aspetto nella norma: non molto alta non presentava particolari curve ne sul lato A ne sul lato B, aggiungendoci il fatto che usava vestire con abiti larghi che occultavano quasi del tutto la sua femminilità e quei fondi di bottiglia che accentuavano ancor di più il lato serio del suo carattere e mascheravano i suoi lineamenti facciali, di certo non attirava l'attenzione maschile. Non che la cosa sembrasse interessarle: completamente spostata al suo lavoro, ormai erano da più di dieci anni che assisteva Dylan nella gestione dell'ambulatorio e nonostante fosse solo una dipendente, all'interno dello stesso, era trattata come pari dal suo capo con il quale aveva un rapporto professionale invidiabile. L'uno si fidava dell'altro in tutto e per tutto e, vedendoli all'opera, sembravano come una cosa sola.
    La seconda invece poteva definirsi un incrocio tra lo stesso Dylan e Charlotte: seria e professionale quando c'era da mettersi al lavoro, approfittava di ogni momento di relax per fare due chiacchiere con chiunque gli passasse a tiro. Simpatica e gioviale, lato del suo carattere magari associato alla sua giovane età, sulla ventina, trovava proprio passione nel socializzare con la gente e simpatizzare con loro. Praticamente si faceva ben volere da tutti. Da quanto era stata assunta, circa un anno, il giro d'affari dell'ambulatorio incrementò grazie al suo modo di gestire la clientela.
    Nonostante Charlotte potesse essere più ferrata in alcuni campi grazie alla sua esperienza decennale, non era strano che la clientela preferisse relazionarsi inizialmente con la morettina tutte curve. Già: non solo Julie era simpatica, ma anche un'affascinante ragazza dagli occhi verdi, lineamenti delicati, pelle vellutata e priva di imperfezioni, con un fisico tonico e curvo nei punti giusti; che tra l'altro non nascondeva come la collega usando, sotto al classico camice bianco da laboratorio che indossavano tutti e tre, degli abiti molto aderenti e scollati al punto giusto. Come per il suo capo anche lei aveva la passione per lo sport e grazie agli anni passati a praticare pallavolo a livello quasi agonistico aveva tirato su un fisico da atleta.
    Viste le tre persone che si erano già presentate all'uscio dell'ambulatorio, ne il dottore ne Julie sembravano essersi accorti di Yakura che nel frattempo pareva immersa nei suoi pensieri all'ombra di un albero; dall'altra parte della strada in cui era situato l'ambulatorio. In fretta e furia Dylan entrò nell'edificio affinchè potesse iniziare a preparare tutto il materiale per mettersi a lavoro, mentre Julie non perse tempo ed andò ad intrattenere i clienti così che non si spazientissero troppo. A giudicare dall'espressione che avevano in faccia sembravano piuttosto impensieriti per i loro animali: le due signore avevano con se un gatto ciascuno mentre il terzo, un uomo, un cagnolino.
    L'unica ad accorgersi della ragazzina dai lunghi capelli rossi era Charlotte. Beh, non che ci fosse qualcosa di strano in questo: non passava un singolo giorno in cui nulla scappava all'occhio vigile della bionda!
    Girandosi in direzione di Yakura, sistemandosi gli occhiali con l'indice della mano destra, cercò di attirare la sua attenzione con una serie di colpi di tosse.

    Ragazzina, non abbiamo tempo da perdere! Entra dentro e dai una mano al dottor Dylan nel preparare l'attrezzatura.

    Dicendole con fare dannatamente serio. Nonostante la ragazza non potesse vedere i suoi occhi color nocciola a causa dei fondi di bottiglia che indossava, il suo tono di voce stizzito ed acuto faceva trapelare quanto gli seccasse che Yakura se ne stava a perdere tempo ammirando il cielo.

