Il cucciolo, la ragazza e...

Test avanzamento livello per Yakura

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  1. Yakura}
     
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    Yakura trasalì e raccattando alla bene e meglio la sua borsa con fare impacciato corse verso la porta dell’ambulatorio precedendo nell’entrata Charlotte e i clienti.

    Che ansia…

    Pensò Yakura entrando; essere rimproverata non le piaceva per nulla soprattutto quando sapeva che aveva addosso una cotta pesante di responsabilità: come un guerriero.
    Attraversò la sala d’aspetto quadrata: a destra un ficus e, adiacente la porta, si trovavano una serie di poltroncine arancio acceso interrotte in angolo dal un piccolo tavolino sul quale poggiavano delle riviste di vario genere; il pavimento, sporco di peluria animale, era un lastricato di piastrelle “decorato” da macchioline sparpagliate sul marmo chiaro, come costellazioni.
    Le pareti, ricche di annunci erano gialle e, la parete di sinistra appena varcata la soglia d’entrata era occupata da alcune scansie di vetro sulle quali erano poggiati vari opuscoli e gadget.
    Le porte per l’accesso agli ambulatori veri e propri erano due: una accanto alla vetrinetta, che portava alla sala delle visite collegata poi a quella operatoria, ed una di fronte a quella d’entrata vicino alle poltroncine, che portava alla sala per radiografie e al ricovero; la sala radiologica e quella operatoria infine, erano divise da un corridoio che conduceva al ricovero, al retro e al bagno.
    La matrice "piastrelle bianche chiazzate e pareti gialle" si stampava per tutto il resto dell’ambulatorio: l’unica cosa che differenziava le stanze era la presenza di macchinari specifici.
    Yakura salutò il dottore e Julie la quale ricambiò con un caloroso sorriso e si diresse in bagno per infilare alla svelta il camice blu con le paperelle.
    Come ogni mattina Sisso, il gatto dell’ambulatorio, un Certosino mancato, le sfregava dolcemente i polpacci per farsi dare da mangiare e farsi fare qualche coccole e, poiché Yakura si era molto affezionata, prese dall’armadietto del ricovero una bustina di cibo umido e gli riempì la ciotola.
    Andò nella sala delle visite e guardò da una fessura della porta le persone sedute in sala d’aspetto che chiacchieravano leggiadramente: due signore di mezza età con trasportino e un uomo con al guinzaglio un cagnolino Le signore avevano entrambe una gonna lunga e una giacchettina, molto eleganti, ai piedi dei sandali in pelle e i capelli uguali: rame e con la permanente, come sua nonna.
    Era incredibile quanto le vecchie si assomigliassero.
    Assurdo... Pff! commentò mentalmente.
    L’uomo invece era in tenuta piuttosto sportiva: polo celeste e pantaloncini multitasca color sabbia, ai piedi un paio di sandali.
    < Yakura! Mi puliresti i ferri? > chiese Dylan ad alta voce per farsi sentire.
    < Si! > rispose lei colta alla sprovvista per la paura di essere stata sorpresa a spiare i clienti. Si recò quindi in sala operatoria dove trovò, all’interno di una bacinella con acqua e liquido enzimatico, i ferri da lavare e successivamente da preparare.
    Mi piace questo lavoro, ma è sempre una grande responsabilità, uff… Che ansia… Ahahahahah! si fermò a pensare tra sé e sé lasciandosi scappare un sorriso. Anche se era una responsabilità a lei non dispiaceva affatto prendersene carico in realtà. Amava le sfide e amava portarle a termine sempre perfettamente, qualsiasi compito esse prevedessero.
    Senza troppe cerimonie mise le mani nella bacinella e lavò con uno spazzolino tutto il materiale per ripulirlo dal sangue, svuotò la bacinella, la riempì di nuovo e continuò così finché non finì in tutto. Nel frattempo era persa nei suoi pensieri paragonando quel lavoro a quello che magari avrebbe fatto se un giorno fosse diventata un chirurgo, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Dylan alla porta che annunciava il momento della preparazione dei ferri chirurgici.
    Raggiunse la sala operatoria e assieme prepararono quattro mazzetti da cinque di backhaus ciascuno, tenute unite da una sesta, pinzette, forbici, aghi, garze e teli con o senza foro; preparavano sempre due vassoi diversi: uno per cani con pinze e teli appositi e uno per gatti.

    Conclusa la preparazione Dylan infilò tutto nella sterilizzatrice e l’accese andandosene.

     
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