L'umile desiderio di un sognatore

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  1. NiGhTwInG ™
     
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    Ghost freedom


    Seppur di clientela non ve ne fosse molta, vi era sempre qualcosa da fare all’interno del locale: aggiustare qualcosa di rotto, spostare casse, tenere in ordine un luogo che rischiava di cadere nella decadenza. Sapevi che in fin dei conti la chiusura di quel luogo – seppur caro a te – ormai era questione di tempo. Entrate sempre minori – forse quasi inesistenti-, e spese che non finivano mai. Stimavi quella donna, la stimavi con tutto se stesso proprio nel vedere quella sua ferrea volontà di non mollare, di non arrendersi: opporsi alla crudeltà del destino, provare seppur minimamente a cambiare qualcosa. Fissandola nel vedere la sua tenacia, capivi che i sogni erano importanti, che i sogni erano la benzina con cui alimentare la propria esistenza: voler ancora rimanere aggrappati a quel mondo fin troppo caotico. Forse anche per questo che quell’idea di partire non voleva abbandonare i tuoi pensieri, forse proprio vedendo quella stessa tenacia che quella donna – seppur colpita da gravi lutti – continuava a mostrare: insomma, stava a te capire cosa fare, se accontentarti come un topo dei piccoli scarti, o esplorare il mondo per trovare la tua fetta di torta.
    Mentre eri dedito nel pulire il bancone, vedesti lei stessa avvicinarsi a te con un sorriso, dicendoti:

    E’ tardi và a casa da tua padre, qui finisco io.


    Nel mentre pronunciava quelle parole, porse nelle tue mani una semplice busta da lettera bianca, per poi farti un occhiolino e abbracciarti.

    Non dire nulla, so del tuo piccolo progetto, accetta e basta… e ora va’ a casa che è tardi.


    Se avessi deciso di aprire la busta, al suo interno avresti trovato una piccola quantità di denaro: non molto, ma sicuramente un grande gesto per le sue possibilità.
    Una volta superato ogni convenevole, convincendoti ad accettare dopo l’insistente volontà della tua titolare, il desertico silenzio dei quartieri avrebbe accompagnato il tuo tragitto: tutto ciò ti sembrava abbastanza strano, inquietante, decisamente irreale. Seppur vi fosse la guerra, vi era sempre qualche bambino o persona per le piazze, i vicoli, le strade: stranamente però, quel giorno notasti come le persone fossero arroccate nelle loro abitazioni – una parte – soffermandoti su qualche sguardo misto tra malinconia e paura venir letto scrutando i tuoi concittadini essere dediti a chiudere celermente porte e finestre: tutto ciò era decisamente strano, cosa diavolo stava succedendo?
    Ti saresti domandato nel proseguire seppur con espressione spaesata e confusa, non capendo il perché di un simile atteggiamento. Poi però, girando l’ennesimo angolo di uno dei tanti vicoli, e arrivando nella piazza principale di Giakarta, tutto ti fu decisamente e tristemente più chiaro.


    Una folla di individui era li presente - mai come quel giorno - restando silenti e immobili – o per impotenza, o per codardia – nel vedere altri tuoi concittadini – circa venti – posizionati in fila e bendati, con le mani legate dietro la schiena: i volti tumefatti e insanguinati mostravano come fossero stati brutalmente torturati e seviziati.
    Un uomo in divisa di alto grado – forse un colonnello – era li di fianco a loro, mentre i suoi commilitoni si impegnavano con la forza a sedare i pochi individui che stavano cercando di opporsi a una simile folle dimostrazione: altro non si trattava che di questo.
    Arrivasti proprio nel momento i cui il più alto in grado – fermo e impassibile nel suo sguardo inespressivo e la sua postura militaresca – pronunciò la sentenza per cui erano stati condannati quei venti disgraziati che non sapevi se realmente colpevoli di ciò di cui erano stati accusati.

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    Coloro che vedete qui presenti, indegni nostri concittadini… sono accusati e stati condannati di uno dei più vili crimini che si possano compiere, ovvero il tradimento.


    Rimanendo silente nell’ascoltare simili accuse, mentre la condanna veniva pronunciata alle orecchie del popolo, un senso di confusione crebbe dentro di te.

    Vili collaborazionisti, intenti nei loro scopi di comunicare con la parte nemica mettendo il bene del proprio popolo e la fedeltà dello stato in secondo piano.


    Sentivi quelle gravi accuse, ma osservando le espressioni di chi era bendato e legato come una bestia, non notavi meschinità nei loro volti, ma semplicemente il tentativo di aver provato ad opporsi a una dittatura non scelta sicuramente dal popolo.

    Per tale motivo sarete voi stessi cittadini ad eseguire la pena capitale per chi è accusato del crimine di tradimento, così da mostrare quella fedeltà e spirito unito verso il vostro stato.


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    In quello stesso momento i restanti militari cominciarono a selezione a caso i venti prescelti che avrebbero dovuto eseguire il difficile compito che in poche parole gli era stato imposto: rifiutarsi automaticamente significava essere a propria volta accusato di tradimento.
    Sfortuna volle che un fucile ti fosse messo nelle mani, notando quello sguardo freddo e asettico di chi eseguiva un ordine senza fare i conti con la propria coscienza: il destino infine aveva deciso crudelmente di selezionarti fra coloro che avrebbe ucciso la loro stessa gente, sapendo che non vi era possibilità di dire di no.

    Tu, muoviti, mettiti in fila con gli altri.


    Un semplice comando, in un ordine che avrebbe inevitabilmente investito la tua psiche di emozioni, pensieri e confusione: la vita di un individuo che non sapevi se fosse realmente colpevole o al contrario innocente era nelle tue mani, sapendo che tu alla fine – senza possibilità di libero arbitrio - saresti stato fregiato del titolo di boia stroncando la sua vita.
    Certo, potevi anche opporti e buttare per terra il fucile, ma eseguire un simile gesto di affronto avrebbe inevitabilmente segnato la tua di condanna, oltre al fatto che vi sarebbero potute essere state – in futuro - anche ripercussioni su altri tuoi affetti, come ad esempio Tom: insomma, fare una scelta o l’altra, avrebbe comunque portato alla morte qualcuno – ironico e spietato il destino eh?



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    Zona Master: Nessun appunto, continua così^^

    Angolo narrazione:
    In pratica da come hai potuto capire, ciò che sta succedendo è proprio un'esecuzione di massa, come dimostrazione al popolo della forza di ciò che una dittatura è infine, ovvero la limitazione delle idee e della libertà.
    Quello che ho deciso di far capitare al tuo pg, è proprio il mettere alla prova la sua coscienza, la sua volontà, il suo libero arbitrio, sapendo che qualsiasi decisione egli prenda si ripercuoterà inevitabilmente su se stesso: vuoi emotivamente, vuoi psicologicamente, o vuoi sui propri affetti.
    Ti chiedo di fermarti quando prenderai la tua decisione, nel caso in cui fosse di accettare di compiere l'esecuzione, nel momento in cui abbracci il fucile non andando oltre, fermo restando che c'è tutto un percorso psicologico che il tuo pg spero farà nel post. Buon post^^


    Edited by NiGhTwInG ™ - 4/9/2014, 18:31
     
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3 replies since 28/8/2014, 17:45   240 views
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