L'umile desiderio di un sognatore

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  1. T i a n
     
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    Pensato Alec
    Parlato Alec

    Parlato Marguerite
    Parlato Comandante
    Parlato altri
    Narrato

    Qualche mese prima

    E16 La partita era stata molto equilibrata fino a quel momento, ma Alec sentiva di poter vincere. Mai prima di allora aveva resistito così tanto contro il tenente Borges.
    A18 Marguerite appariva assorta nei propri pensieri mentre osservava con attenzione le pietre disposte sul Goban. Era vestita con abiti civili e i capelli era stati lasciati liberi di ricadere morbidi lungo la schiena.
    A15 Un'altra pietra nera andò ad intensificare l'attacco che Alec stava portando verso il territorio laterale del suo avversario.
    All'inizio il go gli era sembrato un gioco noioso, un inutile vezzo da ricchi. Le uniche cose che gli avevano impedito di abbandonare quel passatempo erano state l'orgoglio e il desiderio di vincere. A quel tempo, Marguerite gli appariva come una donna qualunque. Una di quelle persone di cui ci si dimentica facilmente.
    Con l'aumentare delle sue capacità, Alec aveva imparato a decifrare la poesia di ardesia e madreperla che il suo avversario componeva mossa dopo mossa e, a poco a poco, aveva realizzato l'ingenuità delle sua opinione iniziale. Come un fiore, il tenente Borges sbocciava ad ogni partita, mostrando la propria bellezza. Possedeva un'eleganza che avrebbe fatto morire d'invidia qualsiasi professionista. Il suo stile era placido e controllato, rispondeva ad ogni suo attacco con calma olimpica e una difesa estremamente solida. Osservandola giocare, si aveva l'impressione di trovarsi difronte alle acque cristalline di un mare caraibico.
    C17 Non riesci a vederlo, vero? Marguerite lo guardò come se fosse un bambino a cui bisognava ancora insegnare come camminare. Lo stile di Alec non aveva segreti per lei. Ai suoi occhi, il gioco del suo giovane sfidante appariva difensivo ed estremamente conservativo, come se temesse che il suo avversario potesse sferrare l'offensiva finale in ogni momento. Sceglieva le sue mosse come farebbe qualcuno che vive con la paura di perdere tutto ad ogni secondo.

    C20 Cosa dovrei vedere? Per la prima volta sto vincendo io! Il suo avversario perse un'altra parte dei suoi territori. L'ultima mossa di Marguerite l'aveva sorpreso, non riusciva a capirne il senso, sembrava che stesse cercando di farlo vincere.
    Ho costruito le mie difese sulla solida pietra, come mi hai insegnato tu! Qualsiasi attacco tu abbia preparato, non riuscirà a penetrare i miei territori.
    Marguerite non si scompose, si limitò a smentirlo con il suo solito tono familiare, lo stesso di una madre che si rivolge ai propri figli.
    Hai perso.
    Alec la squadrò come se gli avesse appena detto di avere un'ippopotamo nascosto sotto al Goban. Non riusciva a crederci, pensava di avere la vittoria in pugno.
    Poi, lo vide.
    L'onda l'aveva travolto. Qualsiasi mossa non avrebbe potuto rovesciare il risultato. Sacrificando parte dei propri territori, l'aveva attirato in una trappola e aveva soffocato ogni sua speranza di vittoria. Il mare placido si era trasformato in uno tsunami e le sue difese erano crollate come castelli di sabbia.
    Marguerite gli rivolse uno sguardo amorevole, ma sul suo volto comparse un sorriso amaro.
    A volte, per vincere siamo costretti a sacrificare qualcosa di prezioso. È una lezione atroce, ma ti accorgerai che la vita ci porta a compiere delle scelte molto dure.

    ----



    Non l'aveva notato fino a quando non aveva raggiunto una delle vie che portavano alla piazza principale di Gikarta. Ripensare ai fatti accaduti quel giorno l'aveva reso meno cauto, ma estremamente felice. Sembra che il destino abbia finalmente deciso di sorridermi. Prima aveva trovato un'opportunità per lasciare a Giakarta e, allo stesso tempo, soddisfare la propria curiosità, poi la signora Hale gli aveva fatto un regalo. Una busta bianca contenete una modesta somma di denaro. Considerando le condizioni economiche dell'Howling Raccoon, era come se gli avesse dato una piccola fortuna. Alec aveva provato a rifiutare, cosciente delle difficoltà che Lydia stava attraversando, ma la donna aveva dato fondo a tutta la propria tenacia e alla fine non gli aveva lasciato altra scelta se non accettare. Si sentiva così soddisfatto da non essersi nemmeno chiesto come lei facesse a sapere del suo sogno di lasciare Giakarta.

