Scheda Noah Lancaster

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  1. DopeBoyz
     
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    Nome: Noah
    Cognome: Lancaster
    Età: 18
    Ruolo: Lottatore
    Professione: Esploratore/Avventuriero
    Segni Particolari: benda sull'occhio destro - cicatrici dietro la schiena
    Descrizione Fisica:
    Noah e' un ragazzo di 18 anni alto 1 metro e 85 centimetri, i suoi capelli sono di un colore rosso acceso, porta una benda sull'occhio destro che ha perso mentre l'altro occhio e' di colore azzurro.
    Ha un fisico atletico, e una carnaggione chiara e non ha cicatrici o altri segni evidenti oltre alla benda sull'occhio. Di solito indossa un cappello o una bandana ha diverse collane al collo e una di queste e' una croce, porta un'orecchino con una piuma a tutte e due le orecchie.
    Indossa sempre una maglietta leggera sotto a un giubbotto in pelle nero e dei jeans cargo larghi con una cintura che ha la forma di un teschio e porta sempre degli stivali alti neri.
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    Tratto Psicologico:
    Un a primo impatto serio e poco socievole ma conoscendolo meglio si possono vedere più sfumature del suo carattere: pragmatico e impaziente, prudente e folle, falso e altruista, taciturno e solare.
    Noah e' quel tipo persona che pensa poco e agire troppo, la sua impazienza molto spesso lo porta a essere avventato anche se e' spinto da un'animo nobile che spesso però tiene racchiuso dentro di se per non farlo vedere e questo perché afferma che lo farebbe vedere agli occhi altrui un debole mentre lui e' alla costante ricerca di forza e avventure che possano dargli quella che lui definisce "la spinta", questa cosidetta spinta non e' altro che pura e semplice adrenalina che prova nel momento del pericolo.
    Un tipo che prima di agire valuta la situazione che lo circonda, ma magari questa cosa gli potesse tornare utile qualche volta, anche nello svantaggio si getta senza troppe esitazioni nella fossa dei leoni e combatte fino a quando a fiato in corpo.
    Se e' costretto non esita a dire bugie e a mentire alle persone anche se preferisce evitare, e quand è costretto? E' costretto nel momento in cui la verità può nocere alla vita di qualcun'altro, lui e' fermamente convinto che il falso faccia meno male del vero.
    Una persona di poche parole e questa cosa molto spesso lo fanno evidenziare come una persona molto seria e scontrosa, ma la verità e che fà fatica a fidarsi di una persona e molto sospettoso e scettico e le studia attentamente per decidere se fidarsi o meno.
    Non pensa troppo al suo futuro e da poco peso al passato, "rimpiangere ciò che è accaduto può essere la peggior malattia. Condiziona il tuo stato d'animo e quindi le tue scelte e di conseguenza anche il tuo futuro, e cosa ancora peggiore anche il tuo presente!". Vive seguendo il presente e cosa gli offre, non crede nel destino, o meglio non crede nel destino già scritto, crede solamente che il destino e' plasmabile con le sue mani!