    // Che dire: la differenza tra la presentazione della Pg è evidente, si vede che stai migliorando. Brava.
    Ci sono tuttavia alcune piccole cose ancora da rivedere, ma nulla che con il tempo non si possa sistemare (trovi il tutto sotto spoiler)
    1) Attenta alle ripetizioni. All'inizio, ad esempio, in due periodi consecutivi, usi ogni volta "Sì guardò" per incominciare la frase e nonostante tu voglia dare maggior enfasi al tutto usando periodi corti, cosa che fo anche io, non è sbagliata per l'appunto, a mio avviso rende il tutto un pò troppo pensante. Usando similitudini, non iniziando i periodi con le solite parole e magari usando altre punteggiature per dare delle pause, potevi rendere più scorrevole il tutto. Inoltre ho notato che prima di narrare che Yakura si trucca, dici che è solita usare prodotti biologici. Il problema è che spezzando il discorso non si ha ben chiaro perchè tu parli dei cosmetici biologici se non ti trucchi; o almeno finchè non si prosegue a leggere. Dal canto mio troverei più giusto o fare il contrario o, se mai, fare un periodo più lungo affinchè il discorso sia continuativo. Guarda ad esempio come io avrei scritto quella parte del tuo post:
    CITAZIONE
    Si guardò per un attimo allo specchio: aveva le occhiaie. Guardandosi meglio con fare corrucciato la faccenda non le parve andare proprio a genio: prima di tutto si diede una sciacquata alla faccia, dopo di che, raccogliendosi i capelli quel tanto che bastava, passò uno strato di BB cream sul volto truccandosi la parte terminale degli occhi con un filo di matita; contornando il tutto con un pò di mascara. Ormai uscire struccata la metteva in imbarazzo!
    Da quando aveva appreso quanti ingredienti dannosi per il corpo e per l'ambiente erano contenuti in tutti i cosmetici delle più grandi marche stava ben attenta nell'usare solo prodotti biologici per la cura di sé.
    Fatto questo sciolse i lunghi capelli, li pettinò e li raccolse in una treccia morbida che lasciò ricadere a lato del viso.

    Come vedi, paragonandolo al tuo:
    CITAZIONE
    Si guardò per un attimo allo specchio: aveva le occhiaie. Si guardò meglio con fare corrucciato e la faccenda non le parve andare proprio a genio. Si sciacquò la faccia, usava solo prodotti biologici per la cura di sé stessa, soprattutto dopo aver appreso quanti ingredienti dannosi per il corpo e per l’ambiente sono contenuti in tutti i prodotti delle più grandi marche.
    Si raccolse i capelli il giusto per stendere una BB cream e truccarsi con un filo di matita nella parte terminale dell’occhio e mascara: ormai uscire struccata la metteva in imbarazzo! Sciolse i lunghi capelli, li pettinò e li raccolse in una treccia morbida che lasciò ricadere a lato del viso.

    Non c'è grandissima differenza nei contenuti, però riorganizzando un pò i periodi ed usando un'altra forma diventa più leggerlo e scorrevole nella lettura.

    2) Attenta a quando descrivi le cose. Quando parli ad esempio di cosa inserisci nella tracolla hai scritto:
    CITAZIONE
    Dopo la colazione preparò la sua tracolla informe e vecchissima, la riempì con il portafoglio, il camice cucito dalla madre blu con le paperelle, qualche caramella e il cellulare, nulla di più: era pronta per partire!

    Però leggendo come descrivi il camice quella blu con le paperelle sembra la madre XD. Bè è ovvio che non sia lei :asd:, però usando una forma più corretta nel descriverlo potevi evitare di essere ambigua. Ad esempio:
    CITAZIONE
    Dopo la colazione preparò la sua tracolla informe e vecchissima: la riempì con il portafoglio, il camice blu con le paperelle cucito dalla madre, qualche caramella ed il cellulare, nulla di più; era pronta per partire!