    Con la coda dell'occhio riuscì a vedere una giovane donna sbarrare le finestre in tutta fretta. La preoccupazione dipinta sul suo volto aveva fatto scoppiare la bolla che fino a quel momento aveva reso le sue percezioni ovattate. Cosa l'aveva spinta a barricarsi in casa? Se ci fosse stato un'attacco aereo tutti si sarebbero rifugiati sotto terra, non nelle proprie case. Alec era piuttosto confuso e realizzare di essere l'unico a percorrere quella strada aveva reso la situazione ancora più inquietante. Mi sembra di vagare in una città fantasma. Tutto ciò ai suoi occhi appariva molto sospetto. Nonostante la guerra, c'era sempre qualcuno che vagava per la città: bambini che giocano, mendicanti ai bordi delle strade e ambulanti che urlano per attirare clienti non mancavano mai in quelle zone.
    Si guardò intorno smarrito, cercando qualcosa che potesse spiegare quella situazione anomala. Non trovo nulla. Fatta eccezione per la mancanza di vita, quella strada non aveva niente di diverso da qualsiasi altra via di Giakarta.
    Affrettò il passo e proseguì senza voltarsi indietro. Non voleva rimanere più del necessario in quel luogo. Quel silenzio plumbeo lo metteva a disagio, avrebbe quasi preferito sentire il rumore delle bombe. Nelle baraccopoli aveva imparato a sue spese che quella totale mancanza di suono si manifestava solo in un'occasione. È il silenzio della Morte.