    Vestiario: indossa un cappello o una bandana ha diverse collane al collo e una di queste e' una croce, porta un'orecchino con una piuma a tutte e due le orecchie.
    Indossa sempre una maglietta leggera sotto a un giubbotto in pelle nero e dei jeans cargo larghi con una cintura che ha la forma di un teschio e porta sempre degli stivali alti neri.
    Risparmi: Conto di Noah Lancaster
    Appartamento: Il rifugio di Noah Lancaster
    Storia:
    Come il tutto inizio...
    John Riddle Freedom, era questo il nome dell'uomo che fece da padre al giovane Noah.
    Un soldato del continente Americano, un soggetto davvero strano era di poche parole ed era un tipo davvero severo e duro come scopri poi molto presto il giovane Noah, Joah era completamente diverso da lui aveva i capelli sempre corti e pettinati all'indietro di biondo che ricordava molto l'oro, muscoloso e dire poco aveva sempre tenuto al suo fisico tanto che ogni giorno, come ogni buon soldato, si alzava alle 6 di mattina e iniziava la sua giornata con 40 kilometri di corsa e poi si fiodava in palestra. Aveva dei baffi che sempre teneva molto curati come se ne fosse ossessionato, una cicatriche gli solcava il volto rude che faceva subito intendere a prima vista che aveva affrontato molte battaglie, gli partiva dalla fronte e scendeva lungo il viso passandogli l'occhio destro che miracolosamente, come John affermava, era rimasto sano. "Un'altro soldato! Dio maledica il giorno che l'ho incontrato..." cosi diceva di essersela procurata, ritrovato a mani nude di fronte a un'altro uomo armato di coltello... e il resto e storia.
    Ma torniamo a parlare del giovane Noah, John abitava a Las Noches, la città del peccato!! Questo era l'allegro nomignolo che gli avevano dato, chissà perché, forse per i suoi innumerevoli casinò, o forse per tutte le belle donne di facili costumi che abitavano, nessuno può dirlo ma le possibilità sono tante, forse tutte insieme.
    Noah non era originario di Las Noches, non ha mai saputo con precisione e sicurezza la sua provenienza, John diceva sempre che era di Giakarta e che durante una missione di spionaggio in quella città dove fù inviato dei sobborghi lo ritrovò quando ancora era un neonato affianco ad altri due cadaveri, un'uomo e una donna. Con molta probabilità i suoi genitori naturali, vedendolo ebbe conpassione per lui, ogni volta che lo faceva arrabbiare John gli chiedeva come fosse possibile che fosse riuscito a fargli compassione e che avrebbe dovuto lasciarlo li a marcire insieme ai cadaveri dei genitori, erano parole dure da dire a un bambino, ma Noah molto presto ci fece l'abitudine a sentirselo dire, fece l'abitudine al brutto carattere di John, fece l'abitudine alla sua dura e pesante mano che gli fracassava la mascella... Fece abitudine a molte altre cose....

    L'adolescenza di un maledetto.

    Il rude omone soldato prese il piccolo e minuto ragazzo quasi come un figlio, quasi!! Per John era abitudine picchiarlo e riempirlo di parole per ogni errore e Noah si dovette subito abituare all'inferno che stava vivendo, chiamava John con il suo nome, non gli fù mai permesso di chiamarlo padre, lo faceva incazzare e se si incazzava sapeva già qual è erano le conseguenze che lo aspettavano.
    Fin dall'età come potè iniziare a camminare fù subito sottoposto alla dura vita militare, anche perchè il padrigno John non conosceva un'altro modo per educarlo, "la vita militare ti mettera in riga ragazzo" questo e' quello che gli ripeteva ogni giorno della sua vita. Noah odiava quella vita, odiava quell'ambiente, odiava JOHN!!!
    Ma sotto molti aspetti doveva ringraziare quel furioso pazzo soldato, grazie a lui Noah potè imparare molte arti di combattimento, e una preparazione fisica di gran lunga superiore a quella di una persona comune. Gli era consentito uscire, frequentare altra gente, ma questo in maniera molto ridotta, aveva un tot di ore disponibili al giorno per poter uscire e se non rientrava entro l'ora stabilita... Bhè non gli conveniva farlo...
    La sera non gli era consentito uscire ma Noah aveva imparato a muoversi in maniera alquanto furtiva per cosi dire e mentre il padrigno dormiva sgattaiolava via fino alle 3 o alle 4 del mattino, ma non poteva farlo tutte le sere, visto che dopo il mattino seguente doveva alzarsi alle 6 del mattino per iniziare il suo quotidiano corso da militare.
    Fece abitudine a quella vita, tanto che inizio a piacergli sotto certi aspetti, la paura di essere picchiato lo spronava a cercare di non fallire mai in quelsiasi cosa facesse, sia in compiti che John gli affidava sia quando fuggiva di casa per uscire. Il tutto gli dava quella... quella.... QUELLA SPINTA!!

    La liberazione di un dannato.