    Bastava mettere il "cucito dalla madre" dopo le paperelle ed il gioco era fatto. Come vedi ho anche modificato un pò la punteggiatura: ho messo ":" all'inizio di cosa metti all'interno della tracolla ed il ";" al posto dei due punti da ultimo. Ricorda che quando introduci qualcosa, tipo come ho appena fatto, elenchi delle cose, qualsiasi esse siano, un susseguirsi di eventi o che altro, la cosa più giusta da mettere sono i ":". Il ";" invece solitamente vine usato per introdurre in un periodo una frase o qualcosa che, come posso dire, "fa da contorno". Nel senso: "l'era pronta per partire!" non è direttamente collegata all'elenco delle cose che inserisci nella tracolla, ma diciamo è una conseguenza. Si sarebbe potuto mettere anche un punto dividendo il tutto, ma in quel modo però il risultato sarebbe stato meno scorrevole.
    Un errore analogo si riscontra quando elenchi i pensieri di Yakura mentre si reca in ambulatorio per la scorciatoia. Invece di usare la virgola era più corretto se mettevi i due punti prima di elencare cosa gli passava per la testa.

    3) Vedo che hai descritto bene il paesaggio che circonda Yakura prima di giungere in ambulatorio, però, nella prima parte del post, di descrizione ne hai messe ben poche. Non hai descritto la camera della ragazza, l'interno della sua casa (bastava anche il luogo dove si è soffermata a mangiare), il giardinetto dove saluti il gatto e neanche questo. Cioè dici il suo colore, ma niente di più: almeno dicendo la razza uno poteva farsi un'idea. Dicendo solo il colore è impossibile farsi un'idea di come sia questo gatto.
    Anche una volta giunta all'ambulatorio la descrizione è troppo abbozzata per farsi un'idea corretta dello stesso. A parte di che colore è e le vie di accesso, non si sa quanto è grande, se è tutto su un piano o diviso in più livelli, inoltre non hai detto niente degli interni. D'altronde non è il primo giorno di lavoro di Yakura, li conosce bene. Questo, per l'appunto, lo farai nel tuo prossimo.

    4) Ti sei scordata una cosa molto importante, o per lo meno che io reputo piuttosto fondamentale in certe cose: gli orari. Yakura si sveglia la mattina per andare a lavorare, ma in tutto il post non fai riferimento ne a che ore sono ne a che ora deve farsi trovare a lavoro. Non dico che devi elencare l'ora di tutto ciò che fa il Pg e quanto impiega nel farlo, questo è assolutamente non da fare XD, però in un post come questo almeno un accenno all'ora era un qualcosa che poteva dare più veridicità al racconto.

    Cmq queste sono solo cose che si imparano con pratica ed il tempo, per questo ho detto all'inizio "nulla che con il tempo non si possa sistemare".

    Per il resto quello che devi fare è abbastanza chiaro: entri nell'ambulatorio e sistemi l'attrezzatura affinchè Dylan e compagnia possano iniziare con le visite. Non ti è permesso dire cosa fanno Charlotte e Julie, tutt'al più puoi citare che entrando la morettina ti vede e si limita a salutarti, mentre invece puoi gestire il dottore il quale ti istruisce sul cosa c'è da fare. Per ora comunque puoi far fare solo questo al dottore, concentrati di più ovviamente sul tuo Pg. Ricorda che non devi solo descrivere le azioni di Yakura e l'ambiente in cui si trova, ma le sensazioni e impressioni che ella prova nel contesto in cui si trova. Altra cosa, per ora, non ti è permesso dire che problemi mostrano quei tre animale anche, se vuoi, sei libera di descriverli; come anche i loro padroni. Questa cosa però è opzionale, se per ora vuoi concentrarti sul preparare l'attrezzatura va bene lo stesso.
    Concludi il tutto con Yakura e Dylan che hanno finito di preparare tutto che poi intervengo io.
    Se ci sono alcune cose che non sono chiare contattami pure. //
     
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    Yakura trasalì e raccattando alla bene e meglio la sua borsa con fare impacciato corse verso la porta dell’ambulatorio precedendo nell’entrata Charlotte e i clienti.