    Raggiunse la piazza principale una manciata di secondi dopo. Aveva trovato la fonte di quell'angosciante anomalia.
    Il silenzio non era scomparso, ma il vuoto era stato colmato da una folla di persone. Se ne stavano immobili come statue, osservando qualcosa che si trovava al centro di quella moltitudine. Ad Alec non interessava sapere di cosa si trattasse. In situazioni del genere era meglio andarsene il prima possibile. Sfortunatamente, non poteva fare a meno di attraversare la massa di persone che gli sbarrava la strada. Per tornare a casa avrebbe dovuto raggiungere l'estremità opposta della piazza. Cercò di farsi largo tra i muti spettatori, nel tentativo di raggiungere la sua destinazione, ma tutto ciò non fece altro che peggiorare la sua situazione. Un gruppo di soldati aveva formato un cordone per contenere la folla, impedendo a chiunque di passare.
    Al centro dello spazio delimitato dagli uomini in divisa, Alec vide una ventina di persone bendate. Nessuno dei presenti osava dire qualcosa, limitandosi ad osservare lo spettacolo offerto da quei cenciosi disperati.
    La voce dell'ufficiale in comando ruppe quel tetro incanto, prima che il suo cervello potesse esaminare la situazione.
    Coloro che vedete qui presenti, indegni nostri concittadini… sono accusati e stati condannati di uno dei più vili crimini che si possano compiere, ovvero il tradimento.
    Il militare fece una pausa e Alec spostò il suo sguardo sui prigionieri. Gli riusciva difficile immaginare che uno di quei gusci vuoti, divorati dalla fame e segnati dalle percosse, potesse costituire un pericolo per la sicurezza di Giakarta. Non sembrano poi così diversi da me. Dal me stesso di qualche anno fa.
    L'ufficiale riprese a berciare accuse contro quegli uomini.
    Vili collaborazionisti, intenti nei loro scopi di comunicare con la parte nemica mettendo il bene del proprio popolo e la fedeltà dello stato in secondo piano.
    Alec si soffermò sulla figura del comandante. Il suo volto inespressivo nascondeva il disappunto che provava nei suoi confronti. Mi sembra quasi impossibile pensare che Marguerite collabori con persone tanto abiette. Aveva un fisico asciutto e slanciato, mentre i capelli erano tenuti molto corti. L'espressione severa e la fiamma che gli bruciava negli occhi mentre aveva pronunciato quelle parole lasciavano intuire una cieca obbedienza verso i superiori ed un carattere inflessibile.
    Gli uomini contro cui si era scagliato, probabilmente, non erano più che ladruncoli, spinti a delinquere dalla fame e dalla povertà. La loro unica colpa è quella di essersi fatti beccare nel momento sbagliato e dalle persone sbagliate. Non sono altro che un capro espiatorio.
    La parole del capitano risuonarono in quel luogo più terrificanti dell'esplosione di una mina.
    Per tale motivo sarete voi stessi cittadini ad eseguire la pena capitale per chi è accusato del crimine di tradimento, così da mostrare quella fedeltà e spirito unito verso il vostro stato.
    Nel frattempo, i militari avevano iniziato a selezionare alcuni dei presenti per compiere il massacro.
    Alec cercò di scappare non appena udì quelle parole, ma prima di poter fare anche un solo passo un soldato gli si era parato davanti. Tu, muoviti, mettiti in fila con gli altri.
    I-io? Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare. Il soldato non rispose, si limitò a porgergli il fucile. Alec strinse i pugni così forte da far sanguinare il palmo destro.
    Sentì la rabbia crescere dentro sé, voleva urlare, colpire in faccia l'uomo che gli stava davanti e mettersi a correre. Scappare il più lontano da quelle persone, dai soldati e dai disperati ai suoi piedi. Voleva tornare da Tom e dimenticarsi quello a cui aveva appena assistito. Fingere che non fosse accaduto nulla. Non è giusto! Perché io? Perché ora? Proprio adesso che tutto sembrava andare per il verso giusto.
    Si limitò ad accettare l'arma che gli era stata offerta. L'obbedienza era l'unica via che poteva percorrere. Qualsiasi altra azione avrebbe significato morte. Anche se fosse riuscito a scappare a una cinquantina di soldati ben addestrati, avrebbe messo in pericolo Tom e la signora Hale. Non posso permettere che gli venga fatto del male. Se avesse potuto rischiare solo la sua vita, non avrebbe esitato, ma non poteva obbligare le persone che amava a portare un fardello così pesante. Li avrebbero trovati e li avrebbero destinati ad una sorte simile a quella dei venti disperati che sarebbero stati uccisi quel giorno.
    Si guardò intorno per osservare le persone che componevano la folla alle sue spalle. C'erano tutti quelli che abitavano in quella zona. Qualcuno l'avrebbe sicuramente riconosciuto. Cosa avrebbero detto di lui i suoi cari se avesse ucciso uno di quei poveretti? L'avrebbero disprezzato o avrebbero capito le ragioni del suo gesto? Che pensino quello che vogliono. Li amo abbastanza da sopportare il loro odio.
    Si domandò se avesse mai avuto davvero scelta. Se la sua vita non fosse altro che una concatenazione di eventi del tutto triviali.
    Lo stomaco di Alec si contorse. È necessario, non ho altra scelta. Si sentiva nauseato, ma si fece comunque forza e strinse l'arma che aveva tra le mani. Perché mi infastidisce così tanto? Questa non è la prima volta...
    Uccidere per sopravvivere era uno di quei concetti che, da bambino, gli erano stati impressi nella mente a lettere di fuoco, tuttavia, difronte a quell'inutile strage, non poteva che sentirsi frustrato. Quegli uomini non meritavano di morire e lui non meritava di macchiarsi del loro sangue. Cercò di sopprimere le proprie emozioni e di non mostrare il proprio sconforto ai suoi aguzzini. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione. Se è questo che devo fare per sopravvivere, perché a quelli a cui tengo non venga fatto del mare, non esiterò. Avere le mani sporche di sangue non mi ha mai preoccupato.
    Rivolse la propria attenzione ai suoi compagni compagni di sventura in cerca di uno sguardo di intesa, un segno, qualsiasi cosa che gli avrebbe fatto capire cosa fare.
    E ora, a chi devo sparare?


    Allora, mi sono preso qualche libertà nel descrivere l'ufficiale, ma non penso di aver esagerato. Non ho avuto il tempo di rileggere, quindi non assicuro che il testo sia privo di refusi ed altri errori. Correggerò più tardi o domani :té: Spero che il resto vada bene^^
    Edit: Dovrei aver sistemato tutto. Spero non mi sia scappato nulla :smok:


    Edited by T i a n - 6/9/2014, 23:15
     
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3 replies since 28/8/2014, 17:45   240 views
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