    Erano passati 18 anni, Noah stava diventado adulto e in lui stava crescendo la voglia di uscire di casa e viaggiare per il mondo, era quello il suo desiderio era quello che voleva fare, abbandonare il luogo infernale dove era cresciuto e sopratutto abbandonare il tizio infernale che lo aveva cresciuto. Aveva già pensato a tutto, avrebbe dovuto trovare un lavoro e gli serviva qualcosa che avrebbe saziato la sua voglia di esplorare il mondo, che avrenne saziato la sua voglia di avventura e che ogni giorno gli avrebbe dato nuove ispirazioni, qual'era questo lavoro? C'è n'era solo uno.... Diventare Hunter!! Era questo il suo obbiettivo, ma prima avrebbe dovuto superare un'ostacolo, e questo oscacolo era anche bello grosso... Era il padrigno, John!
    Il giovane Noah purtroppo non era un tipo molto riflessivo e non era nemmeno un codardo, cosi decise di non scappare semplicemente di casa, ma decise di affrontare il suo demone, credeva che questa cosa lo avrebbe reso più forte! E in quel momento era una cosa di cui aveva bisogno, aveva bisogno di forza, forza per contrastare chiunque si fosse messo lungo la sua strada, forza per sopraffare chiunque decida di ostacolarlo.
    Era la mattina del 1 giugno, il giorno del suo compleanno, era uscito come gli era permesso fare e con risparmi ottenuti durante gli anni aveva deciso di comprarsi un coltello, temeva John e mentre fissava l'ingresso dell'appartamento ripensava a quei 18 lunghi anni che aveva vissuto.
    "Che orrore" pensava tra se e se, tra duri allenamenti e tra tutte le botte ottenuto oramai si era fatto le ossa per cosi dire, e si era preparato per questo momento, respirava profondamente preparandosi al peggio, sapeva che il suo padrigno non gli avrebbe mai concesso la possibilità di poter diventare Hunter, gli aveva sempre detto che sarebbe diventato un soldato come lui ma Noah non voleva intraprendere quella strada, non voleva diventare come il suo padrigno, un'uomo orrendo e spregevole.
    Alla fine dopo 20 minuti passati davanti all'ingresso a riflettere su cosa stava per fare e su cosa si stava per scatenare si decise a entrare. Il coltello nascosto dietro nel pantalone e appena fù dentro non gli servi molto tempo per trovare il padrigno. Era seduto sulla sua poltrona in pelle vecchia nel soggiorno che si trovava poco più avanti senguendo il corridoio appena entrati. Sorseggiava del Jack Daniels, la bottiglia mezza vuota sul como affianco al divano.
    Appena mise il primo piede dentro l'appartamento sentì subito la pressione sua verso di lui, lo fissava... E in Noah la tensione stava salendo sempre di più... piano piano...

    John: "Sei in ritardo..."

    Gli disse il vecchio mentre si alzava faticosamente con la forza delle braccia dalla poltrona.

    John: "E per di più sei in ritardo anche di mezz'ora... sai quali sono le leggi in questa casa."

    Continuo con voce rilassata, non si sa come facesse a esserlo in quel momento sapendo quello che stava per fare, ma infondo John era persona molto fredda e questa era l'unica spiegazione che si potesse attribuire. Si stacco la cintura e la sfilo.

    John: "30 minuti, 30 frustate, vieni e non farmi perdere tempo."

    Udite quelle parole Noah fù preso dal panico, la tensione lo stava divorando e in uno scatto improvviso e involotario afferrò il coltello che aveva nascosto dietro e impugnandolo a due mani davanti al padrigno.

    Noah: "Queste leggi non varrano più per me! Me ne vado ho degli obbiettivi da seguire e non intendo farmi fermare da te!"

    Udite quelle parole John rimase sopreso per un'attimo, in 18 anni non aveva mai avuto il coraggio di ribellarsi e quel giorno era arrivato. La faccia sorpresa scomparve in pochi attimi e lascio arrivare quella in cui rispecchiava la furia in persona, senza controbattere con una sola parola inizio a camminare lungo il corridoio verso Noah. I passi erano pesanti e Noah a ogni passo sentiva il cuore salirgli in gola, aveva paura... Anzi no, per la prima volta stava sperimentando una forma di terrore.
    Tremava e non riusciva a smettere, sapeva che doveva mantenere la calma ma non ci riusciva, non sapeva perché, pensava di aver perso il controllo del suo corpo, e istantaneamente nella sua mente capì che quella era la fine per lui.
    John era davanti a lui, imponente che lo osservava mettendogli pressione, Noah aveva iniziato a sudare freddo digrignando i denti, ma alla fine in un'attimo di coraggio che ebbe si lancio con il coltello con il padrigno...

    Noah: "AAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!"

