Il cucciolo, la ragazza e...

Test avanzamento livello per Yakura

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  1. Yakura}
     
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    *suoni onomatopeici*, narrato; <parlato>, pensato.


    *ta ta ta ta ta ta taaaa wake up, wake up!*


    Seccata Yakura colpì la sveglia con la mano a peso morto.
    *Good morning!*

    La sua sveglia-pikachu la salutava tutte le mattine, indipendentemente da cosa avesse pianificato per la giornata, vi siano in esse verifiche scolastiche o riposo totale.
    < Mmh..> biascicò girandosi a pancia in giù nel letto e affondando il viso nel cuscino. I lunghi capelli rossi erano sparsi ovunque quasi a creare una fiammella sulle lenzuola color carta da zucchero. Dopo qualche minuto si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi sbadigliando.
    < Mi chiedo proprio chi me lo faccia fare…> dopo una pausa riprese < Però nonostante tutto mi piace andare a dare una mano.> e, concludendo, si alzò dal letto, infilò le ciabattine arancio acceso e si trascinò in bagno.
    Si guardò per un attimo allo specchio: aveva le occhiaie. Si guardò meglio con fare corrucciato e la faccenda non le parve andare proprio a genio. Si sciacquò la faccia, usava solo prodotti biologici per la cura di sé stessa, soprattutto dopo aver appreso quanti ingredienti dannosi per il corpo e per l’ambiente sono contenuti in tutti i prodotti delle più grandi marche.
    Si raccolse i capelli il giusto per stendere una BB cream e truccarsi con un filo di matita nella parte terminale dell’occhio e mascara: ormai uscire struccata la metteva in imbarazzo! Sciolse i lunghi capelli, li pettinò e li raccolse in una treccia morbida che lasciò ricadere a lato del viso.
    Si cambiò velocemente ed infilò un paio di shorts in jeans e una vecchia maglia larga Nessuno la vedrà sotto il camice… Anche se ci vado in giro per strada, tanto, nessuno mi conosce! Ahahaha
    Pensò tra sé e sé. Indossò l’orologio che le regalò la sua migliore amica e scese le scale di marmo ocra di corsa, come sempre. Accese il pc per controllare i social network e nel frattempo face colazione con una brioches preconfezionata alla marmellata e acqua frizzante.
    Dopo la colazione preparò la sua tracolla informe e vecchissima, la riempì con il portafoglio, il camice cucito dalla madre blu con le paperelle, qualche caramella e il cellulare, nulla di più: era pronta per partire!
    Infilò le scarpe da ginnastica ormai vecchie e prese le chiavi di casa uscendo senza salutare, nessuno era già sveglio a quell’ora!

    Richiuse la porta dietro di sé è salutò il suo gatto arancione chinandosi.
    < Ma ciao!> disse sorridendo con voce in falsetto. Il gatto al primo contatto cominciò a fare le fusa, poi si fermò, la guardò e ricadde su un fianco rotolandosi per farsi accarezzare la pancia.
    < Mi dispiace Naru, ma devo andare!> e così dicendo uscì dal cancelletto di casa.

    Si ritrovò così in strada e si fermò un secondo a prendere una boccata d’aria fresca, nonostante fosse agosto sembrava che l’estate non arrivasse mai, ma a lei andava bene così, non le piaceva il caldo! Questo era anche un ottimo clima per passeggiare, perciò decise di incamminarsi verso l’ambulatorio. Le case nella sua via erano tutte molto grandi, i suoi vicini di casa erano i parenti, di fronte abitavano altre famiglie, con le quali però non aveva rapporti di alcun genere. Tutte le case erano contornate da giardini verdi e ben curati e colorate di arancione spatolato, come la sua e, a quanto pare, avevano deciso di copiare l’idea!
    La strada era tranquilla, per accorciare il tragitto decise di prendere una scorciatoia in mezzo alle abitazioni e vicino agli ambulatori pediatrici nei quali si recava da bambina. L’aria fresca le scompigliava la frangetta e lei sbuffò irritata. Nessuna anima viva e lei era felice di non dover intrattenere imbarazzanti dialoghi inconclusivi solo per cortesia. Il rumore che facevano i gancetti aperti della tracolla erano insopportabili un *clank clanck* davvero seccante, ma la voglia di chiuderli era inesistente. Mentre camminava si perse nei suoi pensieri, al lavoro della mattina, ai momenti di svago, ai bellissimi animali che avrebbe potuto vedere anche oggi. Mentre camminava ammirava anche le case, alcune con le scale in entrata, la cancellata decorata, un giardino pieno di alberi… Cercava di cogliere da queste tutti i dettagli che potenzialmente avrebbe potuto inserire nella sua casa dei sogni un giorno.

    Poi giunse finalmente, dopo una decina di minuti di camminata all’ambulatorio, molto semplice all’esterno, color giallo con una grande insegna con scritta blu “AMBULATORIO VETERINARIO” su sfondo bianco, due finestre e una porta. Notò subito delle persone in piedi di fronte alla porta ad aspettare, evidentemente erano arrivate troppo in anticipo e lei, per evitare discussioni, si sedette ai piedi di un albero all’ombra su un minuscolo parapetto in cemento.

    Il dottore, Dylan, era un persona molto stimata e professionale, oltre che simpatico, ma, al momento giusto sapeva essere serissimo e comprensivo. Alto, capelli rasi e occhi azzurri, fisico sportivo, non stava mai fermo! Le ragazze invece erano due: la bionda, Charlotte, era a volte ancora più seria e concentrata sul suo lavoro e la mora, Julie, che nonostante fosse seria durante le visite, era quella con cui Yakura si trovava meglio, forse perché era più giovane o forse perché aveva sempre voglia di fare due chiacchiere.

    Si tolse la tracolla e guardò il cielo limpido aspettando che la sua giornata cominciasse.



    Edited by Yakura} - 6/9/2014, 14:10
     
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3 replies since 27/8/2014, 16:51   174 views
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