    Che ansia…

    Pensò Yakura entrando; essere rimproverata non le piaceva per nulla soprattutto quando sapeva che aveva addosso una cotta pesante di responsabilità: come un guerriero.
    Attraversò la sala d’aspetto quadrata: a destra un ficus e, adiacente la porta, si trovavano una serie di poltroncine arancio acceso interrotte in angolo dal un piccolo tavolino sul quale poggiavano delle riviste di vario genere; il pavimento, sporco di peluria animale, era un lastricato di piastrelle “decorato” da macchioline sparpagliate sul marmo chiaro, come costellazioni.
    Le pareti, ricche di annunci erano gialle e, la parete di sinistra appena varcata la soglia d’entrata era occupata da alcune scansie di vetro sulle quali erano poggiati vari opuscoli e gadget.
    Le porte per l’accesso agli ambulatori veri e propri erano due: una accanto alla vetrinetta, che portava alla sala delle visite collegata poi a quella operatoria, ed una di fronte a quella d’entrata vicino alle poltroncine, che portava alla sala per radiografie e al ricovero; la sala radiologica e quella operatoria infine, erano divise da un corridoio che conduceva al ricovero, al retro e al bagno.
    La matrice "piastrelle bianche chiazzate e pareti gialle" si stampava per tutto il resto dell’ambulatorio: l’unica cosa che differenziava le stanze era la presenza di macchinari specifici.
    Yakura salutò il dottore e Julie la quale ricambiò con un caloroso sorriso e si diresse in bagno per infilare alla svelta il camice blu con le paperelle.
    Come ogni mattina Sisso, il gatto dell’ambulatorio, un Certosino mancato, le sfregava dolcemente i polpacci per farsi dare da mangiare e farsi fare qualche coccole e, poiché Yakura si era molto affezionata, prese dall’armadietto del ricovero una bustina di cibo umido e gli riempì la ciotola.
    Andò nella sala delle visite e guardò da una fessura della porta le persone sedute in sala d’aspetto che chiacchieravano leggiadramente: due signore di mezza età con trasportino e un uomo con al guinzaglio un cagnolino Le signore avevano entrambe una gonna lunga e una giacchettina, molto eleganti, ai piedi dei sandali in pelle e i capelli uguali: rame e con la permanente, come sua nonna.
    Era incredibile quanto le vecchie si assomigliassero.
    Assurdo... Pff! commentò mentalmente.
    L’uomo invece era in tenuta piuttosto sportiva: polo celeste e pantaloncini multitasca color sabbia, ai piedi un paio di sandali.
    < Yakura! Mi puliresti i ferri? > chiese Dylan ad alta voce per farsi sentire.
    < Si! > rispose lei colta alla sprovvista per la paura di essere stata sorpresa a spiare i clienti. Si recò quindi in sala operatoria dove trovò, all’interno di una bacinella con acqua e liquido enzimatico, i ferri da lavare e successivamente da preparare.
    Mi piace questo lavoro, ma è sempre una grande responsabilità, uff… Che ansia… Ahahahahah! si fermò a pensare tra sé e sé lasciandosi scappare un sorriso. Anche se era una responsabilità a lei non dispiaceva affatto prendersene carico in realtà. Amava le sfide e amava portarle a termine sempre perfettamente, qualsiasi compito esse prevedessero.
    Senza troppe cerimonie mise le mani nella bacinella e lavò con uno spazzolino tutto il materiale per ripulirlo dal sangue, svuotò la bacinella, la riempì di nuovo e continuò così finché non finì in tutto. Nel frattempo era persa nei suoi pensieri paragonando quel lavoro a quello che magari avrebbe fatto se un giorno fosse diventata un chirurgo, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Dylan alla porta che annunciava il momento della preparazione dei ferri chirurgici.
    Raggiunse la sala operatoria e assieme prepararono quattro mazzetti da cinque di backhaus ciascuno, tenute unite da una sesta, pinzette, forbici, aghi, garze e teli con o senza foro; preparavano sempre due vassoi diversi: uno per cani con pinze e teli appositi e uno per gatti.

    Conclusa la preparazione Dylan infilò tutto nella sterilizzatrice e l’accese andandosene.

     
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