    Sangue... quello che seguì quella scena, ma non fù quello di John fù quello di Noah. Il padrigno gli aveva bloccato il braccio e con un sinistro micidiale diretto alla faccia lo ferì al volto facendogli sputare molto sangue, aveva la bocca piena di sangue e non poteva scappare perché il suo braccio era bloccato. Il padrigno gli sfilò il coltello dalla mano e con un fendente verticale gli feri il volto facendogli perdere l'occhio sinistro, poi un'altro violento calcio lo fece volare un paio di metri e Noah si ritrovo quasi in fin di vita a terra senza più un'occhio sputando sangue.
    John lo osservava... Noah stava perdendo conoscenza mentre la sua faccia era immersa nel suo stesso sangue caldo. Ma poi sentì il padrigno sbraitare contro di lui.

    John: "NOAH!! CHE COSA TI HO INSEGNATO??? AD'ARRENDERTI COSI?? A LASCIARTI BATTERE DAL DOLORE?? A LASCIARTI DOMINARE DALLA PAURA?? SE NON SAI BATTERE COME COME PRETENDI DI DIVENTARE UN HUNTER!! TU NON HAI LA STOFFA DA HUNTER!! HAI LA STOFFA DI UN PERDENTE... COME I TUOI GENITORI NATURALI CHE SONO MORTI LI CERCANDO DI PROTEGGERTI MA FALLENDO!!! Alzati e fammi vedere cosa sai fare..."

    Al suono di quelle parole Noah rimase alibito, non ci voleva credere, non gli importava che avesse offeso lui ma i suoi genitori naturali e questo lo mandava in collera. Si dimentico delle sue ferite in quel momento, e con tutta la forza che gli era rimasta in corpo di rialzo. notando il coltello affianco a lui per terra, John glielo aveva lanciato per ridarglielo e adesso lo stava aspettando. Afferro il coltello con la destra e in preda all'ira si lancio di nuovo contro il padrigno.
    Accecato dall'ira Noah non aveva più paura, anzi adesso era determinato e riusciva a lanciare degli ottimi affondi contro John che però avendo più esperienza riusciva a evitare e contrattacare.
    Combatettero per 10-15 minuti, Noah era quasi distrutto e John era stanco, oramai tutti e due al limite. Ma se pur stanco a Noah non mancava l'ingegno... Si lancio di nuovo contro di lui in un'ultimo tentativo disperato con un gangio sinistro, John andò a parare ma capì che fù un'errore e lo capì dal coltello che gli affondava in petto. Il gangio era una finta e adesso era stato ferito gravemente, la lama a pochi centimentri dal cuore, cadde a terra sputando sangue mentre osservava Noah nei suoi ultimi attimi di vita. Un sorriso gli solcò il viso.

    John: "Bravo Noah... coff.. coff... Sei riuscito a battermi, ora sono sicuro che ti ho educato bene! Bravo continu... coff... coff.. cosi, fai l'esamen da Hunter e realizza i tuoi sogni!! Arriva dove io non sono mai arrivato!! ahhhh"

    E in quelle ultima parole John decedette per mano di Noah, adesso era libero, la sensazione che lo stava attraversando era fantastica, si sentiva come se si fosse un peso di dosso.
    Superato il primo ostacolo adesso poteva iniziare il suo lungo percorso verso i suoi sogni.


    Edited by DopeBoyz - 29/8/2014, 19:46
     
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    Molto bella la storia del Pg, però ti consiglierei di rileggerla perchè ci sono notevoli errori di grammatica, soprattutto in quanto ad accenti. Per il resto ci sono alcune cose che non sono propriamente esatte:
    1) Se è vero che Noah subiva violenze dal padre adottivo, magari qualche segno dovrà averglielo lasciato. Soprattutto se lo picchiava in faccia o lo frustava con cinghie e cose del genere. Mica deve essere deforme XD ma qualcosina dovrebbe esserci.
    2) Dici che perde 2 denti durante lo scontro con il padre, ma non citi ciò nella descrizione fisica. I denti non ricrescono da soli :nono:
    3) Ti consiglierei di modificare quella cosa nella storia quando dici che Noah ha combattuto con un occhio cavato per più di un'ora. No cioè: uno con una ferita così sarebbe morto dissanguato molto prima. Magari dillo che lo fa per qualche minuto, che so qualche decina, proprio per dare enfasi alla vicenda, ma un'ora è irrealistico.
     
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